Questo blog collettivo si decollettivizza a tempo indefinito. I sette componenti vanno a bersi qualcosa - chi uno spritz, chi un martini, chi una pinta di inchiostro irlandese, chi una birra in Myanmar.
Potete ancora seguirli nei loro blog personali, su Facebook e su Friendfeed, che aggrega un po' tutto l'aggregabile.
Se e quando questo blog riprenderà a funzionare sarete i primi a saperlo.
Direi che non c'è altro da aggiungere.
domenica 31 gennaio 2010
sabato 23 gennaio 2010
venerdì 22 gennaio 2010
La quadratura dei poli
1) Pare vogliano abolire la geografia a scuola.
2) Pare che da qui a poco si invertiranno i poli magnetici della terra. (Pare anche che chissenefrega, se ho capito bene.)
3) Gasparri che si perde ai Parioli, zona Acqua Acetosa. Finisce per trans, mentre voleva andare al Circolo del Polo.
Atenti atenti!
Ariva la batuta bufa!
No, non arriva un corno.
A voi ve ne viene una, efficace, cazzuta, sfanculatrice e magari pure vignettabile?
Vi lascio, vado a ficcarmi in bocca un paio di carote crude.
Un giorno, promesso, vi parlerò di carote.
2) Pare che da qui a poco si invertiranno i poli magnetici della terra. (Pare anche che chissenefrega, se ho capito bene.)
3) Gasparri che si perde ai Parioli, zona Acqua Acetosa. Finisce per trans, mentre voleva andare al Circolo del Polo.
Atenti atenti!
Ariva la batuta bufa!
No, non arriva un corno.
A voi ve ne viene una, efficace, cazzuta, sfanculatrice e magari pure vignettabile?
Vi lascio, vado a ficcarmi in bocca un paio di carote crude.
Un giorno, promesso, vi parlerò di carote.
Satori casalingo o O Nestlé
Piccoli, piccoli editori,
neppure la raccomandazione di un God
può salvarvi dagli studi di satori.
Salvante Fruzzetti, La mia Modica.
neppure la raccomandazione di un God
può salvarvi dagli studi di satori.
Salvante Fruzzetti, La mia Modica.
E comunque da vari giorni mi becco l'insonnia alla rovescia. Mi sveglio in mezzo alla notte e non mi riaddormento più.
La mattina erro per la casa come uno zombi, ma davvero(1). E zombicchiando(2) faccio torpide battute a figlia7(3) che a volte ride: per pietà, suppongo. Prima di levarsi dalle palle, ieri la colf romena(4) mi ha detto: "Guarda che devi aprire il barattolo di Nutella nuovo, in quello vecchio la cioccolata che resta in fondo ormai è troppo dura". Io tra me e me pensavo Seee, troppo dura un cazzo, transilvana di poca fede, qui non si butta via niente, mica che uno apre un nuovo barattolo di Nutella così. Allora stamattina con lo scalpello(5) raschiavo disperatamente il fondo del barile: se mi guardassi allo specchio sono sicuro che mi sarei ritrovata stampata la stessa identica espressione balorda di Jerry Lundegaard.
La mattina erro per la casa come uno zombi, ma davvero(1). E zombicchiando(2) faccio torpide battute a figlia7(3) che a volte ride: per pietà, suppongo. Prima di levarsi dalle palle, ieri la colf romena(4) mi ha detto: "Guarda che devi aprire il barattolo di Nutella nuovo, in quello vecchio la cioccolata che resta in fondo ormai è troppo dura". Io tra me e me pensavo Seee, troppo dura un cazzo, transilvana di poca fede, qui non si butta via niente, mica che uno apre un nuovo barattolo di Nutella così. Allora stamattina con lo scalpello(5) raschiavo disperatamente il fondo del barile: se mi guardassi allo specchio sono sicuro che mi sarei ritrovata stampata la stessa identica espressione balorda di Jerry Lundegaard.
Mi dico: è vero, è dura, ma sul muffin caldo magari fonde.
Macché, non fonde.
