lunedì 27 giugno 2005

Nicoz, un urlo contemporaneo

Nicoz ci ha da tempo commissionato un commento critico sul suo lavoro. Finalmente eccolo qui



E' raro trovarsi di fronte ad artisti capaci di fondere e reinterpretare nella propria opera correnti e stilemi dell'arte contemporanea con la personalità e la profondità espresse dalla giovanissima Nicoz, uno dei pochi veri talenti che il sonnolento panorama italiano sappia offrirci. [ qua ci starebbe una breve biografia: ci pensi tu, Nicoz].

Al centro dei lavori di questa artista è il corpo. Deformato o mutilato in direzione espressionista, circondato e quasi definito da scritte malinconiche o angosciose (il pensiero va ovviamente a Schnabel, al graffitismo, ma prima ancora - forse - alla lezione di Munch, per non spingerci fino allo stesso Grosz). O a protesico mutante in fuga da un manga, sbalzato in strada da un'opera di Murakami Takashi o Yoshitomo Nara, ma con un trattamento tormentato delle superfici, un uso violento del colore, una scelta di supporti poveri, aspramente materici che creano una poetica del tutto peculiare, crocevia di suggestioni e richiami. 

Ne risulta un impasto doloroso e a tratti struggente, che evoca di volta in volta le pagine di un diario sbattuto in faccia all'osservatore con tutta la sua carica di malessere o un desolato angolo di metropoli reinventato da una crew di taggers.

La fisicità senza compromessi di questa lancinante esibizione del proprio panorama interiore - lo diremmo un dolce, prolungato seppuku - e la provocatoria richiesta di presenza (spesso sottolineata dallo sguardo diretto dei personaggi rappresentati) non possono che creare in chi osserva un profondo turbamento, in alcuni forse un senso di repulsione.

Ma non si confondano - in ossequio alla sciatta morale e allo sguardo intorpidito galleggianti nel tiepido brodino buonista - crudezza e crudeltà: questi spigoli taglienti, queste ferite, questi umori sgocciolanti, questo urlo ci chiamano finalmente a non prendere più posto in platea inerti e distaccati spettatori, bensì a giocarci in un confronto doloroso, aspro ma non più eludibile.

giovedì 23 giugno 2005

Signore dimmi perché / Feltrinelli non mi premia - 2

Cristina ha partecipato al concorso Centoparole Feltrinelli di giugno. Non ha vinto, e ci invia una straziante email


"..Con il cuore in mano vi chiedo: che cosa ho fatto che non andava? Sono andata fuori tema? E che ne sapevano loro che l'esperienza che raccontavo non l'avevo vissuta davvero fra i loro scaffali? Dovevo usare la prima persona? Il mio racconto è illeggibile? Sono negata? Devo dimettermi dall'Odg e aprire un negozio di articoli per parrucchieri ed estetiste, perché sempre di articoli si tratterebbe?"
















Il racconto di Cristina  Il racconto che ha vinto
"È stata lei, l'ho vista - si avvicinò sussurrando al commesso - sì, è lei che ha preso un libro e se l'è infilato in borsa".

"Senta - gli rispose quello - ormai nessuno lo fa più. Li vede quei sensori all'uscita? si metterebbero a suonare che neanche un'ambulanza..."

"Le dico che l'ha fatto."

"Venga. Glielo chiediamo."

"Scusi, signora, sono mortificato...dicono che lei ha un nostro libro."

"No, no. È mio - un violento rossore le salì ale guance - M'è costato un occhio farlo pubblicare. L'ho lasciato qui solo un quarto d'ora, impilato sopra gli altri. Non lo direte in giro, vero?"
Avevo cinque anni: mio padre lavorava nell'edificio di fianco alla Feltrinelli di Padova. Sapevo a stento leggere ed il suo regalo fu il libro "Peter Pan": era la nostra favola preferita. Ora lavoro dove lavora mio padre: la Feltrinelli è diventata la mia "Isola che non c'è", un rifugio durante le mie pause pranzo, come per non volere ancora crescere... come per essere nuovamente vicino a mio padre. Cerco quest'isola ogni volta che viaggio: la ritrovo a Roma, entro, ed ormai adulta comincio a leggere il mio libro preferito, e qui avviene l'incontro... l'uomo che sa leggere l'"Oceanomare" di malinconia nei miei occhi. 














