La risposta esatta alla domanda del Trivial Pursuit su quale sia l'automobilista che ha disputato più gran premi di Formula 1 è: Patrese. Patrese c'è sempre, anche se da qualche anno probabilmente ha uno pseudonomo.
Patrese, qualcuno disse, con uno suo errore aveva provocato un incidente all'inizio del Gran Premio di Monza del 1978: all'improvviso si erano viste un certo numero di auto in fiamme, tra le quali si riconosceva chiaramente una Lotus.
I piloti coinvolti nell'incidente furono Stuck, che non si fece quasi nulla, Brambilla, che apparve subito quello messo peggio, e Peterson, che non aveva neanche perso i sensi. Si era tirato su sulla barella per mettersi seduto, ma quando si era visto le gambe aveva portato le mani agli occhi e si era risdraiato. Un signore corpulento che portava la barella sembrava dirgli stai su che non è nulla.
E infatti non era molto: una tibia fratturata e un po' di spappolamento lì in zona.
Il giorno dopo Ronnie Peterson, per il quale io tifavo, morì. Uno dei tanti pezzettini delle sue ossa fratturate era andato in circolo. Si disse che poteva succedere solo in Italia: che Niki Lauda due anni prima era uscito dall'auto in fiamme che era più di là che di qua. Ma si trovava al Nurburgring, e i medici tedeschi l'avevano riportato tutto di qua, tranne le orecchie.
Così compresi che mio il paese era terra di cialtroni, che la mia patria era irredimibilmente trash.
Si, però. Dissento.
RispondiEliminaSe effettivamente è morto di embolia grassosa nulla avrebbero potuto fare i medici (di qualsiasi nazionalità essi fossero stati) per trattare questo tipo di embolia in sé. Anzi tanto di cappello ai chirurghi del Niguarda che hanno lavorato fino a notte fonda nel tentativo di salvargli l'arto. L'equipe probabilmente avrebbe potuto disarticolare/amputare l'arto evitando forse la complicanza fatale; invece ha evidentemente preferito affrontare il rischio imponderabile ma comunque molto piccolo (l'embolia grassosa è un evento veramente raro in letteratura) pur di garantire al pilota un qualità di vita decente. Per rendere l'idea di come è rischioso prendersi cura degli esseri umani: qualsiasi anestesia generale (il presupposto per un intervento di chirurgia maggiore) espone al "rischio" -per quanto apparentemente irrisorio- di morte. E dico irrisorio perché sfido chiunque a rendere edotti del nudo dato epidemiologico i familiari di quelle cinque persone decedute ogni milione di anestesie generali effettuate.
Shit happens. Ed i gesti apotropaici sono un modo poco scientifico anche se, a mio modestissimo avviso, "molto umano" -che trascende le culture ed i tempi- di affrontare il caso.
Tra l'altro ci sono stati nella storia della F1 fatti altrettanto se non più degni di destare "scandalo", uno su tutti Williamson arso vivo senza che praticamente nessuno alzasse un mignolo al GP di Zandvoort nel luglio del 1973.
Splendido commento, anonimo, e te lo dice uno che non parla mai di astrofisica, di biologia, di neuropsichiatria, di botanica, di algebra, di epigrafia greca, di elettronica, delle dighe, dei ponti, delle autostrade, di cardiologia, di radiologia. Non parlo neppure delle cose che conosco. E tu, invece, conosci per caso un certo afasol?
RispondiEliminaNel commento #1 dove sta scritto "E dico irrisorio" leggasi "E dico apparentemente irrisorio". Questo perché stamane mi sono accorto irrimediabilmente tardi che nella tazza stavo versando "parzialmente scremato" anziché "moloko plus" e tutta la giornata ha preso una brutta piega.
RispondiEliminaCiò premesso:
a. lungi da me sminuire il valore pedagogico di queste lezzioni ammericane, soprattutto se vengono da prynston -non per niente quell'imbrattacarte di Mr. Littlebaldman vi ha soffiato l'idea. Me le sto GODendo nel libero tempo.
b. a proposito della scelta terapeutica, il sito dedicato a Peterson nella sua madrepatria cita una sua chiara richiesta: "I want to be able to drive on Watkins Glen. Please make it possible!". Al di là del fatto che la volontà del paziente è sovrana (anche se allora il consenso informato era di là da venire), l'intervento messo in opera a Milano -ossia la stabilizzazione della frattura- è un'ottima prevenzione dell'embolia grassosa (causa finale di morte dalla diagnosi autoptica) quando abbastanza tempestivo. Non mi esprimo ulteriormente sull'operato dei medici perché non sufficientemente addentro alla vicenda. Però mi si consenta di citare un ignoto oncologo: il mestiere del medico (tranne qualche farabutto soggiungerei io) non consiste nel vendere morte.
A proposito di tempestività: ho letto anche che gli addetti al soccorso della CEA sono intervenuti a 9'' e 27'' dall'incidente. Per i miei riflessi da bradipo 10 secondi equivalgono ad un'oscillazione dell'atomo di cesio. Ma evidentemente non faccio testo.
c. Due fotografie scattate dalle tribune e la dinamica dell'incidente ricostruita durante il processo hanno scagionato Patrese. La squalifica era stata caldeggiata dal consesso di piloti più anziani sulla scorta dell'impulsività del giovane padovano, comodo capro espiatorio. O almeno questo raccontano le moderne ricostruzioni alla Blu notte.
d. mi sono appassionato fin troppo alla vicenda. Vado a disintossicarmi.
Beninteso che a quel tempo neppure io camminavo -per il semplice fatto di non essere ancora nato.
afasol non lo conosco, sono suo cuggino. Un'ANSA di metà marzo lo dava alle prese con la ginecologia. Io lo so che quello fa finta di studiare: sulla porta c'ha 'l cartello "tonno subbito".