Dovreste ricopiare la lettera e spedirla a tutti quelli che si sono appropriati i ditinifini senza citarvi. Anche se questo fotomontaggio ha un che di arte moderna, e quindi si corre il rischio che il poeta preferito di Dust non lo capisca.
P.S.: Ma l'autobus in basso a sinistra è quello del sopravvalutato "Into the Wild"? Comunque al cinema il miglior film ispirato a Thoreau resta "Secondo amore" (titolo demente per "All that Heaven Allows") di Sirk con Rockazzo.
Anche a me è piaciuto molto il film di Todd Haynes, del resto come potrebbe non piacere un film con Julianne Moore? (Ma il suo migliore, secondo me, resta "Safe").
P.S.: Il tuo poeta preferito forse è un'espressione impropria. Diciamo quello che conosci meglio. (No, non è Ragazzoni.)
Sottoscrivo l'avercene, anche se non esente da difetti;
Sottoscrivo pure Safe (e Julianne Moore, che c'è pure lì ed è inquietantissima)
Gli spietati hanno dato i premi della stagione: Penn è finito ottavo, i coen sesti. Il podio: Oro, Gomorra, argento Jesse James, bronzo, ci sarà sangue.
Invidio il tuo autoritratto da vaso greco, Arkulari. Ma i tipicomenoi non dovevano essere tutti piccoli, brutti e diseguali?
Comunque tre titoli sono pochi, per un ottimo 2008, dopo cinque-sei anni di magra come la storia del cinema (ammesso che il cinema abbia una storia) non ne aveva mai visti. Mancano, tanto per citarne due, "Sparrow" di Johnnie To e "Waltz with Bashir". E, ovvio, "Strada a doppia corsia".
P.S.: Ah, no. "Strada a doppia corsia" non è del 2008 (anche se l'altro giorno ho incontrato Warren Oates a via della lungaretta che stava un incanto e vi saluta tutti).
P.P.S.S.: Dust, ti chiederai chi cazz'è 'sto Johnnie To. Niente, non preoccuparti, è il tuo regista preferito; solo che ancora non lo sai, perché sei troppo giovane.
Scusa, Dust, dimenticavo che vivi in una città privilegiata. "Election 2" è ancora più bello del primo, direi. E se mi perdoni il tono paternalista (sai, l'età), un giorno ti parlo di "Mad Detective". Ora vado a rivedermi in dvd il remake di "Halloween", bel nodo di nervi tesissimi firmato Rob Zombie.
P.S.: All'uscita di "Sparrow", ricordo di aver pensato, e forse anche detto: Johnnie To non è un genio. È un angelo. (Più o meno come Warren Oates.)
Un recensore degli Spietati lo ha citato, Sparrow ma sai, credo che in Italia non sia mai uscito, e dunque le classifiche sono "reali".
Nonostante ciò, più di un recensore ha votato come miglior film uno "virtuale", "The man from London" (remake di l'Homme de Londres), di un regista ungherese visto a Torino, credo, e a Cannes: dunque, si spera che a settembre ce lo passino (di quà dalle Alpi).
Chiudendo, per dare fastidio ad Alt, riprendo dalla pagina di Luca Pacilio una minicritica di Sweeney Todd che mi trova d'accordo:
"Questo film ci dice due cose sul suo regista: la prima è che Burton è diventato un semplice illustratore che appiccica il suo immaginario, oramai stiracchiato e posticcio, a comando, laddove l’apparato estetico ben si adatta, evitando la soluzione, più dignitosa di questi esercizietti di arte applicata, della prostituzione conclamata; la seconda, peraltro assodata da tempo, è che costui ha rotto.
Nel prossimo film adatterà (ma chi se lo sarebbe mai aspettato?) l’Alice di Lewis Carroll. Io passo."
di Rob Zombie in casa mia sono passati (con grande gusto mio e delle figliole) "La casa dei mille corpi" e "La casa del diavolo", che secondo me ha un finale da antologia.
Il fu Warren Oates è senz'altro lassù tra gli angeli, ma soprattutto svolazza nella testa (e nel cuore) dei cinefili non più giovanissimi, assieme a Peckinpah. Me lo ricordo anche ne "La sparatoria" di Monte Hellman, un film che all'epoca mi piacque un sacco e che devo assolutamente rivedere
Dust, io di Monte Hellman ho tutto in dvd. Anche per me i due primi Zombie son stati una bella sorpresa, un piccolo Tarantino dell'horror. Halloween è meno pirotecnico (forse anche meno bello), e più truce, tutto un film girato come se ci si trovasse nella testa di Michael Myers. L'idea comunque che tu veda 'sti film con le tue figliole mi fa venire i brividi, anche se come sai non oserei mai dire del male delle tue figliole, io che a tredici anni portavo mia madre a vedere "Entrano: quali trappole!" (altrimenti non mi facevano entrare, appunto).
Arkulari: quello che dicono gli Spietati su Burton è vero e non è vero. Infatti l'altro giorno ho scoperto che non son l'unico ad aver amato "Big Fish" (e ho detto tutto). Vedi qui.
