Già bruciata su gago, ma quelli non se la meritano, nessuno ci ama come ci amiamo noi e quindi lo ripeto qui cedendo la parola al nostro Russell preferito:
— Come ha detto Bertrand Russell, “L’unica cosa che riscatta il genere umano è la collaborazione”. E so che adesso faremo nostre queste parole.
— Non erano su un sotto bicchiere?
— Sì, della Guinness doppio malto.
Shaun (Simon Pegg) e Liz (Kate Ashfield) ne L’alba dei morti dementi (Shaun of the Dead, 2004) di Edgar Wright.
"The Darwin Awards" lo devo recuperare. "L'alba dei morti dementi" direi che merita. La prima parte, soprattutto: Inghilterra, protagonista un impiegato mediocre con amici mediocri, ragazza mediocre, passatempi mediocri (ridotti a uno: il pub sotto casa, con Guinness e fish & chips). L'immaginario culturale è una sorta di versione british e piuttosto povera di fancazzismo vitellone. Una domenica mattina, dopo la regolare sbornia al pub, da radio e televisione arrivano notizie di una strana epidemia, ma il nostro, intontito da birra e noia, non reagisce e cambia canale, la butta su mtv, telefona alla ragazza, fa concorsi di peti con il coinquilino scoppiato marcio, ciccione ultratrentenne sempre incollato alla Playstation. Poi esce e attraversa a piedi mezza città. Intorno a lui tutti si sono trasformati in zombi, ma lui ne esce miracolosamente illeso e non si accorge assolutamente di niente: zombie o meno, tanto erano tutti già morti. Una parodia piuttosto divertente, piuttosto intelligente, più romeriana di quel che sembri.
Allora vedrò anch'io di recuperare "L'alba dei morti dementi". Quando è uscito l'avevo completamente ignorato, ma in effetti i veri dementi sono i distributori italiani nel dare i titoli (inutile rivangare il clamoroso caso di "Se mi lasci ti cancello"): in linea di principio sono contrario alla tortura, ma per loro farei un'eccezione
Be', se è per questo c'è la leggenda di quel pazzo che l'estate, mentre nessuno lo controllava, storpiava il cinema francese anni '70: "È simpatico ma gli romperei il muso" per "César et Rosalie", "Non drammatizziamo… è solo questione di corna" per "Domicile conjugal"…
la Guinness dei Primati
RispondiEliminaGià bruciata su gago, ma quelli non se la meritano, nessuno ci ama come ci amiamo noi e quindi lo ripeto qui cedendo la parola al nostro Russell preferito:
RispondiElimina— Come ha detto Bertrand Russell, “L’unica cosa che riscatta il genere umano è la collaborazione”. E so che adesso faremo nostre queste parole.
— Non erano su un sotto bicchiere?
— Sì, della Guinness doppio malto.
Shaun (Simon Pegg) e Liz (Kate Ashfield) ne L’alba dei morti dementi (Shaun of the Dead, 2004) di Edgar Wright.
Alt
Quel titolo mi manca, in compenso, per stare in tema, ho visto "The Darwin Awards".
RispondiEliminaDurante la scena del camper con il pilota automatico avevo le lacrime agli occhi
"The Darwin Awards" lo devo recuperare. "L'alba dei morti dementi" direi che merita. La prima parte, soprattutto: Inghilterra, protagonista un impiegato mediocre con amici mediocri, ragazza mediocre, passatempi mediocri (ridotti a uno: il pub sotto casa, con Guinness e fish & chips). L'immaginario culturale è una sorta di versione british e piuttosto povera di fancazzismo vitellone. Una domenica mattina, dopo la regolare sbornia al pub, da radio e televisione arrivano notizie di una strana epidemia, ma il nostro, intontito da birra e noia, non reagisce e cambia canale, la butta su mtv, telefona alla ragazza, fa concorsi di peti con il coinquilino scoppiato marcio, ciccione ultratrentenne sempre incollato alla Playstation. Poi esce e attraversa a piedi mezza città. Intorno a lui tutti si sono trasformati in zombi, ma lui ne esce miracolosamente illeso e non si accorge assolutamente di niente: zombie o meno, tanto erano tutti già morti. Una parodia piuttosto divertente, piuttosto intelligente, più romeriana di quel che sembri.
RispondiEliminaAlt
Allora vedrò anch'io di recuperare "L'alba dei morti dementi". Quando è uscito l'avevo completamente ignorato, ma in effetti i veri dementi sono i distributori italiani nel dare i titoli (inutile rivangare il clamoroso caso di "Se mi lasci ti cancello"): in linea di principio sono contrario alla tortura, ma per loro farei un'eccezione
RispondiEliminaBe', se è per questo c'è la leggenda di quel pazzo che l'estate, mentre nessuno lo controllava, storpiava il cinema francese anni '70: "È simpatico ma gli romperei il muso" per "César et Rosalie", "Non drammatizziamo… è solo questione di corna" per "Domicile conjugal"…
RispondiEliminaAlt