Ne avevamo parlato a suo tempo. Poco alla volta, termini come "semplificazione", "risparmio", "taglio", "riduzione" , sempre contrapposti a immagini negative come "inefficienza", "spreco", "lacci e lacciuoli", "seghe mentali" , stanno invadendo le nostre giornate.
C'è in giro un clima da "dagli al complesso": è tutto un tagliar via curve, sbriciolare castelli in aria di intellettuali fannulloni, rimpiazzare vecchi e pesanti testi con agili diagrammi, sostituire all'autorevolezza il ranking proposto dal motore di ricerca e insomma un ubiquo dedicarsi a simili attività socialmente utili. Erompe l'antico, sotterraneo rancore verso chiunque tenti di dar conto della complessità del reale o di governarla con altri strumenti che non siano la lima e il cronometro.
E' la rivolta della solida quantità contro la frivola qualità, a cui solo le anime belle possono permettersi di aspirare.
Ci parla di questo, ça va sans dire molto meglio di me, un articolo di Michele Serra, che prevede: "Poi la realtà, come è ovvio, presenterà i suoi conti, sprofondando i semplificatori nella stessa melma in cui oggi si dibattono i poveri complicatori di minoranza"
Proporremo periodicamente in questo spazio esempi di semplificazione senz'altro condivisibili
Caro Dust, questa idiozia della semplificazione è un delirio che sta contagiando tutto e tutti, anche dove meno te l'aspetti, persino nella produzione dei dischi cosiddetti "indipendenti". Domani faro' un post con una breve recinzione musicale.
RispondiEliminacome dice un mio amico di Firenze: "Ci siamo mangiati le uova fin nel culo della gallina"
RispondiEliminaE Godard diceva: "Pourquoi faire simple quand on peut faire compliqué?" (inversione credo intraducibile di un detto francese, demente come tutti i detti).
RispondiEliminaCi sto! ci sto! Anche io sono per le semplificazioni utili... tipo se entro domani non trovo un lavoro, svaligiare la banca qui di fronte o fare come Santo Berlusconi d' Arcore... questo si che è utile! ;)
RispondiEliminai.