L'Idea Irrealizzabile di Oggi prende spunto da alcune suggestioni:
a) i commenti dei lettori alle notizie sui quotidiani online
E' la lettura più noiosa e inutile che si possa immaginare. Si dividono invariabilmente in tre: pro/contro qualcuno (tipicamente il governo) + lamentazioni sulla solita mania di schierarsi pro/contro qualcuno, fosse pure sulla nascita di un beluga nell'acquario di Vancouver.
Tutta questa roba è assoluta e improduttiva perdita di tempo. E nessuno ci costruisce alcuna identità sopra: tutti i pareri, gli insulti, le riflessioni spariscono nella massa dei commenti e sono dimenticati subito, così come i loro creatori. Il confronto ex post, sui risultati di un'azione, ad esempio, è praticamente ignorato, sembra di ripartire sempre da zero, come se non fosse possibile confrontare input e output, situazione a t(0) e situazione a t(1), e nemmeno mettere insieme un plausibile elenco di fatti concatenati tra loro, di cause da includere o da escludere.
b) un interessante paginone di Chips&Salsa (in Alias), in cui fra l'altro si parla dell'apertura al pubblico dei database di alcuni grandi quotidiani
c) la considerazione che in Italia l'espressione "citizen journalism" è esilarante non solo nel suo insieme, ma anche prendendo separatamente i due termini che la compongono
E' tempo di irrealizzare qualcosa di nuovo, che ovviamente mi limito ad abbozzare.
Tutto parte da una notizia, una situazione, un dato di fatto che non possa - al tempo t(0) - essere messo in dubbio. Spostiamoci indietro di qualche giorno e prendiamo ad esempio l'affermazione "Ci sono tre candidati alla segreteria PD".
Invece di limitarsi ad aprire il rubinetto dei commenti e ad osservare la fuoriuscita di liquido fetido, il quotidiano online propone un quesito: "Chi vincerà ?". Mette cioé sul piatto una domanda (completa di tutti i riferimenti fattuali di cui dispone) relativa a un fatto FUTURO, ma di un futuro abbastanza prossimo perché sia sensato e non banale fare previsioni.
Il lettore non è invitato a dare preferenze su uno degli esiti (del tipo "tengo per Bersani"), né in forma di sondaggio né attraverso commenti, ma a fare una di queste cose:
* fornire una previsione (ad es.: "vince Franceschini"), arricchita di motivazioni a sostegno e (importante) di un "percorso" che porta all'esito finale, cioé di una serie di previsioni anche su fatti intermedi (es."Marino ritirerà la propria candidatura e appoggerà Franceschini"). Questo consente di differenziare tra loro previsioni che portano allo stesso risultato e di creare molte "cordate"
* portare nel corso del tempo materiale a sostegno di una previsione propria o altrui (inversamente: criticare una previsione portando materiale che può falsificarla), attingendo alle notizie fornite dal quotidiano o da fonti esterne
* "scommettere" su una "cordata" di previsioni, alzandone il prestigio (ma non necessariamente la correttezza o la plausibilità. E qui ci sarebbe da parlare di Google ma altri lo fanno assai meglio di me)
Passa il tempo e ci si avvicina a quel t(1) in cui una delle previsioni risulterà azzeccata. Nel frattempo, il quotidiano continua a fare il suo lavoro (vabbe') e produce materiale di supporto fattuale a cui la community può attingere, oltre che interventi di esperti e pareri di Giordano o Feltri per confondere le acque.
Arriviamo al tempo t(1). Il risultato è acquisito, congelato. Le cose sono andate "così". Si è analizzato e discusso un piccolo pezzo di storia, alcuni si sono costruiti una discreta reputation azzeccando previsioni intermedie o addirittura quella finale, altri hanno mostrato di cascare nei più banali tranelli mediatici, altri ancora si sono limitati a tifare, che è pur sempre lo sport nazionale. A questo punto si può anche aprire una fase di "scazzo as usual" sui risultati dell'intera operazione - ricadendo nella sindrome del punto a). Interessante notare che chi ha sostenuto in maniera plausibile la previsione giusta si potrà ripresentare in altri contest con un piccolo capitale di autorevolezza.
Secondo me sarebbe un esercizio educativo, e infatti userei, per sviluppare questa community, una piattaforma per la formazione a distanza. L'incentivo a partecipare può essere solo morale (reputation) o anche materiale (premi da estrarre fra i partecipanti alla cordata vincente).
