Cristina ha partecipato al concorso Centoparole Feltrinelli di giugno. Non ha vinto, e ci invia una straziante email
"..Con il cuore in mano vi chiedo: che cosa ho fatto che non andava? Sono andata fuori tema? E che ne sapevano loro che l'esperienza che raccontavo non l'avevo vissuta davvero fra i loro scaffali? Dovevo usare la prima persona? Il mio racconto è illeggibile? Sono negata? Devo dimettermi dall'Odg e aprire un negozio di articoli per parrucchieri ed estetiste, perché sempre di articoli si tratterebbe?"
Il racconto di Cristina | Il racconto che ha vinto |
"È stata lei, l'ho vista - si avvicinò sussurrando al commesso - sì, è lei che ha preso un libro e se l'è infilato in borsa". "Senta - gli rispose quello - ormai nessuno lo fa più. Li vede quei sensori all'uscita? si metterebbero a suonare che neanche un'ambulanza..." "Le dico che l'ha fatto." "Venga. Glielo chiediamo." "Scusi, signora, sono mortificato...dicono che lei ha un nostro libro." "No, no. È mio - un violento rossore le salì ale guance - M'è costato un occhio farlo pubblicare. L'ho lasciato qui solo un quarto d'ora, impilato sopra gli altri. Non lo direte in giro, vero?" | Avevo cinque anni: mio padre lavorava nell'edificio di fianco alla Feltrinelli di Padova. Sapevo a stento leggere ed il suo regalo fu il libro "Peter Pan": era la nostra favola preferita. Ora lavoro dove lavora mio padre: la Feltrinelli è diventata la mia "Isola che non c'è", un rifugio durante le mie pause pranzo, come per non volere ancora crescere... come per essere nuovamente vicino a mio padre. Cerco quest'isola ogni volta che viaggio: la ritrovo a Roma, entro, ed ormai adulta comincio a leggere il mio libro preferito, e qui avviene l'incontro... l'uomo che sa leggere l'"Oceanomare" di malinconia nei miei occhi. |
Il giudizio di GOD | Il giudizio di Feltrinelli |
Il tuo racconto è esponenzialmente migliore. Una variante "de noantri" di bookshifting che in poche battute lascia intuire un'infelice vicenda di grandi speranze letterarie e piccola borghesia pseudoacculturata. Il dialogo è funzionale e anonimo, senza svolazzi: si concentra giustamente sul fatto e non sui personaggi. L'altro racconto è indicibilmente melenso ma tatticamente assai più azzeccato (v. recensione a fianco). Lo avrebbe potuto forse scrivere quella stessa signora, con un po' di paraculaggine in più Un più meditato commento proveniente da uno dei GOD recita testualmente "Il racconto che ha vinto è una baldraccata totale. La cosa peggiore è se per caso è sincero" Si potrebbe sottolineare anche la finezza del quasineologismo "oceanomare", probabilmente l'infinto del verbo che fa io oceanomo, tu oceanomi eccetera. Con inaspettati effetti di pesantezza sul congiuntivo imperfetto ("che io oceanomassi") e una punta di megalomania ("che noi oceanomassimo", che si puo anche dire che noi Pacifico). | Il racconto di Cristina è inaccettabile: Feltrinelli (che peraltro non si degna di nominare) appare come una specie di Gulag cintato da barriere protettive, in cui il cliente è importunato da commessi sospettosi e insieme disattenti. Nell'altro, invece, ah, signora mia, quanta dolcezza: la libreria è addirittura il rifugio di quell'eterno Peter Pan che è il lettore. Poi ci sono i sentimenti famigliari e perfino un tocco di poesia nel finale, con quella malinconia che così spesso leggiamo negli occhi delle nostre clienti. Perché si ricordi, non vengono qui per leggere, ma per trovare qualcuno che le sappia leggere |
Alternate take
"Ettore..ETTORE....AETTTOREEEE ! ce sta qui 'na tizia che dice che ce stanno a frega' li libbri. Tarisurta?"
"Ma che nun sparasse cazzate, si ce proveno qui se mette tutto a sona' che manco n'ambulanza"
"Le dico che l'ha fatto !"