Non sono in grado di riconoscere nessuna delle vostre citazioni, tuttavia Big Fish è piaciuto molto anche a me.
Invece: un amico ungherese mi parlò con incanto di una pellicola che narra la realtà dei controllori della metro di Budapest. Credo che la storia inclini al gore, non inteso come premio nobel, ma l'amico giura che è molto realistico. Ne sapete qualcosa (googlen verboten)?
Non posso dire altro che questo: credo che me ne parlò l'amico Paolo Marocco, se non erro ha anche scritto una recensione in rete, ma se googlen verboten, non ricordo il titolo e quindi auf wiedersehen o come cacchio si scrive.
P.S.: kk, però "Strada a doppia corsia" non puoi perdertelo. È il tipo di film che ti fa venir voglia di metter tutto Beckett nella "cazzata della settimana", non so se mi spiego.
Te lo rifilo io, quando avrò riparato il masterizzatore e se ti vanno bene i sottotitoli francesi: tanto non aprono quasi mai bocca, e quando parlano è per ciarlare di motori. Uno dei motivi per cui adoro quel film è che non puoi estrarne neppure una citazione stronza (in realtà una ce ne sarebbe, ma è intraducibile, la dice Warren Oates ed è citata anche su imdb: "Performance and image, that's what it's all about"). E poi da una radiolina si sente Kristofferson che canta "Me and Bobby McGee", quindi è un film per tipicomenoi.
P.S.: I film da cui non posso ricavare nessuna frasetta dimenticabile sono quelli che preferisco, ovviamente. Con "Strada a doppia corsia" vado a nozze, quindi. Ma più sorprendente ancora (visto il libro da cui è tratto, e visto che è assai parlato) è "Un maledetto imbroglio" di Germi. Infatti è un capolavoro.
Dovreste ricopiare la lettera e spedirla a tutti quelli che si sono appropriati i ditinifini senza citarvi. Anche se questo fotomontaggio ha un che di arte moderna, e quindi si corre il rischio che il poeta preferito di Dust non lo capisca.
RispondiEliminaP.S.: Ma l'autobus in basso a sinistra è quello del sopravvalutato "Into the Wild"? Comunque al cinema il miglior film ispirato a Thoreau resta "Secondo amore" (titolo demente per "All that Heaven Allows") di Sirk con Rockazzo.
Dust, attento a come rispondi: se parli male di Sirk esco il mitra.
RispondiEliminaSirk lo conosco poco, ma mi piace. Mi è anche piaciuto assai "Lontano dal Paradiso", parecchio metasirkiano, a detta dei più colti.
RispondiEliminaChi è il mio poeta preferito ?
ah, sì: l'autobus è lui, ma esiste indipendentemente dal film (che comunque avercene)
RispondiEliminaAnche a me è piaciuto molto il film di Todd Haynes, del resto come potrebbe non piacere un film con Julianne Moore? (Ma il suo migliore, secondo me, resta "Safe").
RispondiEliminaP.S.: Il tuo poeta preferito forse è un'espressione impropria. Diciamo quello che conosci meglio. (No, non è Ragazzoni.)
bah
RispondiEliminagasp
RispondiEliminaSottoscrivo l'avercene, anche se non esente da difetti;
RispondiEliminaSottoscrivo pure Safe (e Julianne Moore, che c'è pure lì ed è inquietantissima)
Gli spietati hanno dato i premi della stagione: Penn è finito ottavo, i coen sesti. Il podio: Oro, Gomorra, argento Jesse James, bronzo, ci sarà sangue.
Invidio il tuo autoritratto da vaso greco, Arkulari. Ma i tipicomenoi non dovevano essere tutti piccoli, brutti e diseguali?
RispondiEliminaComunque tre titoli sono pochi, per un ottimo 2008, dopo cinque-sei anni di magra come la storia del cinema (ammesso che il cinema abbia una storia) non ne aveva mai visti. Mancano, tanto per citarne due, "Sparrow" di Johnnie To e "Waltz with Bashir". E, ovvio, "Strada a doppia corsia".
P.S.: Ah, no. "Strada a doppia corsia" non è del 2008 (anche se l'altro giorno ho incontrato Warren Oates a via della lungaretta che stava un incanto e vi saluta tutti).
P.P.S.S.: Dust, ti chiederai chi cazz'è 'sto Johnnie To. Niente, non preoccuparti, è il tuo regista preferito; solo che ancora non lo sai, perché sei troppo giovane.
no, dico, scherziamo ? di suo ho visto The Mission, Breaking News e The Election (solo uno)
RispondiEliminaE' un grandissimo, direi
Scusa, Dust, dimenticavo che vivi in una città privilegiata. "Election 2" è ancora più bello del primo, direi. E se mi perdoni il tono paternalista (sai, l'età), un giorno ti parlo di "Mad Detective". Ora vado a rivedermi in dvd il remake di "Halloween", bel nodo di nervi tesissimi firmato Rob Zombie.
RispondiEliminaP.S.: All'uscita di "Sparrow", ricordo di aver pensato, e forse anche detto: Johnnie To non è un genio. È un angelo. (Più o meno come Warren Oates.)
