Da tergo e solo per palati forti, alla “Festa del cinema de’ noantri” arriva quella che si prospetta come l’opera più trash e dissacrante della rassegna: James Bondi – Licenza Poetica, nasce infatti, sin dalla prima fase di produzione, come un continuo susseguirsi di equivoci che vedono l’uomo sbagliato nel posto giusto o viceversa.
L’opera, che doveva essere in realtà un documentario per una retrospettiva dedicata al poeta Bondi e diretto, secondo le intenzioni dei produttori, da un celebre regista americano, per un errore di traduzione della parola “retrospettiva” ha invece visto arrivare Ron Jeremy, più noto come attore, ma con all’attivo più di un centinaio di esperienze dietro la macchina da presa
Il protagonista, che qui interpreta sé stesso, seppur inizialmente un po’ imbarazzato da questa inaspettata piega, finisce poi per calarsi in modo convincente in un nuovo ruolo proposto dal regista a cui poi non mancherà alla fine di dedicare una delle sue liriche
"A Ron"*¹
Sui tuoi lombi bargiglio alla griglia/
Nel solco delle mie natiche canzone di pesco/
Fascinazione accecante/
Transustanziazione sensuale/
Poetico prepuzio/
Nei ricordi amplesso delle delizie/
voluttuoso volo
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Loft
Three Mountains
Left
Cièsai
(*¹si ringrazia per l'aiuto il Bondolize)
e questo è solo il primo. non oso immaginare cosa succederà in Goldfinger, Octopussy o - Dio non voglia - "L'uomo dalla pistola d'oro"
RispondiEliminaPiù che i film, io temo le odi
RispondiEliminaIo vedo bene La Russa nella parte di "Jaws".
RispondiEliminaAlt