lunedì 30 novembre 2009

Ma allora mi strozzi... ma quanto mi strozzi? E mi spari... ma quantomi spari?

Un posto dove non esistano problemi… Toto, secondo te c’è un posto simile? Deve esserci. Certo, non sarà un posto che si possa raggiungere in nave o in treno. È molto, molto lontano. Dietro la luna, al di là della pioggia.

Dorothy Gale (Judy Garland) al cagnolino Toto (accreditato come “Toto”: ma in realtà si chiamava Terry): oltre l’arcobaleno nel Mago di Oz (Victor Fleming, 1939).


 


Nel caso peggiore, e quando il mondo parrebbe ridotto a un’unica uscita, sempre ce ne sarebbero due: questa e l’uscita dal mondo. Ma l’uscita dal mondo è parte di esso, come la porta è parte della casa.

José Ortega y Gasset, La ribellione delle masse.

5 commenti:

  1. Quel posto o è lì o a Palazzo Grazioli.

    Dan

    RispondiElimina
  2. 1Il compare michia ha detto tutto.Sono sicura che ha ragione, non c'è altro da dire. Ma è necessario saperlo.



    2 E mi va pure bene, ma che mi interessa "oltre", mi va bene quì, mi va bene quì ma non proprio quì, mi piace un sacco stare quì, mi fa male un sacco stare quì, ma ci sono e me la gioco e ho bisogno di immaginare che quì possa essere diverso, che ci sia la casa, la porta e pure tante stanze chiuse a chiave, alcune abbandonate, alcune magari, perchè no, nemmeno mai abitate, altre in cui non mi va per niente di stare e che sono pure affollatissime e tanto tanto decantate e ben arredate, proprio quelle dove si invita di solito la gente, altre che..lo dico?...magari sono ancora da costruire, piccole eh...magari sgabuzzini, ma mica serve poi così tanto spazio se è il TUO posto...non è possibile esplorarle tutte quelle stanze?Costruirne di nuove? Deve sempre finire come per la moglie di Barbablù?



    3 I problemi  vanno anche bene, non ho paura dei problemi, il disagio è peggio...ma quì mi va bene, quì ma non proprio quì...

    RispondiElimina
  3. Macca e manuzf, la vostra inflazione di deittici mi ricorda il memorabile coming in di Paula Trent: "Now, don't you worry. The saucers are up there. The graveyard is out there. But I'll be locked up safely in there".

    RispondiElimina
  4. Poi che ora so che il tempo è sempre il tempo

    E che lo spazio è sempre ed è soltanto spazio

    E che ciò che è reale lo è solo per un tempo

    E per un solo spazio

    Godo che quelle cose siano come sono

    E rinuncio a quel viso benedetto

    E rinuncio alla voce

    Poi che non posso sperare di tornare ancora

    Di conseguenza godo, dovendo costruire qualche cosa

    Di cui allietarmi

    T.S.Eliot ( machettelodicoaffare)



    Ora che i lillà sono in fiore

    Lei tiene un vaso di lillà nella sua stanza

    E ne contorce uno fra le dita, parlando.

    « Ah, amico mio, tu non lo sai, tu non lo sai

    Cos'è la vita, tu che la tieni fra le mani »;

    (Lentamente torcendo gli steli dei lillà)

    « La lasci scorrere da te. la lasci scorrere,

    La giovinezza è crudele, non ha alcun rimorso,

    Sorride alle situazioni che non può vedere. »

    Io sorrido, naturalmente,

    E continuo a bere il tè.

    « Eppure, in questi tramonti d'aprile, che in qualche modo richiamano

    La mia vita sepolta, e Parigi a primavera,

    Mi sento immensamente in pace, e dopo tutto

    Trovo che il mondo sia meraviglioso e giovane. »



    E la voce ritorna simile all'insistente stonatura

    Di un violino spezzato in un pomeriggio d'agosto:

    « lo sono sempre sicura che comprendi

    Ogni mio sentimento, sono sempre sicura che lo senti

    E che mi tendi la mano oltre l'abisso.

    idem

    RispondiElimina
  5. Post ricostruito alla bell'e meglio il 4 novembre 2013, alle 23:07, per un lettore amante dei God e di Sabine Paturel.
    A noi non ci fa secchi nessuno. Come dice Annamaria a Gabriella, Sic fluctuat nec mergitur.

    RispondiElimina