Il giudizio di GOD  Il giudizio di Feltrinelli
Il tuo racconto è esponenzialmente migliore. Una variante "de noantri" di bookshifting che in poche battute lascia intuire un'infelice vicenda di grandi speranze letterarie e piccola borghesia pseudoacculturata. Il dialogo è funzionale e anonimo, senza svolazzi: si concentra giustamente sul fatto e non sui personaggi. L'altro racconto è indicibilmente melenso ma tatticamente assai più azzeccato (v. recensione a fianco). Lo avrebbe potuto forse scrivere quella stessa signora, con un po' di paraculaggine in più

Un più meditato commento proveniente da uno dei GOD recita testualmente "Il racconto che ha vinto è una baldraccata totale. La cosa peggiore è se per caso è sincero"

Si potrebbe sottolineare anche la finezza del quasineologismo "oceanomare", probabilmente

l'infinto del verbo che fa io oceanomo, tu oceanomi eccetera. Con inaspettati effetti di pesantezza sul congiuntivo imperfetto ("che io oceanomassi") e una punta di megalomania ("che noi oceanomassimo", che si puo anche dire che noi Pacifico).
Il racconto di Cristina è inaccettabile: Feltrinelli (che peraltro non si degna di nominare) appare come una specie di Gulag cintato da barriere protettive, in cui il cliente è importunato da commessi sospettosi e insieme disattenti. Nell'altro, invece, ah, signora mia, quanta dolcezza: la libreria è addirittura il rifugio di quell'eterno Peter Pan che è il lettore. Poi ci sono i sentimenti famigliari e perfino un tocco di poesia nel finale, con quella malinconia che così spesso leggiamo negli occhi delle nostre clienti. Perché si ricordi, non vengono qui per leggere, ma per trovare qualcuno che le sappia leggere


Alternate take

"Ettore..ETTORE....AETTTOREEEE ! ce sta qui 'na tizia che dice che ce stanno a frega' li libbri. Tarisurta?"

"Ma che nun sparasse cazzate, si ce proveno qui se mette tutto a sona' che manco n'ambulanza"

"Le dico che l'ha fatto !"

"Ah l'ha fatto. Mo jo chiediamo, ma la figura de mmerda la fa lei"


 

martedì 21 giugno 2005

Intermezzo








Leghisti e castrazione chimica

Centinaia di teste chine a Pontida


Conversione della pena

Sofri bibliotecario alla Normale

Formigoni netturbino a Cerro


 



 


 


lunedì 13 giugno 2005

L'ordine regna a Fantalia


C'era una volta, in un paese al di là delle nuvole, una coppia di contadini, Otto e Sara, che aveva un grande allevamento di maiali. Lo avevano chiamato Fantalia.

"Ma che razza di favola, con un allevamento di maiali..." diranno i miei piccoli lettori. Be', tanto per cominciare erano bei porcellini parlanti. E non solo parlavano, ma guidavano pure grandi fuoristrada, e avevano bellissimi cellulari, un po' più grandi dei nostri, però. I maschiertti inviavano SMS alle loro fidanzate, che chiamavano (ma noi che non siamo porcellini NON lo facciamo, vero ?) "la mia troia".


Era una bella vita, un po' alla mangiatoia un po' in giro per campi e foreste attorno alla fattoria. Poi ad un certo punto sparivano - mi dispiace dorverlo dire - per non tornare mai più. Otto e Sara sostenevano che quelli buoni, liberati di tutto lo sporco, le setole e ogni parte inutile, venivano assimilati dagli dei e ne diventavano parte, mentre i cattivi venivano dati in pasto ai feroci cani infernali.


Un giorno, i due allevatori decisero che era meglio tenere quegli indisciplinati e onnivori porcellini al chiuso, in un porcile come si deve, e dar loro come cibo solo mangime selezionato. "Così diventerete belli grassi, e buoni agli occhi degli dei. Chi va in giro a smangiucchiare quel che capita ha un cattivo sapore, e finirà ai cani"

Vi sembrerà incredibile, ma a Fantalia c'era la democrazia, così - e qui viene il bello - un gruppetto di maiali contrario alla nuova legge decise di chiedere il parere di tutto il branco. Sostenevano che non era bello starsene sempre rinchiusi e mangiare solo quello che volevano i padroni: che ognuno fosse lasciato libero di gironzolare o no, piluccare a piacere o fare pasti regolari a base di mangime.



Otto e Sara, un po' di malavoglia ma convinti che la ragione avrebbe alla fine prevalso, fissarono la data per la votazione, guarda caso proprio il giorno della Festa del Maiale Selvaggio. La Festa - che si teneva a qualche miglio di distanza - attirava porcelli da tutto il paese, iniziava all'alba e terminava ben oltre il tramonto.

E come votarono - mi chiederete voi - i furbi porcellini ?

Be', la maggior parte pensò qualcosa del tipo "Franza o Spagna purché se magna" e se ne andò alla Festa. Ma non dovete assolutamente credere che quegli intelligenti animaletti pensassero solo alla loro pancia. No di certo. Ad esempio, Bioporcellina, benché snobbasse la sbobba "sintetica" servita dai padroni, iniziò a sostenere che forse quello che si trovava oltre il recinto non era poi così biologicamente "valido", che insomma tutta quella sperimentazione sui vegetali trovati per caso rischiava di essere pericolosa e quindi - non potendo approvare né una soluzione né l'altra - non andò a votare.

