domenica 6 settembre 2009

L'ultimo gioco in città (LE SCOMMESSE SONO CHIUSE)

XXIV — DELL'ULTIMO ORIZZONTE





Quella sera, tuttavia, Hans gli chiese o si chiese a voce alta (era la prima volta che parlava) cosa pensassero quelli che vivevano o frequentavano la quinta dimensione. All'inizio il direttore non capì bene, benché il tedesco di Hans fosse molto migliorato da quando era andato a costruire strade e ancora di più da quando viveva a Berlino. Poi afferrò l'idea e smise di badare ad Halder e a Nisa per concentrare il suo sguardo di falco o d'aquila o di avvoltoio necrofago negli occhi grigi e tranquilli del giovane prussiano, che stava già formulando un'altra domanda: cosa pensavano quelli che avevano libero accesso alla sesta dimensione di quelli che si collocavano nella quinta o nella quarta? Cosa pensavano quelli che vivevano nella decima dimensione, cioè quelli che percepivano dieci dimensioni, riguardo alla musica, per esempio? Cos'era per loro Beethoven? Cos'era per loro Mozart? Cos'era per loro Bach? Probabilmente, si rispose da solo il giovane Reiter, solo rumore, un rumore come di pagine accartocciate, un rumore come di libri bruciati.

Roberto Bolaño, 2666**, traduzione di Ilide Carmignani, Adelphi, Milano 2008, pp. 398.




Il gioco riprende: tre dimensioni a chi riconosce il titolo di questo film.

AGGIORNAMENTO (mercoledì 9 settembre): Due fotogrammi, due dimensioni: Flatlandia. Approfondire non serve a niente, tanto le apparenze non ingannano mai, anche se Paco Coelho sostiene che "[…] non tutto sembra ciò che realmente poi, a ben vedere, dovrebbe, o potrebbe, sembrare" (L'aura del divino che è in noi illumina l'aura celeste fino alla beatitudine che guida alla dimensione dell'armonia, ed. Stacchia, Misterbianco 2007).

AGGIORNAMENTO (venerdì 11 settembre): Nuovo fotogramma. È ora di fare il punto della situazione. Per esistere una dimensione basta e avanza.


AGGIORNAMENTO (domenica 13 settembre): Bonus frame. Il gioco resta aperto fino a lunedì mattina. Watch the skies, folks, non il dito.
















P.S.: Ti ricordiamo che le regole de L'ULTIMO GIOCO IN CITTÀ™ sono depositate presso il notaio Altamante Fruzzetti e possono essere consultate qui. Se ne hai il coraggio, vai a giocare nell'andere Seite.





ATTENZIONE: la partita si è conclusa domenica 13 settembre alle 12.47. Ancora una volta, Bianca ha trovato la soluzione: il film da riconoscere era Gli invasori spaziali (Invaders from Mars, 1953) dello scenografo William Cameron Menzies. Un bambino è convinto che un'astronave sia atterrata oltre il colle che vede dalla finestra. Ma si scontra con l'incredulità di genitori e autorità. È tutto frutto di un sogno o gli abitanti della cittadina sono posseduti dagli alieni del pianeta rosso? Anche se non esistono prove certe, pare che inizialmente il film fosse pensato per essere proiettato in 3D.

AGGIORNAMENTO (16.30): Solo ora scopriamo che anche maxeramax aveva trovato la soluzione, sebbene con tre ore di ritardo rispetto a Bianca. I God sono generosi e hanno deciso — in via del tutto eccezionale, infinita e iperscrotabile! — di premiare anche lui: per la sua assiduità, per la sua onestà e per la sua lucidità.



La prossima sfida si terrà lunedì 14 settembre.




L'ULTIMO GIOCO IN CITTÀ.

GRADUATORIA




afasol: 14 dimensioni.

arcomanno : 11 dimensioni.

bianca: 7 dimensioni.

maxeramax: 3 dimensioni.

YagaBaba: 3 dimensioni.

gegio: 3 dimensioni.

Andrea: 2
dimensioni.