Fa solo i grumi. Pallette di burro marrone che rotolano rancide sul muffin tostato.(6)
(Même à déboucher les cabinets, elle devait souvent renoncer la mère Cézanne tellement c’était difficile. « Je ne sais pas ce qu’ils mettent dedans, mais faudrait pas d’abord qu’elle sèche !... Je connais ça… Ils vous préviennent toujours trop tard !... Ils font exprès d’abord !… Où j’étais avant il a même fallu faire fondre un tuyau tellement c’était dur !... Je ne sais pas ce qu’ils peuvent bouffer moi… C’est de la double !... »)(7)
Rifilo il muffin a figlia7,(8) lei addenta. Dico: "Buono, eh? Eh?!". Non risponde. Mi sfracello sulla poltrona, a fissare come un bambino ebete i cartoni animati per bambini ebeti che danno alle otto del mattino su un canale dell'Etat Républicain de l'Identité. A un certo punto mi accorgo che figlia7(9) mi sta guardando con un'espressione preoccupata. Il fatto è che mi son messo a canticchiare senza neppure rendermene conto: "Ouh là qui va là? — Inspecteur Gadget! — Non, mais ça va pas — Ouh! Ouh!".(10)
Poi arriva la pubblicità di un nuovo tipo di cereali ricoperti di cioccolata. Si vede una fabbrica gigantesca, macchinari industriali retrofitting(11) giganti, il tutto per ricoprire di cioccolato un chicco di riso soffiato (o grano, o avena, o qualcosa, no, avena no, una cosa croccante, comunque).(12)
E nella testa che gira sempre più vuota vengo attraversato dall'idea (iperbole)(14) che forzando un po', o facendolo precedere da un vocativo "O" (ma perché?!), Nestlé è l'anagramma di "Stenelo".(15)
Ma senza riuscire a cavare uno straccio di senso da questa inutile scoperta.
Commenti, note e apparati dopo il "continua a leggere".
1) [ma da vero] nel ms.
2) Quando ero piccolo mio nonno mi raccontava le avventure di un bambino(*) chiamato Zompicchio.
3) Pronunciare [figlia8], altrimenti ci arrabbiamo.
4) Bastarda fancazzista sistemata precedentemente qui.**
5) [il scalpello] nel ms.***
6) Nota n° 6.****
7) Questo capoverso è quasi tutto in francese.*****
8) Appunto.
9) Vedi nota n°6.******
10) Su! Tutti insieme!
Eh là qui va là (Inspecteur Gadget)
Eh là ça va pas (Ouh ouh!)
Oh là je suis là (Inspecteur Gadget)
C'est moi que voilà (Inspecteur Gadget)
Ça va être la joie (Ouh ouh!)
Au nom de la loi (Moi je vous arrête)
Je vous arrête là!!
(Go go)
Gadget à main
(Flash!)
Gadget au chapeau
(Hé ho)
Gadget au poing
(Oh la)
Elastico-Gadget
Les bandits sont là (Inspecteur Gadget)
Ils n'échapperont pas (Ouh ouh!)
Si l'inspecteur fait gaffe (Fait gaffe aux gadgets)
Qui marchent ou marchent pas!!
(Go go)
Gadget à main
(Flash!)
