Abbiamo rilasciato l'ipotesi - costosa e superflua - della conoscibilità (per alcuni: dell'esistenza) di qualcosa che starebbe "dentro" gli altri esseri umani. Applicare un analogo metodo a te stesso andrebbe contro una mole imponente di evidenze empiriche (vocine che parlano anche quando stai zitto, ad es.) ed è comunque irrilevante qui. Consideriamo nel seguito quello che "sei" - o ritieni di essere - come determinato esogenamente, una cartolina che arriva da lontano e mostra un paesaggio non verificabile.
In che modo difendere il perimetro (P) di questa "area interiore" ? Non vuoi certo trovartela invasa di cartacce, preservativi usati e rifiuti campani. Punto subito sulla tecnica mediamente più redditizia.
That's entertainment
Chiamiamo questa tecnica - solo all'apparenza banale - "Rispecchiamento". Il tuo mantra sarà: "Dagli quello che vogliono". E quello che vogliono è un'unica pietanza, sempre e comunque: se stessi. Il riflesso del loro volto, lungi dal medusarli o dal risucchiarli in acqua, li conforta e li rassicura, e lo cercano ovunque. Non disturbarli mai con messaggi inquietanti e inattesi, non proporre menu alternativi, presenta sempre un identico piatto: un pasticcio delle loro stesse carni. La dieta mediterranea è assai meno diffusa dell'antropofagia, credimi.
Quindi prendi tutto quello che ti sparano addosso e semplicemente restituisciglielo ben confezionato (questo è già meno banale), meglio per te se in forma di best seller.
Un errore fin troppo umano
Una volta accettata l'ipotesi che tu hai un "dentro", difficilmente sfuggirai - almeno una volta in vita tua - alla tentazione di esibirlo a qualcuno. Vorrai scriverlo o - horrors - arriverai a supporre che basti "mostrarti nudo" perché il tuo interlocutore sia fulminato come si dice accada dalle parti di Damasco.
Preparati a un risultato insoddisfacente, quando non umiliante. Sentirai che meglio avresti fatto a chiuderti in camera e portare il "dentro" fuori con uno sbrigativo harakiri privato (già quando è pubblico, enfatizzato e rituale rischia il ridicolo - vedi Mishima, con quel discepolo imbranato che non riesce a tagliargli la testa).
Video didattico
Mi astengo dal citare celebri esempi letterari e ti propongo invece un video altamente istruttivo, in cui stereoscopicamente
a) assisti alla drammatizzazione di un viscerale sforzo di "sincerità assoluta" (visione "da dentro", carrellata soggettiva). Il protagonista, frustrato dall'incapacità di scrivere e verbalizzare con chiarezza ciò che sente, si affida alla sola forza di convinzione dello sguardo, un equivalente romantico della completa nudità
b) sperimenti l'effetto grottesco e patetico che questa eruzione di materiale interiore provoca (visione "da fuori", occhio dello spettatore)
Il brano è "Read 'em and Weep". Il ritornello è sufficiente a dare il senso della situazione:
If I could only find the words then I would write them all down
If I could only find a voice I would speak
oh it's there in my eyes oh can't you see me tonight
C'Mon and look at me and read 'em and weep
It's there in my eyes and coming straight from my heart
It's running silent and angry and deep
It's there in my eyes and it's all I can say
C'Mon and look at me and read 'em and weep
If I could only find a voice I would speak
oh it's there in my eyes oh can't you see me tonight
C'Mon and look at me and read 'em and weep
It's there in my eyes and coming straight from my heart
It's running silent and angry and deep
It's there in my eyes and it's all I can say
C'Mon and look at me and read 'em and weep
Ne è insostituibile interprete Meat Loaf, rocker forse non geniale ma certamente dotato di grande ironia e carica istrionica (*), che qui gioca sapientemente sul contrasto tra un testo strappalacrime (nelle intenzioni e, in particolare, nell'interpretazione bovina di Barry Manilow) e un fisico per nulla du rôle, oggettivamente difficile da perimetrare.
Non farti ingannare: l'aspetto fisico non c'entra per nulla. Fossi anche bello come un dio greco - pare dirti Meat Loaf - nel momento in cui esibirai le frattaglie più intime tu apparirai come me, con l'aggravante che non sarai affatto ironico.
Perché questo effetto patetico e ridicolo, da vittima, resiste a qualsiasi stile, sia sobrio o certosinamente introspettivo o di pura esibizione à poil ? La risposta è molto semplice: perché sei convinto della tua innocenza.
(*) è l'indimenticabile biker del "Rocky Horror Picture Show", in cui interpreta "Hot Patootie Bless My Soul", e un tenero personaggio di "Fight Club"
Nessun commento:
Posta un commento