39 commenti:

  1. dal titolo direi che è il mitico porno-horror-culinario "Io nel pensier mi friggo", sottotitolo "questo soffritto rosa no non esiste più".

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  2. I sogni di Scroto: mutandine rosa nel tostapane, poi spalmate di burro Cademartori. Tanto fumo, niente arrosto, e alla fine un miserabile tv dinner davanti a "Nosferatu a Venezia" (grande film di Caminito eccetera).

    P.S.: mi fai schifo al maiuscolo.

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  3. se davvero Al è maiuscolo, non si capisce se intendi Al Capone o Al di Alfred di Happy Days.

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  4. molto bello il fotogramma!!

    uhmm... è un film del 1959?

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  5. #3: Chiamami Chevy.

    #4: A che film stai pensando?

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  6. Se notte era giorno,

    se su sfondo c'era grande diga su fiume Plotica

    se stradicciola era grande Magistral di asfalto numero 25 a due corsie

    e se donna bionda in vestaglietta era uomo muscolo con tuta da lavoro e grande martello



    io quasi diceva che era film Svitare! di Bruno Plut.

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  7. Sì, e se mi' nonna ciaveva le rote era un trattore?

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  8. Nonna, forse, troppo;

    piccola somiglianza con profilo di zia Smetana, però, innegabile.

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  9. Sono incerto tra "La bête" di Borowczyk e "Alice" (in Acidland).

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  10. No, non è Boro. Ma se fosse stata la soluzione del gioco, che nome (falso o vero) avrei messo in graduatoria?

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  11. Delitto in quarta dimensione di Irvin S. Yeaworth jr?



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  12. Tentativo intelliggiente, ma none.

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  13. ultimo tentativo:

    Quel bambino è Ron Howard che recita nel film La giostra, quinto episodio della serie Ai confini della realtà?

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  14. No. A che film stavi pensando?

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  15. http://trovacinema.repubblica.it/film/ai-confini-della-realta/130314

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  16. No. (E poi quel film ha solo quattro episodi, o c'è qualcosa che non ho capito?)

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  17. si ha solo quattro episodi, ma per i colori e il contenuto ho pensato a sto film che ho visto da bambina e ricordo vagamente. vabbè, pazienza...

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  18. Esploratori dell'infinito

    (1954)

    Un film di Richard Carlson



    maxeramax

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  19. No, Max. Ma sei vicinissimo alla soluzione. Fossi in te sparerei un altro titolo.

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  20. Soli nell'infinito (1956)

    Un film di Mervyn LeRoy



    E lui (la nuca) è William Holden !!



    p.s.hai capito che sto "sparando" Sten...non l'ho visto il film... confesso.



    maxeramax

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  21. La gente sul fondo sembra piccola e arcaica, resa nana dall’immenso cielo e dalle nuvole mosse dal vento, come personaggi di vecchie stampe. Sbaglio o una nebbia di disagio, un tenue vapore di inquietudine è calato sulla strada? Gli uomini d’affari si affrettano a tornare ai loro uffici, chi fa la spesa alle proprie macchine, i turisti ai loro alberghi. Ah, William Holden, abbiamo di nuovo bisogno della tua presenza. La tramatura del mondo si logora senza di te.

    Walker Percy, The Moviegoer, 1961 (L’uomo che andava al cinema, trad. di Eileen Romano, Arnoldo Mondadori Editore, 1989, p. 10).



    No, non è William Holden.



    Anno, genere: il primo tentativo era più vicino alla soluzione, indubbiamente. Dai, spara, che ce frega, tanto come diceva Troisi alla de Sio quando lei alla fine di Scusate il ritardo se ne esce con un "Se devo essere sincera...": "No! Perché, mica… Cioè, puoi dire pure una bugia, siamo tutti e due, chi se ne accorge…".

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  22. Due citazioni splendide. Mi sa che ho finito le cartucce. My movies database con la parola "infinito" mi dà soltanto i film di capitan harlock...