Gadget au chapeau
(Hé ho)
Gadget au poing
(Oh la)
Elastico-Gadget*******
11) Non preoccuparti, ti spiego anche questa.********
12) Dopo attente ricerche, siamo in grado di affermare che i chicchi contengono cianuro con dosaggio identico alla pasticca masticata da Joseph Goebbels.*********
14) Infatti il cioccolato non fa bene al colesterolo.**********
15) Questa è un'illustrazione che spacca:***********
(*) Più verosimilmente un nano. [Nota dell'Editore]
(**) Ma anche lì. [Nota dell'Editore]
(***) Sì, ma questo tipo di note dovrei farle io, credo. Eh. [Nota dell'Editore]
(****) Quarta nota. [Nota dell'editore]
(*****) E non l'hai manco scritto te. [Nota dell'editore]
(******) Guarda che è la nota 3. [Nota dell'editore]
(*******) File under "Volevo essere Andy Kaufman". E comunque anche 'sta canzone è in francese. [Nota dell'editore]
(********) Sì, ma il link rimanda a una pagina in inglese. [Nota dell'editore]
(*********) MA CHE CAZZO DICI?! Primo Goebbels si è sparato, secondo quelle sono normalissime crocchette al cioccolato! Qui finiamo sotto processo, razza d'imbecille! Ma chi me l'ha rifilato, questo cretino? Ho capito che stavolta la tipografia la paga la provincia e il resto va a spese d'autore, ma questa è la volta che sputtaniamo definitivamente tutta la casa editrice e chiudiamo bottega sul serio. Ma dimmi te se devo passare mesi a compilare gli studi di settore per poi leggere (e pubblicare?!) le stronzate di questo cane raccomandato. [Nota dell'editore]
(**********) Pure superstizioso, eh? Cane. Cane raccomandato. [Nota dell'editore]
(***********) Ma no che non spacca, è un'illustrazione fin troppo trita e ovvia. Di una banalità sconfortante. Non se ne può più di quella scena. [Nota dell'editore]
Visto, si stampi. È ora di farla finita. Una pillola di chocapic e addio per sempre.
Ed. Arnold e Willy Montatori (coll. "Meridiano livido con riporto"), Pizzighettone 2010.
mercoledì 20 gennaio 2010
Post breve
Oggi il Senato dei God ha approvato a larga maggioranza il disegno di legge sul Post breve. Il voto contrario è stato espresso da Sten e da Scortichini. Almeno così si pensa. In considerazione di ciò, ogni post subirà una interruzione dopo la seconda riga: Saltata la terza si riprenderà dalla quarta. Se non si capisce un cazzo fa lo stesso, tanto la terza riga non è mai risolutiva per capire il senso del post. Dopo la quarta riga inizia una veloce apnea che porterà direttamente alla settima riga, quella che in genere Cassa il post o lo conferma, tanto è cretino il post. Gasparri ha esultato alla notizia dell' approvazione da parte del Senato dei God del "Post bre"
Buon vecchio Jack
" Ci sono luci ed ombre nella vita di Jack lo squartatore. Se la sua umana vicenda, fatta di scannamenti di donne (ma soprattutto, se non esclusivamente, prostitute) può indurre ad una meditata disapprovazione, non sminuita dal "così fan tutti", non può tacersi che la di lui opera ispirò pregevoli casi di filmografia successiva. Questa sua natura, resa pubblica sugli schermi, ebbe quindi dei meriti che la Storia, nel suo corso, valuterà appieno. Ai di lui discendenti, chiunque siano, va quindi un ricordo pensoso e pensato"
martedì 19 gennaio 2010
Via Craxi
Si diceva che fosse di legno, e a me il legno non dispiace. Si diceva anche che fosse socialista, in anni e contesti in cui socialista significava craxiana. In una donna la craxianità mi intrigava, forse per via della x. Se allora avessi saputo il portoghese mi avrebbe introgato ancora di più.
Quella sera il torrente studentesco, settimanalmente pendolante a maggiore onore e pecunia delle effesse, ci mise in contatto, e poi fianco a fianco, catalizzando l'occasione, che ritenevo forse unica, di arrivare a lei. (Il tempo avrebbe poi dimostrato che l'occasione era, in effetti, molto probabilmente unica). Mi mancava però un algoritmo: dovevo pensare rapidamente e efficientemente, lo feci, e trovai: arrivare a lei via Craxi.
Craxi all'epoca era, e ancora è, un ottimo argomento di conversazione, presumibilmente uno dei sette migliori argomenti di conversazione di tutti i tempi. Negli anni avevo fatto mambassa di una congrua quantità di schemi e aperture di possibili conversazioni a proposito di Craxi, che avevo poi codificato in una teoria di sintagmi e paragrammi, raccolti infine in apposite schede. A guardarle oggi, più che schemi, si direbbero quasi sussunzioni (per quanto schematiche: non potrebbe essere altrimenti).
