Neppure io. È curioso, ma a me l'aggettivo "vecchio" faceva venire l'orticaria fin da bambino (a Recanati pare si preferisse "antico"). Ciò detto, uno che in carcere scriveva lettere simili era chiaro che lo sarebbe diventato meno di altri:
Mentre è sacrosanto e benedetto ogni fatalismo relativo al passato (cioè la rassegnazione), il fatalismo riguardo al futuro è un concetto contraddittorio; infatti non si può non volere in ogni istante; il problema del fatalismo si riduce perciò in questi termini: dobbiamo volere quel che vogliamo noi, oppure volere quel che vogliono gli altri?
Neppure io. È curioso, ma a me l'aggettivo "vecchio" faceva venire l'orticaria fin da bambino (a Recanati pare si preferisse "antico"). Ciò detto, uno che in carcere scriveva lettere simili era chiaro che lo sarebbe diventato meno di altri:
RispondiEliminaMentre è sacrosanto e benedetto ogni fatalismo relativo al passato (cioè la rassegnazione), il fatalismo riguardo al futuro è un concetto contraddittorio; infatti non si può non volere in ogni istante; il problema del fatalismo si riduce perciò in questi termini: dobbiamo volere quel che vogliamo noi, oppure volere quel che vogliono gli altri?
Vittorio Foa, 19 febbraio 1939.
E come facevi a considerare vecchio uno che ti ascoltava, si entusiasmava, ti abbracciava?
RispondiEliminaTi abbracciamo ora noi, Vittorio. Davvero adesso siamo piu' soli.
kk
Idealmente mi vien da raffigurarlo con un ditinofino rivolto all'Italia di oggi. Penso che lo apprezzerebbe
RispondiEliminasiete God, ma anche lui...
RispondiEliminaDimmi soltanto buonanotte.
RispondiEliminaE buonanotte a te, fratello, a volte acceso di stelle.
Bianca