A quella stessa ora i poliziotti che smontavano dalla notte si ritrovavano a far colazione da Trejo's, una tavola calda lunga e stretta, con poche finestre, simile a una bara. Là bevevano caffè o mangiavano uova alla ranchera o uova alla messicana o uova con la pancetta o uova fritte. E si raccontavano barzellette. A volte erano monotematiche. Le barzellette. E abbondavano quelle sulle donne. Per esempio, un poliziotto diceva: com'è la donna perfetta? Be', alta mezzo metro, con gli orecchi grossi, la testa piatta, senza denti e bruttissima. Perché? Be', di mezzo metro perché ti arrivi esattamente ai fianchi, imbecille, con gli orecchi grossi per maneggiarla con facilità, con la testa piatta per avere un posto dove appoggiare la birra, senza denti perché non ti faccia male all'uccello e molto brutta perché nessun figlio di puttana te la rubi. Certi ridevano. Altri continuavano a mangiare le loro uova e a bere il loro caffè. E quello che aveva raccontato la prima barzelletta continuava. Diceva: perché le donne non sanno sciare? Silenzio. Perché in cucina non nevica mai. Certi non capivano. La maggior parte dei poliziotti non aveva mai sciato in vita sua. Dove si scia in mezzo al deserto? Ma altri ridevano. E quello che raccontava le barzellette diceva: forza, belli, definitemi una donna. Silenzio. E la risposta: be', un insieme di cellule mediamente organizzate che circondano una vagina. E allora qualcuno rideva, un agente della giudiziaria, fantastica questa, Gonzàlez, un insieme di cellule, sissignore. E un'altra, stavolta internazionale: perché la Statua della Libertà è donna? Perché per metterci il belvedere avevano bisogno di qualcuno con la testa vuota. E un'altra ancora: in quante parti è diviso il cervello di una donna? Be', dipende, belli! Da cosa dipende, Gonzàlez? Dipende da quanto la picchi duro. E ormai infervorato: perché le donne non sanno contare fino a settanta? Perché quando arrivano al sessantanove hanno già la bocca piena. E ancora più infervorato: che cos'è più scemo di un uomo scemo? (Questa era facile). Be', una donna intelligente. E sempre più infervorato: perché gli uomini non prestano la macchina alla moglie? Perché dalla camera alla cucina non c'è la strada. E nello stesso stile: cosa ci fa una donna fuori dalla cucina? Aspetta che si asciughi il pavimento. E una variante: cosa ci fa un neurone nel cervello di una donna? Be', turismo. E allora lo stesso agente della giudiziaria che aveva riso rideva ancora e diceva bellissima, Gonzàlez, molto azzeccata, un neurone, sissignore, turismo, molto azzeccata. E Gonzàlez, instancabile, continuava: come sceglieresti le tre donne più stupide del mondo? Be', a caso. L'avete capita, belli? A caso! Tanto è uguale! E poi: cosa bisogna fare per ampliare la libertà di una donna? Be', darle una cucina più grande. E di nuovo: cosa bisogna fare per ampliare ancora di più la libertà di una donna? Be', attaccare al ferro da stiro una prolunga. E qual è la giornata della donna? Be', una giornata senza pensieri. E quanto ci mette una donna a morire per un colpo in testa? Be', sette o otto ore, dipende da quanto ci mette la pallottola a trovare il cervello. Il cervello, sissignore, borbottava l'agente della giudiziaria. E se qualcuno rimproverava a Gonzàlez di raccontare troppe barzellette maschiliste, Gonzàlez rispondeva che era più maschilista Dio, che ci aveva fatto superiori. E proseguiva: come si definisce una donna che ha perso il novantanove per cento del suo quoziente di intelligenza? Be', muta. E cosa ci fa il cervello di una donna in un cucchiaino da caffè? Be', galleggia. E perché le donne hanno un neurone in più dei cani? Perché quando puliscono il bagno non bevano l'acqua del water. E cosa fa un uomo quando butta una donna dalla finestra? Be', inquina l'ambiente. E in cosa somiglia una donna a una pallina da squash? Be', più forte la batti, più velocemente torna da te. E perché le cucine hanno una finestra? Be', perché le donne vedano il mondo. Finché Gonzàlez non si stancava e beveva una birra e si lasciava cadere su una sedia e gli altri poliziotti ricominciavano a occuparsi delle loro uova. Allora l'agente della giudiziaria, esausto dopo una notte di lavoro, borbottava quanta sacrosanta verità era nascosta nelle barzellette popolari. E si grattava le parti basse e posava sul tavolo di plastica il suo revolver Smith&Wesson 686, quasi un chilo e duecento grammi di peso, che sbattendo contro la superficie del tavolo faceva un rumore secco, come quello di un tuono in lontananza, e riusciva ad attrarre l'attenzione dei cinque o sei poliziotti più vicini, che ascoltavano, no, che vedevano le sue parole, le parole che l'agente della giudiziaria voleva dire, come se fossero clandestini persi nel deserto e vedessero un'oasi o un villaggio o una mandria di cavalli selvaggi. Quanta sacrosanta verità, diceva l'agente della giudiziaria. Chi cazzo inventerà le barzellette?, diceva l'agente della giudiziaria. E i proverbi? Da dove cazzo vengono? Chi è il primo a pensarli, chi è il primo a dirli? E dopo qualche secondo di silenzio, con gli occhi chiusi, come se si fosse addormentato, l'agente della giudiziaria socchiudeva l'occhio sinistro e diceva: date retta all'orbo, imbecilli. Le donne dalla cucina al letto, e per la strada legnate. Oppure diceva: le donne sono come le leggi, sono fatte per essere violate. E le risate erano generali. Una grande coperta di risate si innalzava nel locale lungo e stretto, come se i poliziotti la usassero per lanciare in aria la morte. Non tutti, naturalmente. Alcuni, ai tavoli più distanti, finivano le loro uova con il chili o le loro uova con la carne o le loro uova con i fagioli in silenzio o parlando fra loro, delle loro cose, isolati dal resto. Facevano colazione, per così dire, coi gomiti appoggiati sull'angoscia e sul dubbio. Appoggiati sull'essenziale che non porta da nessuna parte. Intirizziti dal sonno: cioè voltando le spalle alle risate che sostenevano un altro sogno. Altri invece, coi gomiti appoggiati in fondo al bancone, bevevano senza dire nulla, limitandosi a guardare quella baraonda, o a mormorare che roba, o senza mormorare nulla, imprimendosi semplicemente sulla retina i poliziotti e gli agenti della giudiziaria.