Lo schema che adottai quella sera, che avevo battezzato, con una sorprendente dose di ironia, bottiglia di Gross, consisteva nel fingere un'analisi con pochi elementi di originalità, da schizzare con un procedimento ad angolo giro e da far poi convergere, più lentamente possibile, ad un punto concettuale fisso, il quale, approfondito, si scopriva che oscillava, ma non impercettibilmente: in maniera assolutamente percettibile. In sintesi, benché non estrema, si trattava di sostenere che la parabola di Craxi fosse tutt'altro che riassumibile in schemi.
Il ritardo effesse mi regalò non soltanto una buona mezzora, ma soprattutto la desertificazione delle fermate dei bus, provocando una passeggiata con valigia, che fu da me astutamente pilotata verso paraggi del tutto miei, e per nulla suoi. Esattamente in quel punto si produsse la conversazione che segue:
- Non ci sono autobus. Dormi da me.
- Sei pazzo.
Capii immediatamente che l'indomani, se non addirittura la sera stessa, avrebbe detto a tutti che l'avevo importunata, aggiungendo, se non l'avesse fatto il suo interlocutore, che io ero uno che importunava. Immediatamente dopo capii che io bramavo, più del suo corpo craxiano, che lei dicesse a tutti che io ero uno che importunava. L'ultima cosa che capii è che il conseguimento di ciò che si è bramato non schiude orizzonti di felicità, almeno non sempre, almeno non immediatamente.
Quella sera il torrente studentesco, settimanalmente pendolante a maggiore onore e pecunia delle effesse, ci mise in contatto, e poi fianco a fianco, catalizzando l'occasione, che ritenevo forse unica, di arrivare a lei. (Il tempo avrebbe poi dimostrato che l'occasione era, in effetti, molto probabilmente unica). Mi mancava però un algoritmo: dovevo pensare rapidamente e efficientemente, lo feci, e trovai: arrivare a lei via Craxi.
Craxi all'epoca era, e ancora è, un ottimo argomento di conversazione, presumibilmente uno dei sette migliori argomenti di conversazione di tutti i tempi. Negli anni avevo fatto mambassa di una congrua quantità di schemi e aperture di possibili conversazioni a proposito di Craxi, che avevo poi codificato in una teoria di sintagmi e paragrammi, raccolti infine in apposite schede. A guardarle oggi, più che schemi, si direbbero quasi sussunzioni (per quanto schematiche: non potrebbe essere altrimenti).
Lo schema che adottai quella sera, che avevo battezzato, con una sorprendente dose di ironia, bottiglia di Gross, consisteva nel fingere un'analisi con pochi elementi di originalità, da schizzare con un procedimento ad angolo giro e da far poi convergere, più lentamente possibile, ad un punto concettuale fisso, il quale, approfondito, si scopriva che oscillava, ma non impercettibilmente: in maniera assolutamente percettibile. In sintesi, benché non estrema, si trattava di sostenere che la parabola di Craxi fosse tutt'altro che riassumibile in schemi.
Il ritardo effesse mi regalò non soltanto una buona mezzora, ma soprattutto la desertificazione delle fermate dei bus, provocando una passeggiata con valigia, che fu da me astutamente pilotata verso paraggi del tutto miei, e per nulla suoi. Esattamente in quel punto si produsse la conversazione che segue:
- Non ci sono autobus. Dormi da me.
- Sei pazzo.
Capii immediatamente che l'indomani, se non addirittura la sera stessa, avrebbe detto a tutti che l'avevo importunata, aggiungendo, se non l'avesse fatto il suo interlocutore, che io ero uno che importunava. Immediatamente dopo capii che io bramavo, più del suo corpo craxiano, che lei dicesse a tutti che io ero uno che importunava. L'ultima cosa che capii è che il conseguimento di ciò che si è bramato non schiude orizzonti di felicità, almeno non sempre, almeno non immediatamente.
lunedì 18 gennaio 2010
domenica 17 gennaio 2010
sabato 16 gennaio 2010
Buffi stupidi costumi locali: oggi, Auschwitz!