"Ah l'ha fatto. Mo jo chiediamo, ma la figura de mmerda la fa lei"
ho capito. alla seconda botta ho capito che l'anno prossimo per vincere c'e' il trucco. cosi' pedestri come sono, seguendo il ragionamento che il concorso e' un'operazione d'immagine, quelli della feltrinelli che giudicano la qualita' dell'opera premiano i racconti dove compare la parola feltrinelli, dove il moderno concetto di libreria, che feltrinelli esprime alla grande, risalta in tutto il suo fulgore. mi pento di aver partecipato. guardate chi ha vinto alla feltrinelli di l.go argentina in roma e poi ne riparliamo.
RispondiEliminaravu
Guarda Ravu, noi GOD ci siamo già scambiati privatamente l'opinione che i membri della "giuria" non siano altro che i commessi delle librerie che, con tutto il rispetto, oltre al lavoro a progetto, part-time e sottopagato, devono loro malgrado improvvisarsi critici letterari e spulciare fra pacchi di cazzate scritte da aspiranti scrittori.
RispondiEliminaA te, al posto loro, non verrebbe voglia di estrarre a sorte?
Batman
oh, io avevo scritto un raccontino tanto delizioso, e anche markettaramente corretto come feltrinelli avrebbe potuto gradire, con quel tanto di poesia che piace ai fair readers e soprattutto vero, cioè io ho raccontato una vicenda vera (o che in ogni caso avrei potuto spacciare come tale, per dire)...inoltre era pure scritto a mano, con quella calligrafia un po' così, da emily dickinson della periferia ma da tenere in considerazione però perchè sufficientemente distinta e vuota da avere magari un domani successo...insomma il mio racconto aveva tutto. ma non vincerò mai. perché mentre stavo per imbucarlo l'ho perso in giro. boh, magari è rimasto in macchina, non so, io non lo trovo più.
RispondiEliminasecondo voi, se lo riscrivo - ammesso che me lo ricordi per bene, ne dubito - vado contro le forze cosmiche dell'universo?
benritrovati amiciamici! :*
frrolletto
no ma il commento di feltrinelli spero sia fiiinto!!!! ma siamo pazzi???
RispondiElimina"commessi sospettosi e insieme disattenti"??oh mio dio....voglio morir'!!!
no,io preferisco quello che non ha vinto...e non vincere "via-à-vis" di quel supermercato,franchising del libro mi sembra una prova di qualità piuttosto che il contrario!!!!!
oih!!! io aspetto sempre la mia pseudo critica artistica!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaNicoz, porta pazienza, per la critica artistica sarà necessario assumere sostanze psicotrope che al momento scarseggiano, ma non disperare.
RispondiEliminaGiorgia, ben tornata: quale trip ci ha privati sì a lungo della tua presenza?
batman
Batman, che vuoi, son poeta...arrivo, vado, fuggo...inquieta, anche quando son calma.
RispondiEliminaPS: E' cominciato il festival del circo da noi te non ci vai? Io si!! :)
Gli altri anni son sempre andato, almeno allo spettacolo in piazza Loggia, quest'anno son talmente sfasato che manco mi sono accorto.
RispondiEliminaMa davvero è già iniziato?
si, io ci vado mercoledi sera coi miei amici. l'anno scorso ero andata a "le cirqle" e mi aveva lasciato a bocca aperta. spero che quest'anno lo spettacolo che ho scelto ne sia all'altezza :)
RispondiEliminaG.O.D., a quando un libro collettivo alla Wu Ming?
RispondiEliminaI tempi sembrano maturi, il talento indiscutibile.
(Saverio Tommasi)
Peccato che Oceanomare si riferisca al romanzo di Baricco, branco di ignoranti!!!
RispondiEliminaeh sì gran critica letteraria quella di GOD, se non hanno capito il contrasto tra i 2 romanzi preferiti dell'autrice vincitrice!
Ecco, finalmente abbiamo un commentatore deficiente.
RispondiEliminaPrimo: sappiamo benissimo cos'è Oceano Mare (non attaccato), lo abbiamo letto ai tempi che furono, ci è anche piacuto, e lo abbiamo usato per sedurre fanciulle. Tanta è la potenza di Baricco.
Secondo: d'altra parte, il fatto che il deficiente che nemmeno si firma giudichi la cultura di una persona dalla sua conoscenza di Baricco lo qualifica per quello che è, e che non ripetiamo per dimostrare che esiste due senza tre.