Questa mattina, al risveglio da sogni inquieti (un angelo che attraversava una porta luminosa e mi parlava di "estate indiana" e "polvere di stelle": Rilke? Hoagy Carmichael? Chandler? Otelma?) vado a chiudere il sacchetto della spazzatura, in terrazza. Dentro c'è uno strano insetto irto di zampette, che condivide la sorte di bucce, ossa e simili. Vado a buttare il tutto nel bidone.
Tornando verso casa incrocio un anziano e direi irascibile signore che mi chiede se ho visto suo figlio lì in giro. Me lo descrive.
E io capisco, travolto dall'angoscia e dal senso di colpa.
Perdonami, Gregor
Dico che mi sembra un po' kafkiano, ma giusto perchè è un aggettivo che ormai si mette dappertutto, un po' come la rucola
RispondiEliminae fa tanto zen
RispondiEliminaAlba
PS
mi piacciono questi metapost