"Sono troppo addolorato, la lapide sceglietela voi"
"Ma se hai sempre desiderato lapidarlo"
- E' morto Baget Bozzo: cala di un unto il consenso a Berlusconi
- Notizie dall'Italia: improvvisamente risolti i problemi di Baget
- Di mamma ce n'è una sola, di "papi" due, di preti -1
- Si è spento Gianni Baget Bozzo. Ma chi cazzo lo aveva acceso ?
- Sono indeciso tra "domani è un altro giorno" e "francamente me ne infischio"
- Era un prete troppo avanti. Lo chiamavano p.net
- Muore sotto elezioni: la solita giustizia divina ad orologeria
- In questo caso è un peggiore che se ne va. Siamo comunque buoni e diciamo "Guerra all'anima sua".
- Non è che si sono confusi con la morte di Dom DeLuise ?
"Oh non c'entra un cazzo, ma la Brambilla è ministro al turismo"
"Sì, sessuale"
È un duro colpo per la cultura italiana. Fortuna che Alberoni è ancora vivo.
RispondiEliminanon è che niente niente sta arrivando il famoso conto preannunciato dall'Avvenire ? questo potrebbe essere solo un acconto, diciamo per l'antipasto
RispondiElimina"di "papi" due, di preti -1"
RispondiElimina"Fortuna che Alberoni è ancora vivo."
ahahahahahah! sono piegato! :-D
cmq lombrosianamente non ho mai visto una faccia più rappresentativa della laidezza pedofila del defunto sostenitore del governo dc-msi (1960). che imputridisca male nel suo inferno.
baci. tonii
Ma che dite? Non è mica morto! Ma allora venite proprio da' montagna der sapone...
RispondiEliminaMinchia, ma se è ancora vivo da morto significa che ora mi tocca sorbirmelo per l'eternità, già noiosa di per sé.
RispondiEliminaCom'è il secondo della trilogia di Pennac? Ah, "Il paradiso degli orchi"... O era il primo? Vabbè.
RispondiEliminaAvanti il terzo!
plin-plon
Au bonheur des ogres è il primo. Ed è una tetralogia. anche se il quarto, Monsieur Malaussène, è brutterrimo.
RispondiEliminaDel quarto ricordo solo un libro avvincente, pieno di peripezie, divertentissimo e che non finiva mai. Una noia abissale. Gli altri, soprattutto i primi due, non erano male, ma con la vaga impressione di leggere una versione soft del dittico Tarpon di uno scrittore lì meno in vena ma a cui Pennac non arriva neppure alla suola della scarpa.
RispondiEliminaMah, "La prosivendola" da una parte entra e dall'altra esce, come si suol dire. Dopo "Il paradiso degli orchi" direi che il migliore è "La fata carabina" (da non confondere con quella di Pinocchio, che ha la doppia v ed è turchina). A tutt'oggi, con Pennac, sembra non ci sia altra storia che tenga, almeno tra quelle trad. in it.
RispondiEliminaLa mia preferita - anzi, l'unica che mi piace davvero - è "L'occhio del lupo" ; il più bel personaggio di Pennac sta lì dentro, e si chiama Pallette.
"Il signor Malaussène", sono d'accordo con voi, è di una noia mor-ta-le. Infatti non lo finii.
RispondiEliminaIl passato remoto sarebbe veramente d'obbligo. Se non che, pure oggi, ci sveglia sempre la stessa storia. Che maroni...
Boh. A me era piaciuto proprio "la petite marchande de prose", che anche se me la tiro avevo letto in itagliano, dacché non sapevo il fransuà. Poi ho fatto un corso in cassetta di fransuà, e ho letto le dictateur et le hamac, che nel frattempo era uscito, e quello lo ho trovato davvero povero, peggio ancora di messié malossène.
RispondiEliminaSì, in fondo era carino, "La prosivendola". E' solo che non mi ricordo nulla, se non l'idea del libro che promuove la lettura, com'è un po' tutto Pennac, ché i suoi romanzi nascono dall'dea di fondo di un suo piccolo saggio, intitolato (sempre in it.) "Come un romanzo". Però ormai non si può più metter piede a Belville senza pensarci... Invece a me, tra gli ultimi francesi conosciuti, mi ha sconvolto un romanzo di Philippe Forest... Vi dice nulla? Un tipo che scrive delle cose bellissime, lucidissime, da un mare di dolore, senza negarlo neanche per un istante.
RispondiEliminaIo non l'ho mai sentito, ma qual è il titol del romanzo.
RispondiElimina(Oh, ragazzi, qui siamo al delirio terminal: un post dedicato al compianto e mai abbastanza lodato Baget Bozzo, illustrato da una foto di Dom DeLuise e con un thread dedicato alla letteratura francese contemporanea.)
Non lo conosco per niente, grazie, anonimo. Anzi, non so nulla della letteratura francese contemporanea, e nemmeno di quella passata o futura. Mi ero divertito a leggere qualche noir di Evette, e direttamente in fransuà, e mi era anche piaciuto, probabilmente perché c'erano molte parole che non avevo capito, non stavano nel corso in cassetta. E poi leggevo Houellebecq, del cui nome non sono sicuro e non è che mi interessi, e che mi annoia a morte. In altre parole: preferisco leggere libri che non mi piacciono, e parlarne.
RispondiEliminaE che mi dici di Siniac, Scroto, con tanto di punto e virgola e parentesi chiusa?
RispondiElimina@ Sten 13. Infatti Pennac serviva da metafa ma ormai ciccia. Il romanzo di Forest a cui mi riferivo, invece è fuor di met e sìintitola "Toute la Nuit" ("Per tutta la notte", Alet 2006; trad. di Domenico Scarpa) e se vi capita di leggerlo mi piacerebbe sapere cosa ne pensate.
RispondiElimina@ Scortichini. Neppure io so granchè della letteratura francese contemporanea. Embè? Loro sono tanti, e io, ad esempio, son sola.
Di Siniac ho letto solo femmes blafardes, trovandolo impressionante. Andrebbe fatto leggere a tutti gli studenti di sistemi dinamici, l'idea della teoria del caos in letteratura, la provincia come sistema caotico. E dopo la lettura tutti a mangiare coniglio alla cacciatora. Gran libro.
RispondiEliminaQualcuno dovrebbe farne un film.
Anonima, hai ragione. Come disse qualcuno, prefersico discutere di ciò che non conosco: la conoscenza condizionerebbe le mie opinioni.
Ero convinta che Siniac fosse un pittore divisionista. E invece pure lui scrive romanzi per i visi pallidi. Tutti scrivono romanxi per i visi pallidi.
RispondiEliminaNonché per i visi lividi.
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