Un recensore degli Spietati lo ha citato, Sparrow ma sai, credo che in Italia non sia mai uscito, e dunque le classifiche sono "reali".
RispondiEliminaNonostante ciò, più di un recensore ha votato come miglior film uno "virtuale", "The man from London" (remake di l'Homme de Londres), di un regista ungherese visto a Torino, credo, e a Cannes: dunque, si spera che a settembre ce lo passino (di quà dalle Alpi).
Chiudendo, per dare fastidio ad Alt, riprendo dalla pagina di Luca Pacilio una minicritica di Sweeney Todd che mi trova d'accordo:
"Questo film ci dice due cose sul suo regista: la prima è che Burton è diventato un semplice illustratore che appiccica il suo immaginario, oramai stiracchiato e posticcio, a comando, laddove l’apparato estetico ben si adatta, evitando la soluzione, più dignitosa di questi esercizietti di arte applicata, della prostituzione conclamata; la seconda, peraltro assodata da tempo, è che costui ha rotto.
Nel prossimo film adatterà (ma chi se lo sarebbe mai aspettato?) l’Alice di Lewis Carroll. Io passo."
di Rob Zombie in casa mia sono passati (con grande gusto mio e delle figliole) "La casa dei mille corpi" e "La casa del diavolo", che secondo me ha un finale da antologia.
RispondiEliminaIl fu Warren Oates è senz'altro lassù tra gli angeli, ma soprattutto svolazza nella testa (e nel cuore) dei cinefili non più giovanissimi, assieme a Peckinpah. Me lo ricordo anche ne "La sparatoria" di Monte Hellman, un film che all'epoca mi piacque un sacco e che devo assolutamente rivedere
Dust, io di Monte Hellman ho tutto in dvd. Anche per me i due primi Zombie son stati una bella sorpresa, un piccolo Tarantino dell'horror. Halloween è meno pirotecnico (forse anche meno bello), e più truce, tutto un film girato come se ci si trovasse nella testa di Michael Myers. L'idea comunque che tu veda 'sti film con le tue figliole mi fa venire i brividi, anche se come sai non oserei mai dire del male delle tue figliole, io che a tredici anni portavo mia madre a vedere "Entrano: quali trappole!" (altrimenti non mi facevano entrare, appunto).
RispondiEliminaArkulari: quello che dicono gli Spietati su Burton è vero e non è vero. Infatti l'altro giorno ho scoperto che non son l'unico ad aver amato "Big Fish" (e ho detto tutto). Vedi qui.
be', questo è un colpo basso. Fra l'altro, quella nota era scritta in opposizione al detestato "Le invasioni barbariche"
RispondiEliminaComunque piacque anche a Cineforum, che se non sbaglio lo votò addirittura film dell'anno.
Bene, Dust, ricapitoliamo.
RispondiEliminaTi piace Melville.
Ti piace Johnnie To.
Ti piace Monte Hellman (e Warren Oates).
Ti piace John Patrick Headline.
Ma allora: PERCHÉ, PERCHÉ NON SEI UNA BELLA GNOCCA?
Vabbé, consoliamoci dicendo che è l'inizio di una grande amicizia.
Ah, inoltre non ti piace Denys Arcand. Peccato, peccato che non siano passati i dico.
RispondiEliminaNon sono in grado di riconoscere nessuna delle vostre citazioni, tuttavia Big Fish è piaciuto molto anche a me.
RispondiEliminaInvece: un amico ungherese mi parlò con incanto di una pellicola che narra la realtà dei controllori della metro di Budapest. Credo che la storia inclini al gore, non inteso come premio nobel, ma l'amico giura che è molto realistico. Ne sapete qualcosa (googlen verboten)?
kk
Non posso dire altro che questo: credo che me ne parlò l'amico Paolo Marocco, se non erro ha anche scritto una recensione in rete, ma se googlen verboten, non ricordo il titolo e quindi auf wiedersehen o come cacchio si scrive.
RispondiEliminaP.S.: kk, però "Strada a doppia corsia" non puoi perdertelo. È il tipo di film che ti fa venir voglia di metter tutto Beckett nella "cazzata della settimana", non so se mi spiego.
ecco, invece quello maledizione non l'ho mai visto. "Le colline blu" sì
RispondiEliminaTe lo rifilo io, quando avrò riparato il masterizzatore e se ti vanno bene i sottotitoli francesi: tanto non aprono quasi mai bocca, e quando parlano è per ciarlare di motori. Uno dei motivi per cui adoro quel film è che non puoi estrarne neppure una citazione stronza (in realtà una ce ne sarebbe, ma è intraducibile, la dice Warren Oates ed è citata anche su imdb: "Performance and image, that's what it's all about"). E poi da una radiolina si sente Kristofferson che canta "Me and Bobby McGee", quindi è un film per tipicomenoi.
RispondiEliminaP.S.: I film da cui non posso ricavare nessuna frasetta dimenticabile sono quelli che preferisco, ovviamente. Con "Strada a doppia corsia" vado a nozze, quindi. Ma più sorprendente ancora (visto il libro da cui è tratto, e visto che è assai parlato) è "Un maledetto imbroglio" di Germi. Infatti è un capolavoro.