lunedì 31 agosto 2009

Accazzone

ED CONCANNON (James Mason): [sternly] I'm going to tell you how you handle the fact that he's black. You don't touch it. You don't mention it. You treat him like anybody else. Neither better or worse. [smiles] And you get a black lawyer to sit at our table. Okay...?

YOUNG ATTORNEY: Yessir.

(“The Verdict” 1982)




Come previsto (e voluto), il tema dell'omosessualità di Boffo luccica in tutto il suo squallore. È il piattino di merda nel menu di oggi, preparato da un Feltri così astutamente rispettoso dei "fatti privati" da avere signorilmente - e platealmente - glissato sulla questione, lasciata da sviluppare ai discepoli.

Ci si abbuffano in tanti, ma Adinolfi - il politico che andrebbe restituito al poker - ne crea un piccolo capolavoro culinario. Nell'intervista che concede al Giornale leggiamo: "Feltri (..) ha rotto il muro di omertà sulle relazioni omosex del direttore di Avvenire". Più avanti: "Lo dico pasolinianamente". Cita anche Pirandello.

Il resto dell'intervista è superfluo. Per non parlare di Adinolfi.

Mi auguro che i suddetti autori non si limitino a rivoltarsi straccamente nella tomba, ma ne zombino fuori e vadano a trovarlo di persona, previo consulto con Romero & Raimi.

Passato e Avvenire

Noto omosessuale

Donna di facili costumi

Comunista

Terrone

Clandestino

Negro

Ebreo



Tutti già attenzionati

sabato 29 agosto 2009

Come sporcarsi inutilmente il cervello

Chi sta lì a ragionare sull'effettiva profondità e significato morale di questa storia Feltri-Boffo si è completamente bevuto il cervello. E' la solita tattica "se non puoi distruggere un'accusa distruggi l'accusatore", basata su quel moralismo ipocrita e strumentale di cui Feltri è campione: qualsiasi tesi uno sostenga, se nel suo passato c'è una "macchia", quella tesi è viziata a priori. In Italia le pene a qualcono non si infliggono, ad altri non è permesso scontarle definitivamente, forse in attesa di un Redentore.



Eppure, oltre ai motivi di nausea che mi prendono leggendo quel che non sto a elencare, devo registrare anche gli pseudodibattiti da blogosfera che "entrano nel merito". "Entrare nel merito" di questioni del genere è come accettare di degustare un piatto di merda offerto da qualcuno, domandandosi, à la De Curtis, "vediamo questo dove vuole arrivare". La mossa di Feltri (rafforzata dalle "rivelazioni" su Mauro di oggi) è una pura e semplice porcata con evidenti finalità politiche, che con la morale e la verità non hanno nulla a che fare. Forse che la gravità (o la non gravità, a seconda dei pdv) delle accuse a B. cambia a seconda di chi le sostiene ?



Altra questione di cui non mi capacito: visto che c'è sempre in queste discussioni chi si dichiara non credente, a che titolo si mette lì a disquisire dei problemi morali dei cattolici ? Non ci metteremo pure noi a farci i cazzi degli altri, vero ?



Un ultimo tocco emetico: la cura con cui Feltri lascia svelare alle "carte" l'omosessualità per poi non sfruttare l'argomento (ma dichiarando in modo plateale di non farlo, naturalmente). Un capolavoro di preterizione.

venerdì 28 agosto 2009

Lenonida

Stasera ceneremo ancora all'inferno

SCOOP ! Le dieci domande di Feltri che fanno tremare il premier

- è vero che, come rivela uno scottante servizio di "Chi" a firma dell'implacabile Signorini, Lei è un ottimo nonno ? Non ritiene di poter essere ricattato da minorenni per questo motivo ?

- Lei ha affermato di non essere un santo. Come spiega allora il miracolo della ricrescita naturale dei capelli ?

- è vero che, come rivela una documentata intervista alla Santanché su "Libero", Veronica Lario è l'amante di un Suo bodyguard ? Se è così, può garantire al Paese che nessuno intende farci su un film con Nicholson e la Lange ?

