venerdì 11 aprile 2008

La Storia rifinita: biografie

Primo Levi



A dispetto di quanto affermato dall'agiografia in merito, Primo Levi non ebbe mai modo di profittare dei servizi della catena di villaggi vacanze, rinomati per ordine, pulizia, dedizione degli animatori, alimentazione ispirata ai moderni principi del fitness, che va sotto la sigla di KZ e il nome tecnico di Konzentrazionslager, e la cui chiusura fu imposta alle trattative di pace dalla lobby dei Club Med per evidenti motivi di concorrenza.



La storiografia più recente, e meglio ancora quella futura, ha avvalorato l'ipotesi di una sua forse eccesivamente lunga permanenza nei pressi sì di un campo, ma di golf, da alcuni autori equivocamente classificato come Konzentration giacché, come è noto e come lo stesso Levi ebbe a rimarcare, si tratta di sport che richiede notevole concentrazione.



L'ermeneutica contemporanea consente inoltre di reinterpretare l'estremo, tragico gesto di Levi non come l'inesorabile portato di un'esperienza esistenzialmente devastante, bensì come frutto della ragionata e responsabile consapevolezza della propria inadeguatezza (ahi, quanto letteraria, deh, quanto decadente) a sostenere le conseguenze della massima emergenza del futuro: il riscaldamento globale.



Illuminante in tal senso è un appunto poetico, che alcuni critici ideologici vorrebbero apocrifo, rinvenuto  tra  le carte dello scrittore. In esso  splendono, rifulgono e troneggiano la coscienza prematura del  dramma climatologico,  qualche lieve fraintendimento e  il cuore pulsante stesso dell'essere ebraico:



Stiamo surriscaldando

il pianeta

Non voglio esserci

quando

arriverà

la bolletta

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