— Dovremmo esser là tra un'ora — gridò a Chuck di sopra la spalla. Poi aggiunse, come ripensandoci: — Chissà se la calcolatrice ha finito. L'ora dovrebbe essere questa.
Chuck non rispose e si girò su la sella. Riuscì appena a distinguere il volto di Chuck, un ovale bianco rivolto verso il cielo.
— Guarda — mormorò Chuck, e George alzò gli occhi al cielo. (C'è sempre un'ultima volta, per tutto.)
Lassù, senza tanto chiasso, le stelle si stavano spegnendo.
Arthur C. Clarke, I nove miliardi di nomi di Dio.
Non vedo il rapporto, chevordì? Che in un mondo d'acceleratori è meglio che ti rivendi cavallo e tagliaerba e ti fai un suv?
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