- non trova grave che si siano verificati episodi di overbooking sui voli di Stato ?

- di che colore era il cavallo bianco di Napoleone ?

- siamo sicuri che l'inquietante frase dell'autorevole Governatore della California riportata dalla stampa internazionale "Hasta la vista, baby" non si riferisca a Lei ?

- è vero che ha il colesterolo leggermente sopra la norma ? Se sì, non le sembra un'ammissione un po' tardiva ?

- che ore sono ? Può rassicurare il Paese al riguardo ?

- la vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere meglio ?

- e quale sarebbe secondo Lei [ e qui ti voglio ] la capitale dell'Honduras ?

sabato 22 agosto 2009

Robba da froci

In memoria ho un sms di Sandra. È il mio prozac. Ancora mi capita di rileggerlo quando l'umore peggiora, o nelle lunghe sere romane, quelle in cui per un impegno o un altro non riesco a tornare nella mia tana di Ceppaloni.

Quasi d'istinto mi ritrovo a tirar fuori il telefonino dalla tasca della giacca e ad armeggiare con la tastiera. «Messaggio
», «archivio», «apri»: è così che non avendone mai fatto uso, ho imparato a somministrarmi una dose giornaliera di antidepressivo.

«Clem ti prego, non mollare, pensa a Elio e a quanto ha bisogno di te. Pensa a Pelle e Alessia. Pensa a Sascha, che ha solo noi. E pensa a me, che non so se sopravviverò a tutte queste cattiverie.»

Clemente Mastella [Vedi NOTA dopo il "continua a leggere"] (con Marco Demarco), Non sarò clemente — Memorie dell'ultimo democristiano, Rizzoli, Milano 2009, p. 7.



Del resto, figlio mio, sta' in guardia: si fanno dei libri in numero infinito; molto studiare è una fatica per il corpo.

Ecclesiaste 12:14







NOTA: Mario Clemente Mastella, nato a Ceppaloni il 5 febbraio 1947, è passato alla Storia per aver recitato una bellissima poesia di Pablo Neruda al Senato della Repubblica Italiana, durante la XV Legislatura. Quando si scoprì che la poesia (splendida, davvero) era in realtà firmata da Martha Medeiros, le istituzioni vennero sconvolte da cima a fondo, e l'errore filologico provocò l'immediata caduta del Governo Prodi (di cui il suddetto M.C. Mastella era stato fino a pochi giorni prima ministro della Giustizia).

Nel libro (dedicato "a Sandra" e uscito recentemente presso i tipi milanesi della Rizzoli solo perché sotto le vaghe stelle di Ceppaloni non sono rintracciabili case editrici), di cui abbiamo riportato sopra l'incipit, il suddetto M.C. Mastella rivela che quella poesia alquanto struggente in realtà gli era stata suggerita da Sergio Marchionne, il quale gli aveva assicurato che il suddetto P. Neruda ne era l'autore.

Il crollo del Governo Prodi sarebbe quindi imputabile al suddetto S. Marchionne? In ogni caso quella poesia è davvero molto, ma molto bella.



mercoledì 19 agosto 2009

Le onde dell'apprensione che hanno scopato l'America È QUI

È lo slogan di uno strano film adattato dal Re dello Stephen. È il racconto eccitante di un tale che l’orrore sta spingendolo pazzesco. Egli infatti slitta solennemente dentro a stupidity, mentre il suo figlio penetrante vede i forebodings horrific dalla a oltre come buona a partire da un futuro.


È Lucidare, piccolo cult-movie per felici pochi e amatoriali. Sedotti dalla descrizione della trama, abbiamo ritrovato una scena.







martedì 18 agosto 2009

venerdì 7 agosto 2009

Verdetto

"Marriage" is not a word. It's a sentence

Sentenza eseguita stamane



Lo sposo, raggiante, ha detto:"Da oggi tutto sarà diverso" alla novella sposa e alle loro figlie di 16 e 21 anni.

