lunedì 7 luglio 2008

Ditinifini N°6

dito_medio_star_trek

13 commenti:

  1. Post particolarmente azzeccato, godardi che non siete altro. Infatti il nuovo governo prevede la riduzione del cosiddetto "turn-over": fino al 2013 un nuovo ricercatore sarà assunto per ogni 5 professori che vanno in pensione.



    Un immane ditone si sta alzando da MIT, Harvard, Imperial College, Ecole Normale Supérieure, Max Planck Institut, Pompeu Fabra...



    kk

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  2. Che c.zzo ci fa Bertinotti in Star Trek?

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  3. aderisco perchè c'è il capitano Picard (che secondo me poi è lo stesso dei surgelati) e perchè sarò un simpatico cervello in fuga.

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  4. @paginescure: quello dei "cervelli in fuga" è un argomento che mi interessa molto. Se ti va, mi piacerebbe sapere in base a quali valutazioni prendi questa decisione

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  5. quando vuoi, sono a disposizione

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  6. quando vuoi in un commento qui, se preferisci in un post sul tuo blog e poi metti qui il link in un commento. naturalmente l'invito è esteso a chiunque voglia parlare di situazioni analoghe

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  7. Io sono 2 anni e mezzo che ho fugato. All'inizio doveva essere "solo" un soggiorno all'estero: ma mi sa che per un bel po' non se ne parla di rientrare.

    I perché sono vari e la discussione sarebbe un po' lunga...







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  8. Io sono fuggito e poi rientrato. Il consiglio è quindi: MAI RIENTRARE.



    kk

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  9. L'ho scritto sul mio blog ma mi ripeto qui volentieri. Oggi sono stata a pranzo con quel sant'uomo del mio relatore. Ovviamente, quasi per una petizione di principio, gli ho chiesto che margini potessi avere per fare un dottorato qui in italia e poi avere accesso al percorso di ricerca. lui, che per altro è giovanissimo per la media, ha sgranato gli occhi e mi ha detto "ma sei pazza. scappa. una persona come te (inciso, non sono un genio nè un luminare. Mi piace il mio campo di indagine e mi applico)ha tutto da perdere a restare qui". Ora, io credo che questo discorso non sia stato fatto solo a me e leggo quello che è stato qui commentato. Mi chiedo come possa un paese rialzarsi se tutti i ventenni, nel mio caso, che ne hanno le possibilità emigrano appena possibile per fare una cosa utile e necessaria per il futuro come la ricerca universitaria? inoltre, io posso permettermi, parandomi il culo con l'aiuto dei miei genitori, di prendere un rischio e tentare la sorte ma quanti ce ne sono, sicuramente migliori di me, che sono costretti a rinunciare e a tentare di trovare un impiego? all'estero non succede così, nemmeno in stati comunque grandi e popolosi come la francia. Non riesco a capire che sia accaduto a questo paese...

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  10. è uscito di recente "Talento da svendere" di Irene Tinagli. La Tinagli si occupa per prima cosa di riportare il concetto di "talento" ad una dimensione sovraindividuale (niente geni né genio) di bene collettivo, "prodotto" e valorizzato da strutture, politiche, dinamiche sociali ed economiche. Poi analizza la situazione italiana comparandola con altre realtà. Il fenomeno del "brain drain" (più difficile da misurare in Italia di quanto uno si immagini) è naturalmente uno degli aspetti trattati. Ci sarebbe da dire sull'impostazione del discorso (l'impresa sembra spesso l'unico orizzonte entro il quale il talento acquista in definitiva senso), ma, se si ignorano le premesse ideologiche, ha comunque il pregio di tentare un inquadramento - anche quantitativo - al problema. Il punto di vista è comunque quello della "classe dirigente in pectore" - non a caso troviamo la Tinagli fra i Mille di Adinolfi.

    Con una prospettiva più ampia (l'organizzazione del lavoro postfordista, semplificando brutalmente) e una metodologia decisamente diversa e per me più affine, c'è anche il libro di Bologna "Ceti medi senza futuro ?", che ho appena iniziato. Interessante il fatto che parta proprio dalle storie personali di lavoratori "atipici" incontrate sui blog.

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  11. su Repubblica online si parla del futuro prossimo del sistema universitario

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  12. di quello che scrive repubblica me ne parlava il mio professore.

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  13. E' difficile dire cosa sia accaduto a questo paese. O cosa NON sia accaduto. Un amico mi diceva che con la UE accade quello che è accaduto cn l'unificazione italiana: prima Napoli era una grande capitale e Caserta era un importante centro culturale. Ora Napoli è decaduta e di Caserta la gente non sa neppure che esiste. Probabilmente occorre ragionare in termini almeno europei: la sfortuna di essere nati in un'area depressa si corregge facilmente, spostandosi in un'area non depressa: senza andare lontano: Francia, Germania, Spagna. Si scopre che non solo i cervelli stanno meglio ma anche che esistono servizi inimmaginabili qui: asili nido, puericultrici, sussidi importanti per la famiglia, ma addirittura metropolitane (Roma ha 2 linee, Parigi 24 e Berlino 20), bus, tram. Esiste poi una regione periferica, sottosviluppata, popolata da vecchi e ricconi, poco sicura, ma in cui passare quindici giorni all'anno potrà essere piacevole per respirare un'aria un po' passé, come quando Verga portava le sue conquiste ad Aci Trezza.



    Come dire: gli italiani sono i Malavoglia d'Europa.



    kk

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