E' un po' come nelle comunità di fan, che cercano di prevedere o interpretare le vicende della serie TV preferita, o addirittura sviluppano spinoff alternativi, facendola evolvere in modo originale. Si potrebbe in effetti aggiungere all'idea un versante "fantasy", cioé di previsioni deformi supportate da pseudofatti (es. si scopre che Bersani è un anarcoinsurrezionalista, o Marino si tasforma in una sorta di Frankenstein, D'Alema sostiene a sorpresa Beppe Grillo). Va da sé che questo versante sarebbe tipicamente da GOD.
Jus murmurandi
RispondiEliminada wikipedia.it
La locuzione latina ius murmurandi, tradotta letteralmente, significa diritto di mormorare (nel senso di "mugugnare"). Si contrappone, spesso con intenti umoristici o polemici, al diritto di parola, con il comune sottinteso che ove quello sia soppresso, possa sopravvivergli almeno una sorta di diritto di mugugno.
La contrapposizione si spiega più propriamente opponendo la libertà di manifestare pubblicamente il proprio pensiero alla possibilità di esprimere almeno privatamente un senso critico (in genere contro il potere), quale residua libertà concettuale lasciata all'individuo.
Vi sono però casi in cui anche la libertà di esprimersi privatamente con franchezza viene limitata da cause particolari, ad esempio il controllo effettuato da uno stato totalitario con i mezzi più disparati, dallo spionaggio allo sfruttamento della delazione. Fu in qualche modo anche il caso dell'Italia fascista, nella quale l'OVRA ricercava eventuali antifascisti spiando le famiglie; in molti casi, semplici affermazioni spiritose, satiriche o polemiche espresse ad amici o familiari diedero origine a severe procedure di controllo degli interessati. Lo ius murmurandi era quindi in questi casi represso di fatto dal timore delle possibili conseguenze, sebbene fosse ben noto (in primo luogo allo stesso Mussolini) che in Italia sarebbe stato insopprimibile.
In un altro significato, a questo titolo si esprime la propria disapprovazione, l'avversione al regime, non già con espressioni palesi, bensì con allusioni, doppi sensi, battute acide e barzellette satiriche sussurrate ad amici di provata fede. Esempi si trovano nel soprannome di Italo Balbo quando era governatore della Libia, detto Sciupone l'Africano, e nei mille e mille motteggi (taluni di memorabile finezza) di cui fu destinatario Achille Starace
Si potrebbe iniziare una cordata di commenti su questa frase di Veltroni:
RispondiElimina«Craxi innovò più di Berlinguer»
Bravo Jus. Per caso sei parente di Jas Gawronskij?
RispondiElimina#1: e quindi ?
RispondiEliminaL'anonimo 1.
RispondiEliminaI commenti ai bLog, secondo me fanno aprte dello jus murmurandi.
Il diritto al mugugno.
Dust, mi sto leggendo bene il Decreto sicurezza. Molte cose i vostri colleghi non le hanno dette.
C'è uno stato di polizia che il '39 era Disneyland.
Per me sono misure che provocheranno apatia. La regola del decreto è: non muoverti.
E' questa atmosfera a creare la crisi.
Possiamo solo mugugnare. Anche perchè fare qualcosa per questi italiani che votano Grillo su l'espèresso e sul Sole 24 ore non ne vale proprio la pena.
Ah blogger.. E sopportateli sti commentatori asfittici, bulimici, polemici, sfinterici...
Ve l'ho ripetuto alla nausea, Gods. Grazie alla lettura di questo blog la giornata non mi va tutta in fiele.
Insomma: attacchete ar Blog...
(E preferisco i Blog ai socialnetwork).
non era una critica al commento, è che non mi era chiaro dove andasse a parare. Grazie della risposta. Le preoccupazioni che esprimi le condivido. Altro che sciopero dei blog.
RispondiEliminaQuanto al termine "blogger", è una definizione in cui mi (ci) riconosco solo da un punto di vista tecnico. Come "categoria" non ha per me alcun interesse, non mi sta a significare nulla. Il termine "conventicola" ha invece una sua efficacia nel descriverne un sottoinsieme.
Il discorso "blog vs social network" non lo affronto. Qui stiamo facendo un po' di prove (oltre a Facebook anche Friendfeed: http://friendfeed.com/ghostwritersondemand) e abbiamo valutazioni abbastanza varie sui risultati. Va detto però che gli accessi al blog riflettono sempre di più lo spostamento delle persone su aggregatori e SN