Porcel Cacadubbi cominciò a rimuginare sul destino, i confini della scienza, l'aldilà e il senso della vita. "Che quesiti giganteschi! Non basta una vita per risolverli e io dovrei rispondere uno stupido SI' o NO ! Ingenuo, stolto branco di pecoroni (usò, incredibile, proprio questo termine) che si fa convincere dalla propaganda e rinuncia all'uso della ragione !" e rimase a casa a leggere libri.

Vecchio Porcelcompagno borbottò "Tanto non cambia niente.. si sta male oggi e si starà male domani" e andò a farsi un quartino in osteria, schitarrando e scatarrando.

Nuovo Porcelcompagno detestava sentirsi ingabbiato in queste provinciali dispute fra partiti, siccome il suo orizzonte era il mondo e così se ne rimase a suonare i bongos e a organizzare un importante corteo contro la precarietà dei suini.

Anarcoporcello pensò "A me non mi metteranno mai in un recinto, neanche in quello del voto. E continuerò a farmi i fatti miei nei campi e nel bosco, perché tutti i luoghi per me sono uguali" (giusto come un gatto di nostra conoscenza, vero bambini ?). Proprio nel bosco trotterellò, e lì lo trovarono qualche giorno dopo con la schiena rotta. Il verdetto ufficiale fu "Caduta accidentale da un albero". I suoi pochi amici ebbero un bello strillare che i maiali non si arrampicano sugli alberi: rimediarono solo qualche vergata nell'indifferenza generale.

Inutile continuare: come avrete già indovinato, i saggi Otto e Sara convinsero quasi tutti e la vita riprese a scorrere lieta a Fantalia, dove ormai tra i nostri amici porcellini sono rimasti solo pochi noiosi bastian contrari. Prossimamente i due simpatici allevatori intendono introdurre qualche piccola regola che limiti un po' la sfrenata attività dei porcellini e delle porcelline per quanto riguarda... be', ma di questo parleremo quando sarete più grandi



Buonanotte a tutti, piccini miei

sabato 11 giugno 2005

Domenica sulla riviera romagnola

Un servizio di GOD per tutti i gitanti. GODetevi spensierati una domenica sulle nostre meravigliose spiagge !


giovedì 9 giugno 2005

Palin VI

Sono in arrivo i nuovi serial all'italiana: i curial !

Ecco qualche ghiotta anticipazione sulla programmazione televisiva postreferendum


A-teamuori: una squadra speciale di inquisitori alla caccia di Margherita Hack

Magnum P.a.p.a.: il Santo Padre, sfrecciando per il Vaticano con una Ferrari 308 GTS, indaga in prima persona sul furto dell'ostensorio di S.Pietro
Ai confini della santità: Vittorio Feltri e Giuliano Ferrara combattono una dura lotta per la beatificazione in vita di Oriana Fallaci

C.S.I - Catholic Scientific Investigation: Il Prof. Bruno Dalla Piccola  impegnato a salvare  da  inseminazione certa un embrione di koala

I.N.R.I. TIN TIN: un uomo viene in possesso di un pezzo di legno appartenuto alla croce. Prova a lanciarlo e - miracolosamente - il suo cane lo riporta sempre indietro

Sulle strade di San Francesco:  avventure enogastronomiche fra Assisi e Gubbio

Happy prays: un ex bulletto, convertito  da Don Baget Bozzo, recita rosari schioccando le dita

Xmas-files: Santa Klaus alle prese con mistriosi furti di renne e spaccio di droga fra i folletti

O.C. - Ostia Consacrata: storie giovanilistiche di amori tradimenti e preghiere al meeting  di Comunione e Liberazione

Desperate nuns: simpatiche avventure di un gruppo  di suore messicane che, per salvare dai debiti il convento, si danno alla coltivazione del peyote 

Ratzie's Angels:  Alessandra Borghese e Gloria von Thurn und Taxis vengono reclutate e addestrate dal Vaticano per sconfiggere a colpi di sacramenti il relativismo etico nei salotti aristocratici

Eminency Rescue (Vescovi in prima linea): un gruppo di alti prelati impegnati a difendere strenuamente, con idranti d'acqua santa, l'ingresso di un seggio da un assalto di feroci votanti

Quorum e battiquorum: due insospettabili presidenti di Camera e Senato, inflessibili nel condannare l'assenteismo negli scranni parlamentari, tramano per conto di Dio per l'astensione ai seggi elettorali
Twin priests - Papa cammina con me: due gemelli, nati a causa dell'inseminazione artificiale, per espiare la peccaminosa procreazione cercano di entrare in seminario. La Chiesa saprà perdonare il loro peccato? Ce la faranno a diventare preti?

mercoledì 1 giugno 2005

G.O.D. on your side: 4 G.O.D. per 4 sì



 Oh, our nicknames they are nothin'

 our website means less

 the place where we come from

 is called the blogmess



But join us, dear reader

don't sleep don't you hide

Four times you must say yes

There's G.O.D. on your side