Roberto Bolaño, 2666**, traduzione di Ilide Carmignani, Adelphi, Milano 2008, pp. 259-62.
O God che sei nei cieli, sia fatta la tua volontà,
RispondiEliminama dimmi: prevedi che un giorno su questo pianeta periferico la maggioranza degli animali che sanno dire mamma e babbo possano incarnare la letteratura universale e smetterla di essere cattivi coglioni capaci solo d'odio, livore e sofferenza?
Ricordo un'intervista di Yourcenar a Borges in Svizzera, lui in punto di morte. Cito a memoria, perché non l'ho mai ritrovata, forse me la son sognata, o forse non era la Yourcenar.
RispondiElimina— Monsieur Borges, quand sortirez-vous du labyrinthe?
— Chère madame: quand les hommes seront plus sages.
P.S.: Però "Le donne dalla cucina al letto, e per la strada legnate. Oppure diceva: le donne sono come le leggi, sono fatte per essere violate. E le risate erano generali." sembra scritta apposta.
E apposta pure sembra l'ulteriore divisione di chi non partecipa al lancio della coperta. Infatti, tra quelli che stanno "in silenzio o parlando fra loro, delle loro cose, isolati dal resto [...] i gomiti appoggiati sull'angoscia e sul dubbio. Appoggiati sull'essenziale che non porta da nessuna parte", e quelli che si limitano a "guardare la baraonda, o a mormorare che roba, o senza mormorare nulla".
RispondiEliminaTertium non datur?
No. È così che in pochi anni si finisce col vivere in quella che ha ottenuto di essere classificata come la città più pericolosa del mondo (quasi 5.000 donne ammazzate), persino più di Bagdad.
RispondiEliminaOrge e festini del Sonora (o piuttosto Chihuahua).
RispondiEliminaInsomma ci e' andata un po' meglio.
Per ora.
Il documentario piu' famoso sulla citta' Juarez-Santa Teresa si chiama
"Juarez, the city where women are disposable".
Citazione:
"Stupisce, però, la perfetta convergenza tra i diversi gradi governativi, nel minimizzare il numero di omicidi e nel considerare le vittime le vere responsabili “perché passeggiavano in luoghi bui e indossavano minigonne o altre mises provocanti…” come affermò Barrio Terrazas quando era governatore dello stato di Chihuahua. In realtà la vera causa dell’aumento dei delitti sembra risiedere nell’intreccio tra impunità e negligenza del governo federale.
Questa vicenda oscura rivela l’onnipotenza dei
narcotrafficanti, i legami tra ambienti criminali e potere economico e politico.
Molte testimonianze dimostrano che alcuni omicidi di donne sono commessi durante orge sessuali da uno o più gruppi di individui, fra cui alcuni assassini protetti da funzionari di diversi corpi di polizia, in combutta con personaggi altolocati, a capo di fortune acquisite per lo più illegalmente, grazie alla droga e al contrabbando, e la cui rete d’influenza si estende come una piovra da un capo all’altro del paese.
Per questo motivo questi crimini efferati godono della più completa impunità. Secondo alcune fonti federali, sei importanti
imprenditori di El Paso, del Texas, di Ciudad Juárez e di Tijuana assolderebbero sicari incaricati di rapire le donne e di consegnarle nelle loro mani, per poterle violentare, mutilare e infine uccidere.
Le autorità messicane sarebbero da molto tempo al corrente di tali attività e rifiuterebbero di intervenire. Questi ricchi imprenditori sarebbero vicini a certi amici del presidente Vicente Fox e avrebbero contribuito ai finanziamenti occulti della campagna elettorale che ha portato Fox alla presidenza del paese, mentre Francisco Barrio Terrazas, ex governatore di Chihuahua diventava suo ministro.
Questo spiegherebbe perché nessun vero colpevole ha mai avuto fastidi con la polizia dopo la morte di oltre 400 donne."
dal blog michele5.blogspot.com
o.a.
Guarda Amalfitano, non ci crederai ma ho letto per la prima volta il titolo di quel documentario poco fa. Alle 17.30 di oggi, per essere precisi. Cito una mail:
RispondiEliminaHo davanti la pagina wiki italiana su Ciudad Juárez. A "Bibliografia", l'occhio mi cade su: "film documentario 'Juarez, the city where women are disposable' di Alex Flores e Lorena Vassolo".
Giuro: disposable.
Manco a farlo apposta.
Scusa Amalfitano, ma tu quel documentario ce l'hai?
RispondiEliminano non ce l'ho ma mi aveva colpito il titolo
RispondiEliminal'unico modo per averlo e' il sito ufficiale penso
http://lasperlasdelmarfilms.com/juarez.html
o.a.
Minchia, 52 dollari. Grazie comunque.
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