domenica 4 maggio 2008

Entropy channel

La questione della maglietta di Calderoli fu motivo di riflessione per i G.O.D. già nel febbraio 2006. Ripoponiamo a distanza di oltre due anni questo illuminante e profetico saggio.



I tre corpi di "Beau Geste" Calderoli

Il nuovo lavoro del controverso artista lombardo ha suscitato molti e spesso pretestuosi dibattiti.



Da sempre, al centro dell'attenzione di Calderoli sono le tensioni e le contraddizioni insite nella sua duplice, ambigua natura di trasgressivo performer e insieme rappresentante delle istituzioni. Un lavoro, il suo, che è innanzitutto meditazione sul corpo. Quello fisico, esondante e dionisiaco, quello istituzionale, evocato dall'abbigliamento rigido e da una cravatta verde che pare realizzata ad encausto. E, non meno importante, quello materialmente assente ma avvertibile come aura, carismatico alone del leader: il corpo elettorale e diffuso sul territorio.



Il livello di lettura più banale - come ci si può attendere da una critica schiava di defunte categorie politiche e ideologicamente inquinata - è quello della sfida all'Islam. Attestarsi su questa interpretazione sarebbe davvero svilire l'importanza del complesso gesto artistico. La performance è infatti precipitato di molteplici suggestioni, potremmo dire un blend degli effluvi che il polimorfo corpo dell'artista emana.



L'apertura della camicia è il gesto-chiave: sarcastico omaggio a Fontana, vorrebbero alcuni, citazione post-pop di Superman per altri. Ma anche - e qui il corpo-istituzione trionfa - ironica promozione del made in Italy, icasticamente concentrata nell'abbigliamento. E, si noti, sintomaticamente non esibita in un capo esterno né chiaramente esposta a mo' di insegna (come nelle giovanili performance padane, immature forse proprio per eccesso di schiettezza), ma in una maglietta della salute, il cui contatto con la pelle del corpo artistico e istituzionale è segno di un rapporto insieme intimo e pubblico. Gilbert e George non sono vissuti invano, per questo artista radicalmente italico ma attento alla scena internazionale e dotato di una profonda conoscenza della migliore avanguardia degli ultimi decenni.



Infine la pesante presenza/assenza del corpo elettorale, che avvertiamo anch'esso liberarsi dalla costrizione di un vestito soffocante, come riversandosi all'esterno del grigio bar di provincia, finalmente padrone del gesto e della parola. Un corpo non più costretto all'umiliante prassi della battuta razzista sussurata al riparo del bicchierino di grappa, ma esploso, rivelato nella sua reale e trionfante essenza, concretato negli umori profondi che - immaginiamo - intridono quella maglietta, infine orgogliosamente proiettato verso l'Altro. Solo antiche miopie intellettuali possono indurre a ritenere offensiva l'esibizione delle vignette: l'effigie bidimensionale del profeta è lì per indicarci la realtà a tutto tondo del corpo dell'elettore-autore (in quanto "sottoscrive" i cartoon), in un vertiginoso scambio rappresentante/rappresentato. Il fatto che Calderoli sia "rappresentante" di quello stesso elettore aggiunge a tutta l'operazione il retrogusto di un gioco di specchi linguistico.



Come si diceva, l'ingessata critica contenutista e veteromarxista non ha nemmeno scalfito la superficie di una performance così polivalente ed evocativa. Non ci stupiamo, dopo gli innumerevoli - e documentati - errori di interpretazione in cui è di recente incorsa (maxime nei confronti dell'opera del nostro artista più noto).



Ci auguriamo che il Nostro voglia finalmente replicare all'estero, e sottoscriviamo in pieno l'ottimo suggerimento - avanzato da alcuni - di organizzarne performances dal vivo nei principali paesi arabi. Le ultime - interessantissime - controperformances realizzate con grande acume interpretativo da artisti libici dimostrano che proprio questi paesi sono i naturali destinatari dell'opera di Calderoli. Il moltiplicarsi senza frontiere di questo ardito confronto di corpi dà al suo lavoro una dimensione sovranazionale, sviluppandolo verso nuove e inattese direzioni e portando una salutare ventata d'aria fresca nel chiuso salotto dell'arte italiana.



[ p.s. qualsiasi riferimento al film "Tre sepolture" è puramente casuale ]

1 commento:

  1. Fazio ha invitato Calderoli per la presentazione del suo libro : "Elogio del maiale". Calderoli ha chiesto se poteva portare anche un maiale in carne ed ossa in trasmissione. Pare che Fazio abbia detto di no perché ne bastava uno solo.

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