Dedicato all'on. Paolo Grimoldi, Camera dei deputati (gruppo Lega Nord) della Repubblica italiana
e
agli ill.mi genitori della scuola "Lina Mandelli" di Usmate Velate (MB).
e
agli ill.mi genitori della scuola "Lina Mandelli" di Usmate Velate (MB).
Pigmeo readacted
Letto Pigmeo di Chuck Palahniuk, storia di piccolo addestratissimo agente orientale in missione negli Stati Uniti per avviare Operazione Caos.
Palahniuk è uno che ce la mette tutta per farti capire che ha una capsula di cianuro nel molare. Dice guarda qui, guarda adesso cosa faccio. Guarda qui: pericoloso esplosivo. Guarda qui: veleno. Sangue. Violenza. Sodomia. Sok-pow, blam-wham. Tallio.
Ma così è, con Palahniuk: se nel primo atto appare una capsula di cianuro in un molare, puoi star sicuro che nel quinto entrerà in scena un dentista.
A scopo cronaca: certo che è una commedia romantica.
Chuck Palahniuk, Pigmeo, Mondadori 2009.
venerdì 15 gennaio 2010
Cosa ti rifilo
Esperimento non particolarmente sottile, ma piuttosto efficace. L'aspetto interessante è che siamo "naturalmente" portati a pensare che la sezione centrale sia quella "vera", cioé quella che aderisce in modo più neutrale ai dati empirici e che cattura il "vero significato" della scena (vedi la discussione su Digg).
In questo giocano alcuni elementi strutturali:
- la didascalia, che ci dà il senso e l'obiettivo dell'operazione, focalizzando e orientando la nostra attenzione: qui si parla di manipolazioni della realtà attraverso le immagini
- la diversa colorazione delle aree: solo quella in mezzo ha colori "reali"
- la tripartizione orizzontale, adeguata a comunicare l'idea di opposti ed equivalenti estremismi, pdv parziali (ristretti) vs. una visione "ampia" e comprensiva, più oggettiva e distaccata. Canonicamente, quella che sta nel mezzo.
Le sezioni laterali sono in realtà diversamente colpevoli. Mentre quella a sinistra omette un'informazione rilevante (il gesto umano) per non indebolire il proprio messaggio, di fronte a quella di destra difficilmente potremmo essere indotti a immaginare un contesto idilliaco, anche in assenza del fucile.
Il riquadro centrale è il presunto "totale", ma in definitiva è solo un ritaglio spazio-temporale di cui non sappiamo nulla. Ai fini dell'esempio l'individuazione esatta delle parti in campo non ha interesse, ma comunque non conosciamo la fonte né il contesto. Potrebbe essere il fotogramma di un film, ad es., oppure una bella messa in scena ad uso del fotografo, dopo la quale il poveretto a terra è stato massacrato. Ma l'idea che il "totale" sia sottratto ad ogni ingerenza ideologica o propagandistica è abbastanza gratuita: la foto comunica contemporaneamente capacità di controllo e umanità, messaggio perfettamente adeguato ad es. al contesto delle guerre contro il terrorismo, in cui esibire un superiore livello insieme di tecnologia e di civiltà è cruciale.
Mi piace pensare ad un'immagine meno condizionata. Qualcosa di questo tipo, appesa a una parete e senza titolo.
Non butterebbe nessuna colpa addosso ai media, ma potrebbe farci interrogare su come noi stessi sezioniamo un'immagine e ne estraiamo senso. Se privilegiamo un riquadro o l'altro e siamo comunque in grado di comprenderli tutti è - credo - grazie al fatto che collochiamo l'immagine dentro a un nostro frame, ad una narrazione che conosciamo (la violenza della guerra, la solidarietà umana, il rispetto del nemico, la collana Supereroica) e la collochiamo dentro altri flussi di immagini, come quadri di crocifissioni o film di guerra. In Apocalypse Now (film, tra l'altro, in cui l'azione di regista e troupe è messa addirittura in scena) Kilgore fa il bel gesto di porgere la borraccia ad un coraggioso nemico ormai morente, per poi piantarlo lì non appena sente nominare Lance, il campione di surf.