Scambio di frasi del giorno: "Cos'è quell'orsacchiotto appeso alla borsa di tua sorella ?" "Sarà il testimone del babbo".

Anche:"Babbo, facciamo il cambio-mamma ? E' il giorno giusto !"



Gli sposi, felici, si sono poi avviati ciascuno al proprio luogo di lavoro

Pratiche programmaticamente antiproverbiali

L'11 agosto è marte. Perfetto ! Parto per il mare !

Oggi invece è venere. Che fare ?

Ah ! Ho trovato !

giovedì 6 agosto 2009

Truffe in rete: la finta monaca

Non metteremo mai abbastanza in guardia i nostri lettori dal prestare fede a chiunque si trovino a incontrare su Internet. La recente vicenda del signor Croismare, un facoltoso francese di origini nobili, è un chiaro esempio dei rischi a cui si va incontro.

Tutto comincia quando Croismare riceve l'email di una sedicente monaca fuggita dal convento, in cui - a suo dire - era soggetta ad ogni sorta di vessazione. La "donna", che si firma "Suzanne Simonin", gli chiede protezione e sostegno economico.

L'ingenuo e generoso Croismare, impietosito dalla vicenda, si fa in quattro per sistemarla dalle sue parti, in Normandia, ma le mire della "monaca" sono più oscure. Dal fitto scambio di email emerge con chiarezza che vuole attirare il suo corrispondente a Parigi. Non sappiamo quale sia il suo reale obiettivo (un sequestro, forse), ma a questo punto Croismare evidentemente subodora qualcosa e si rifiuta di spostarsi da casa. In più, chiede di poter leggere il diario di cui la donna gli ha parlato (interesse in effetti un po' torbido da parte dell'uomo).

L'operazione è fallita e così Croismare riceve un'ultima email in cui una "amica" di Suzanne gli annuncia che la poveretta è morta.



Si è di recente scoperto che l'autore dell'inganno è in realtà tale Denis Diderot, non nuovo all'utilizzo di false identità, grazie alle quali ha già diffuso in rete opere deliranti e blasfeme, più volte oggetto delle attenzioni del magistrato.



Ora, il lettore potrebbe appunto attendersi che il colpevole sia affidato alla giustizia, ma in questo mondo di buoni - e mal riposti - sentimenti le regole del vivere civile non valgono: non solo Croismare ha rinunciato a qualsiasi azione legale, sostenendo perfino di essersi fatto due risate, ma è di prossima uscita l'instant book che lo stesso Diderot ha tratto dalla vicenda. Per quanto ne sappiamo, si tratta di una sorta di pamphlet che, con il pretesto di svelare le atrocità che si nasconderebbero nei conventi (!), immaginiamo sommergerà il lettore di dettagli pruriginosi.

O tempora! o mores !

mercoledì 5 agosto 2009

Discriminazioni ragionevoli

Lo scrittore Robert Brasillach, che si considerava un antisemita “moderato”, propose nel 1938 la migliore formulazione del concetto di “antisemitismo ragionevole”:

“Noi ci sentiamo autorizzati ad applaudire Charlie Chaplin, un mezzo ebreo, al cinema; ad ammirare Proust, un mezzo ebreo; ad applaudire Yehudi Menuhin, un ebreo; e la voce di Hitler ci giunge a cavallo delle onde radio che portano il nome dell’ebreo Hertz. Noi non vogliamo uccidere nessuno, non vogliamo organizzare nessun pogrom. Ma pensiamo anche che il miglior modo di impedire le azioni sempre imprevedibili dell’antisemitismo istintivo sia organizzare un antisemitismo ragionevole”.

