"dove la scienza si ferma, tocca a Dio"
(James Garner - "The notebook")
E' noto che il termine "sega mentale" sia usato per definire un approccio inutilmente complesso e paranoico ad un problema, ciò che però molti ignorano è che tale definizione sia nata in ambito psicoclinico per catalogare una particolare categoria di soggetti che la scienza definisce "onanisti cerebrali cronici" (in sigla OCC), ovvero figure che nel linguaggio comune vengono spesso chiamate "segaioli mentali"o – residualmente – "cercapeli", "pitturaerba", "smontamatite", "mangiasassi", "scopaoceani", "sega anime", "seccaballe", "trituratesticoli", "stuprapasseri", "inculamosche" et similia
Tuttavia, per sgombrare il campo dall'idea di un approccio al problema meramente psicologico o – peggio ancora – volgare, chiariamo subito che tali soggetti sono un serio caso di studio che da anni appassiona l'intera comunità scientifica, fin da quando cioè, venne formulata la prima, fondamentale scoperta sull'argomento, che - dal nome del sociologo francese che per primo la pubblicò - è conosciuta come Teoria di Sciemental:
"L'OCC è affetto da una patologia che non solo non è curabile neppure con lo zen, ma , nell' interagire con l'ambiente circostante, tende ad autoreplicarsi"
Secondo lo studioso infatti, l'OCC è un essere con cui è estremamente difficile comunicare poiché ogni manovra di depistaggio tentiate per distrarlo dalle sue derive mentali, ancorché assolutamente logica, lo condurrà inevitabilmente a rielaborare un nuovo processo dubitativo su se stesso, sulla vita e sull'universo e – peggio ancora – vi fagociterà in un circolo vizioso in cui anche il concetto più semplice verrà reso difficile attraverso l'inutile.
Lo stesso Sciemental riuscì a dimostrare che, ipotizzando un gruppo sociale strutturato come un ecosistema nel quale ogni elemento che lo compone è funzionale nel garantirne l'equilibrio e la sopravvivenza, l'OCC rivestirebbe un grado di utilità equiparabile alla forfora.
La tesi dell'incurabilità è stata recentemente contestata dal filosofo Giulio Cesare Giacobbe (http://www.macrolibrarsi.it/libro.php?lid=3098&&), ma ciò che ci preme in questa sede non è come si possa aiutare un OCC a liberarsi da sé stesso, quanto aiutare potenziali vittime a sbarazzarsi della sua fastidiosa presenza: qui dove la scienza si è dimostrata impotente, GOD è in grado di suggerire due piccoli esempi di strategia di sopravvivenza testata sul campo e mirata a contrastare la capacità dell'OCC di stimolare la recettività delle vostre gonadi.
Il primo spunto lo dobbiamo all'intuizione della gentile signora G1, la quale, per definire gli inutilmente ansiogeni interventi di un tizio in una riunione di lavoro, gli coniò la frase "farsi le seghe in un bicchier d'acqua"
Questa mirabolante e lisergica fusione di concetti appare di immediata applicazione se rivolta ad un OCC appartenente al genere "depressivo-rosicone" ("una cabeza mas turbada" come brillantemente lo descrisse l'entomologo Manolo Sierra), portato quindi per sua natura a reagire chiudendosi in un impermeabile mutismo in cui coltivare con inutili pensieri a cascata il proprio rancore.
Fu proprio introducendo un soggetto di questo tipo in un acceleratore di particelle subatomiche, che il fisico tedesco Sägegeistig riuscì a stabilire con assoluta precisione che il peso del pensiero di un OCC equivale esattamente a quello di un TIR che trasporta motrici di TIR.
L'altro approccio che vi proponiamo risulterà invece più comprensibile dopo aver richiamato un secondo teorema, chiamato, in omaggio al celebre proctologo americano, Teorema di Headsaw:
"Lo sviluppo della patologia dell'OCC è direttamente proporzionale alla sua incapacità di vedere la realtà, quindi la sega mentale rende ciechi" ("The disease of the mind: a segmental theory" – Proctoloy digest – Nov 1987 )
Una dimostrazione empirica la ebbe un amico di G2 il quale, stremato da un cliente estremamente cavilloso nel contestare specifiche tecniche delle quali non capiva, è il caso di dirlo, una beata sega (OCC del genere "adepto del pensiero nevrotico complesso"), seppe trovare il colpo di genio che a volte solo l'esasperazione sa dare, uscendosene con la seguente frase: " Il prossimo Natale al posto del cesto le regalo un manuale su come farsi le seghe, così la smetterà con quelle mentali e imparerà a farle dove dovrebbe"
L'effetto strabiliante fu quello di riportare l'OCC a riflettere sulla nuda realtà, condizione talmente inusuale da lasciarlo attonito e incapace di reazione per un lasso di tempo imprecisato, ma sufficiente all'interlocutore per defilarsi in gloria.
E' quindi evidente – e qui concludiamo - come il minimo comune denominatore che si può trarre da questi semplici esempi, sia quello di preferire sempre un approccio diretto e – oseremmo dire - brutale , ma con un'avvertenza: l'attacco richiederà freddezza, senso pratico, fulmineità d'azione e velocità di pensiero.
Qualora non disponiate di nessuno di tali requisiti è altamente probabile, che anche voi siate degli OCC.
Se state nutrendo questo dubbio, l'unico consiglio che possiamo darvi è quello di tentare almeno di prendervela comoda: in fondo avete pur sempre tutta la vita per rifletterci, no?