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  23. Peccato, tanto più che a Leopardi mi aveva fatto pensare fin troppo ovviamente la prima immagine del quiz, non il titolo del film. Comunque se vuoi ritentare hai tempo fino a mezzogiorno circa di domani.

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  24. I figli dello spazio

    Jack Arnold

    1953



    maxeramax (the bullshitshooter)

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  25. Un film di Jack Arnold che non conoscevo, grazie. Però su imdb leggo che è in bianco e nero e del 1958. Fosse stato del '53, come sostieni, staresti ronzando intorno alla soluzione.

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  26. Le scommesse sono chiuse perchè qualcuno ha indovinato ?



    Nel 1953 è uscito "La guerra dei mondi" che non fu affidato a Orson(sai perchè Sten ?)...è possiamo finirla lì...



    La trama sembrerebbe quella di "Gli invasori spaziali"..nessuno crede al bambino che li ha visti...

    Ma se le scommesse sono chiuse...non sparo più...



    Max

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  27. Tutto spiegato nell'aggiornamento al post. Per questa volta l'hai sfangata, ma che non si ripeta mai più.

    Quanto al resto, credevo di saperne abbastanza, sul paffutello di Kenosha, sia per esteso, sia for dummies. E invece la storia della regia negata per "La guerra dei mondi" mi è sfuggita, o l'ho completamente dimenticata. Per sdebitarti raccontacela, dai.

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  28. Ringrazio i Gods, lo Zombie God e saluto Bianca...onorato dell' ex aequo.

    Tre dimensioni non sono mai da buttar via...



    maxeramax



    p.s. Pare sia stato Orson a rifiutare...Aveva da fare con Rita.

    "Le rosse invecchiano male" dice James Ellroy in Sei pezzi da mille, riferendosi alla Hayworth. Chissà quando si farà un film di quel libro straordinario.

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  29. Ho letto quasi tutto, di Ellroy. "Sei pezzi da mille", chissà perché (comunque non a causa del libro), mi è scivolato dalle putride mani. Devo assolutamente recuperarlo, sperando che l'umidità del loculo non lo abbia ridotto in poltiglia. Tanto più che "American tabloid" mi era piaciuto da matti.

    Comunque non è vero che le rosse invecchiano male. Al massimo, rivelano le loro origini neanderthaliane. E alla peggio le ossigeni e le fai finire imbalsamate in una galleria di specchi.

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  30. E io saluto te, Maxeramax, più tranquillo che mai. E ringrazio Stenelo per il gioco.

    Bianca

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  31. Sorry, wrong link, come diceva la rossa di neanderthal: that's the right one.

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  32. Thanks a lot !!

    (ue' scrive bene la Bianca...e fotografa il nord...Ilbel nord senza leghisti..)



    maxeramax

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  33. @ Sten – vedo solo ora che hai borretto mia cozza (ha proprio ragione Romero a volervi così bene!)

    @ Maxeramax: se ti capita di ripassare, sappi che mi fa piacere se lasci una virgola, anche tre.

    bianca

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  34. Sten,non perderti The six cold thousands...Capitolo118. Scena d'amore (autentico) tra il protagonista (Wayne Tedrow jr) e la sua matrigna che sta morendo di cancro.

    Ellroy è l'unico che può essere avvicinato a Guglielmo Scuotilancia...

    Divino.

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  35. Ma per capirci qualcosa mi tocca rileggermi interamente "American tabloid" (sono passati un bel po' d'anni, temo di non ricordarlo alla perfezione)?

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  36. No...Basta averlo letto e poi dimenticato..(come diceva l'Argentino..)

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  37. Quello che parlando di Perón diceva: "L'uomo di cui vorrei dimenticare il nome"?

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  38. Quello...che diceva anche:



    Il tempo è un fiume che mi trascina, ma sono io quel fiume;

    è un tigre che mi divora, ma sono io quella tigre;

    è un fuoco che mi consuma, ma sono io quel fuoco.

    Il mondo, disgraziatamente, è reale;

    io, disgraziatamente, sono Borges.

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