(Slavoj Zizek, London Review of Books e Internazionale)




E' arrivato (meglio: tornato) il momento delle "discriminazioni plausibili" o "ragionevoli". E' facile riconoscerle: sembrano risolvere un problema, o proporre prendere atto di una situazione di fatto, o ristabilire un ordine naturale delle cose. Sono particolarmente insidiose, quindi, perché rischiano di cogliere di sprovvista anche i meno inclini all'intolleranza. Propongo quindi alcune semplici operazioni di pulizia mentale inadatte a convincere chi ha in mente di colpire in ogni caso questo o quello
, utili, invece, per soccorrere persone inclini a trovare "ragionevoli" quelle discriminazioni.

Vediamo due esempi.
A voi il compito di individuarne altri e di sviluppare tecniche personali per affrontarli.



a) riparare ad un'inadeguatezza: il caso delle badanti di Treviso

Lo notate ? L'esame di dialetto sembra avere qualcosa - diciamo - di "adeguato", un quid che può indurre la considerazione "be', mica male. In effetti, mia nonna parla solo trevigiano".

Resistiamo alla tentazione di affrontare la cosa razionalmente: sarebbe ammettere l'esistenza di una volontà "che sbaglia". Descriviamo semplicemente la situazione: per svolgere il compito X chiedo a un gruppo A di "superare un esame" in più rispetto al gruppo non-A. Sono tecnicamente di fronte a una discriminazione. Se poi le conseguenze non sono circoscritte allo svolgimento di X ma hanno effetti ulteriori, tipo la concessione del permesso di soggiorno, possiamo parlare di "esclusione".

Insomma, ancora prima di entrare nel merito è bene chiedersi: "come mai questo esame non viene chiesto al gruppo non-A ?", "quali sarebbero le conseguenze ?", "perché per svolgere il compito X fino ad oggi non si è mai richiesto esplicitamente di avere quella certa caratteristica ?". E soprattutto: "perché questo esame ha conseguenze del tutto eterogenee rispetto all'obiettivo dichiarato ?"

[ Evoluzione prevista di questo esempio, in base al Ministero della Semplificazione: "tu non fai questo lavoro perché appartieni al gruppo A" ]



b) il motivo dell'ingiustizia: le gabbie salariali al Sud, motivate con il minor costo della vita

Qui stiamo partendo da un fatto (documentato da uno studio di Bankitalia), che sembra segnalare una qualche situazione di relativo e, diciamolo, ingiusto privilegio. Come è noto, colpire le ingiustizie è uno dei capisaldi dell'azione di questo governo, da qui
la proposta di eliminare l'iniquo differenziale, riducendo i salari proporzionalmente.

In questo caso è bene non farsi prendere dalla tentazione di gridare al razzismo, ma rimanere nell'ambito delle argomentazioni razionali, motivandole con qualche dato.

Se si vuole confrontare la situazione economica di due gruppi di popolazione, forse è bene ragionare come confrontando la situazione di due famiglie. Si farà riferimento non solo al costo della vita nelle città in cui abitano, ma ad esempio al livello di reddito, alla situazione e alle prospettive occupazionali, alla disponibilità di servizi pubblici e così via.

E quindi si darà un'occhiata a qualche statistica, magari a un altro testo di Bankitalia, o al rapporto Svimez. Fatelo, anche solo per il piacere di rafforzare con nuovi argomenti fattuali i (già sufficienti, dirà qualcuno) motivi di disprezzo per Calderoli, il suo partito e la sua sbandierata "ragionevolezza". Emerge (surprise !) il quadro di un Mezzogiorno più povero del Nord (PIL pro-capite = 60%, maggiore incidenza della povertà relativa e assoluta, cioé anche al netto dell'effetto Bengodi dovuto al differenziale nel cdv), mercato del lavoro disastrato. Una popolazione che affronta quindi la crisi con fattori di rischio molto superiori e che tra l'altro sta riducendo i consumi più del Nord. In effetti, una qualche sperequazione c'è, basta intendersi sul segno.

[ Evoluzione prevista di questo esempio, in base al Ministero della Semplificazione: "tu devi guadagnare di meno perché non sei del Nord" ]

Nel 2011 festeggiamo i 150 anni dell'unità d'Italia. Forse.