Siamo noi stessi i "rifilatori" di ultima istanza.
In questo giocano alcuni elementi strutturali:
- la didascalia, che ci dà il senso e l'obiettivo dell'operazione, focalizzando e orientando la nostra attenzione: qui si parla di manipolazioni della realtà attraverso le immagini
- la diversa colorazione delle aree: solo quella in mezzo ha colori "reali"
- la tripartizione orizzontale, adeguata a comunicare l'idea di opposti ed equivalenti estremismi, pdv parziali (ristretti) vs. una visione "ampia" e comprensiva, più oggettiva e distaccata. Canonicamente, quella che sta nel mezzo.
Le sezioni laterali sono in realtà diversamente colpevoli. Mentre quella a sinistra omette un'informazione rilevante (il gesto umano) per non indebolire il proprio messaggio, di fronte a quella di destra difficilmente potremmo essere indotti a immaginare un contesto idilliaco, anche in assenza del fucile.
Il riquadro centrale è il presunto "totale", ma in definitiva è solo un ritaglio spazio-temporale di cui non sappiamo nulla. Ai fini dell'esempio l'individuazione esatta delle parti in campo non ha interesse, ma comunque non conosciamo la fonte né il contesto. Potrebbe essere il fotogramma di un film, ad es., oppure una bella messa in scena ad uso del fotografo, dopo la quale il poveretto a terra è stato massacrato. Ma l'idea che il "totale" sia sottratto ad ogni ingerenza ideologica o propagandistica è abbastanza gratuita: la foto comunica contemporaneamente capacità di controllo e umanità, messaggio perfettamente adeguato ad es. al contesto delle guerre contro il terrorismo, in cui esibire un superiore livello insieme di tecnologia e di civiltà è cruciale.
Mi piace pensare ad un'immagine meno condizionata. Qualcosa di questo tipo, appesa a una parete e senza titolo.
Non butterebbe nessuna colpa addosso ai media, ma potrebbe farci interrogare su come noi stessi sezioniamo un'immagine e ne estraiamo senso. Se privilegiamo un riquadro o l'altro e siamo comunque in grado di comprenderli tutti è - credo - grazie al fatto che collochiamo l'immagine dentro a un nostro frame, ad una narrazione che conosciamo (la violenza della guerra, la solidarietà umana, il rispetto del nemico, la collana Supereroica) e la collochiamo dentro altri flussi di immagini, come quadri di crocifissioni o film di guerra. In Apocalypse Now (film, tra l'altro, in cui l'azione di regista e troupe è messa addirittura in scena) Kilgore fa il bel gesto di porgere la borraccia ad un coraggioso nemico ormai morente, per poi piantarlo lì non appena sente nominare Lance, il campione di surf.
Siamo noi stessi i "rifilatori" di ultima istanza.
lunedì 11 gennaio 2010
martedì 5 gennaio 2010
Il mago di Oz
Primo pensierino dell' anno : il medioevo ci fa una sega, siamo al massimoevo. Il Papa ha detto che non bisogna seguire né maghi, né economisti, ma è il Signore ad indicarci la via. Se il Signore fosse uno stradario ci potrei anche stare, visto che le città si espandono e magari mi potrei trovare d'improvviso a dover andare in "Piazza Craxi". Però temo che la "via" che il Signore ci indica sia intesa in senso meno stradale e più metaforico. Ora, per quanto riguarda gli economisti, posso anche essere d' accordo col Papa, ma i maghi mi sembrano persone molto più serie ed affidabili del Signore.
domenica 3 gennaio 2010
Conversazione in Liguria
- Auguri. Hai festeggiato?
- Capodanno si festeggia, ma altro che festeggiare. Ci sarebbe da piangere.
- Occhio che le lacrime bisogna tenersele, che poi servono.
- Capodanno si festeggia, ma altro che festeggiare. Ci sarebbe da piangere.
- Occhio che le lacrime bisogna tenersele, che poi servono.