L'alga acida di G.O.D. fa miracoli ! E' bastata una sola applicazione e già sono evidenti i benefici effetti ! Controlla tu stesso !
Al muro si arriva dopo una camminata di mezzora. Non occorre costeggiare nessun porto, perchè il muro è quello di Berlino. Si sale una rampa di scale e ci si ritrova in un posto buio e solitario. Sento vibrazioni calde. Deve essere la Wienerschnitzel avariata. Per fortuna, come ho già detto, il posto è solitario.
Penso al mistero del fetore, un uomo barricato per mezzora al cesso non se ne accorge, ma un altro uomo che entrasse d'improvviso potrebbe morirne. Peggio: se il primo uomo lasciasse il cesso per un'urgenza, ad esempio un'improvvisa voglia di cacare, e poi rientrasse, potrebbe crepare della sua stessa puzza. Una vertigine. Il discorso non funziona: un uomo che è già sul cesso non si deve assentare per un attacco di diarrea.
Non devo distrarmi, sono al muro e sono salito su una scaletta dopo una passeggiata di mezzora che non costeggia nulla. Non devo distrarmi, non c'è bisogno di costeggiare mai nulla, a Berlino.
Penso al venticello, che alcuni chiamano originalmente brezza marina, di Rostock. Un mare nero, una sabbia nera. Già, era di notte. Una notte di Dicembre. I nomi dei mesi si scrivono minuscoli, in italiano, lo sapevo.
Per fortuna sono a Berlino.
Dezember.
Maiuscolo. Qui da noi tutto è maiuscolo.
Non devo distrarmi, anche se la Wienerschnitzel rimediata al Prenzlberg mi sta trasformando nell'uomo dell'esempio: perchè qui non è solo buio e solitario, ma è anche piccolo.
Eccoli che arrivano. Esco il binocolo. Non si dice, è una roba da siciliani. Ma fa giovani e anarchici e.
Esco il binocolo. Sono due. Un uomo e una donna. Che noia. In mezzo al venticello o brezza, tipo Rostock. Ci saranno venti gradi sotto zero, a dirla tutta. Fortuna che mi hanno insegnato a leggere i movimenti delle labbra. Lui esce una frase di sconvolgente originalità: "Da lontano tutto sembra diverso da come è realmente".
Una fitta al duodeno: tra poco uscirò anche la Wienerschnitzel, se il tizio a cavalcioni sul muro di qua della terra di nessuno continua così.
Ma lui fa anche di peggio: "Odio questa città". E allora prova a scappare, tarlucco. E invece stanotte scapperà solo la Wiener. Ma mi rivede il Prol del Prenzlberg, come è vero che sono qui. Quando finisce il turno lo vado a prendere.
No, la lingua di lei. Verde. Anche lei cliente del Prol, temo. Glie la ha ficcata in bocca come si ficca lo spazzolone nel cesso. Esco la Wiener, simultaneamente dalle due uscite. Non dico quali: lo capite, se ci pensate bene.
Mi riprendo, non devo distrarmi. Ecco, lo sapevo: un piede nella terra di nessuno, due, tre, eccoli. Idioti, speravano di attraversare la Potsdamerplatz.
Sarà un gioco da ragazzi.
Esco il mitra.
Nessun commento:
Posta un commento