Gabbie

" Masculo siculo a pelo corto, ricciuto e trinacriuto, offresi per spettacolo in gabbia nel Circo Calderoli. No Renzo Bossi come domatore"

lunedì 3 agosto 2009

Haiku-De-Hura, Haiku-De-Hota

Verdevestito,

se parli di "radici"

sollevo i piedi



Il tuo dialetto

desidero impararlo

Per insultarti

Una nuova lirica del Bondi

Amara e - come sempre - illuminante riflessione del Nostro su destino, incomunicablità, apparenza. Ad innescarla (l'occhio del poeta coglie significati profondi anche nelle minuzie) un insignificante screzio nella stazione di Bologna.



Via Crucis in una sola stazione



Pagliuzza più corta

Altoparlante non autorevole

Ritardo eccessivo

Depistaggi lungo la linea

E' il capotreno che vi parla !

Non parlate al conducente !



Fischi non di treni

Biglietto di non ritorno

Destinazione suggerita

là dove il sole non illumina

Vanity Unfair

Discorso deragliato



Figura di merda

domenica 2 agosto 2009

2 agosto - dopopranzo

Alle commemorazioni di oggi sarà presente il poeta Sandro Bondi. Chissà se avrà preparato una delle sue preziose liriche o se sarà così magnanimo da cedere il passo a questo ricordo di un nome, quello dell'unica persona di cui non è rimasto nulla.

Ma forse è troppo pretendere che affronti le casseruole, i succhi gastrici al lavoro sulla memoria, quel "bburp" che segnala una digestione ben avviata al completamento. Bondi è alfiere e poeta di tempi postprandiali - tempi di pennichelle, di scoregge.



IL NOME DI MARIA FRESU

Andrea Zanzotto

(da “Idioma” in “Poesie 1938-1986”, Mondadori 1993)



E il nome di Maria Fresu

continua a scoppiare

all’ora dei pranzi

in ogni casseruola

in ogni pentola

in ogni boccone

in ogni

rutto – scoppiato e disseminato –

in milioni di

dimenticanze, di comi, bburp.




sabato 1 agosto 2009

I social network non sono il Vangelo

Il tuo parlare sia "sì, sì; no, no; sei un genio, sei un genio", il di più viene dal maligno.

Tipo che non saprai spiegarti, o nessuno ti si filerà, o ti verrà riservato quel sarcasmo che la natura - per pietà dei più umili - non nega a nessuno. Oppure, garbatamente interrogati, alcuni non risponderanno proprio, forse nella certezza di essere cristallini e definitivi o sdegnati per il solo fatto che tu possa avvicinarti. O invece lo faranno con scoregge e sberleffi - apotropaici, si direbbe. Oppure non starete utilizzando lo stesso codice, e troppo tardi decifrerai un sottotesto che parla di sordide storie di ranking.



E spesso neppure sapranno di che si sta parlando, maxime di fronte a citazioni non pescate dalla vulgata di Oscar Wilde. Anche se tu citassi a ragion veduta Wittgenstein -
sempre che non lo confondano con un noto blog, nel qual caso guadagnerai l'attenzione universale - penseranno di potersene e anzi di doversene sbarazzare con gli stessi trattamenti di cui sopra. Riserveranno in compenso a te l'accusa di snobismo, e qualsiasi faticoso, goffo, a volte impossibile, tentativo di inerpicarti su spalle più alte e robuste delle tue verrà considerata una prova di puro esibizionismo e - inter nos - ti suggerisco di non contare su una mano protesa ad aiutarti, ma piuttosto di mettere in conto colpi di tacco sulle nocche.



Il tuo animo non sia turbato: non ne esci né più saggio né più stupido di prima. Nel tempo che ci metti a dire "Friendfeed", tutto questo è evaporato come orina al sole, incluse -
ti esorto a credere - le tue stesse argomentazioni.



In ragione di quanto detto,

a ciò che - lo so bene - ti ostinerai a scrivere

non aggiungerai MAI "IMHO".