venerdì 15 aprile 2005

Come e perché resistere all'idea di scrivere un libro

(come non detto se poi me lo fanno scrivere)


Era tempo che qualcuno ponesse seriamente questo problema. Cercherò di rispondere con un pirotecnico fuoco di fila di argomenti, ma uno solo sarebbe sufficiente: di libri ce n'è abbastanza.

Intendiamoci, se volete scrivere "L'ultima di Totti", un manuale di cucito, un'enciclica o simili non c'è problema: just do it. Ma voi mirate a produrre un'Opera - è di questo, vero, che stiamo parlando, del vostro cuore e del vostro intelletto che alternativamente sanguinano o brillano su quelle pagine.

Non vi rampogna qui il serioso intellettuale preoccupato di una remota ma pur sempre possibile concorrenza, non vuole scoraggiarvi l'editore travolto dai manoscritti, non è il libraio alle prese con lo scarso spazio disponibile a crollare il capo. Qui è il semplice lettore che cerca - con un modesto fuoco di sbarramento - di falciare almeno le vostre prime file, innanzitutto per difendere se stesso.

Cominciamo senz'altro.



Voi, scrittori in pectore, soffermatevi - preferibilmente al tramonto - presso un banchetto di remainders. Lì, come forse a Bartleby parlarono quelle lettere smarrite, file di testi polverosi e macchiati, simili ad anziane prostitute che svendono improbabili grazie, vi diranno una storia di abbandono e solitudine. Sfogliate quelle opere, forse gli unici sulla terra per l'eternità. Lasciatevi immalinconire da quelle copertine ansiose di catturare finalmente uno sguardo. Quante inutili sofferenze ! Vanitas vanitatum !

Se questa muta ma eloquente testimonianza non vi scuote visualizzate allora il cartello che Billy Wilder teneva in bella mostra in ufficio: "How Would Lubitsch Do It ?". Sostituite a 'Lubitsch' che so, 'Proust' o 'Dostoevskij', perfino 'Baricco': sapreste davvero rispondere ? Se dite 'no', perchè allora non impiegare il tempo rileggendoli - metti caso che rischiate di dire le stesse cose, magari (per un banale calcolo di probabilità) peggio. E se sì, non vi viene da deporre la penna all'istante o più utilmente esercitarla sul 730 ?

Non vi ho ancora convinti, lo vedo: siete lì che inanellate frasi come invasati. Bene, proseguiamo.

Un giorno vostro figlio, vostra moglie, l'amante, l'insegnante, il direttore verranno da voi e vi chiederanno conto di tutto il tempo dedicato all'Opera e non a loro: "Dovevamo giocare a pallone e tu sparivi... Non mi portavi mai al cinema... Mi lasciavi sempre sola/o e invece Aldo/Laura..." be', direi, il concetto è chiaro. Pensate di cavarvela agitando il vostro manoscritto, con tutta probabilità (e guardate, è sempre pura statistica) rifiutato da N>10 case editrici ? E passi per gli affetti più cari, ma voi - lo so - potreste minare l'economia famigliare o anche solo personale pubblicando a vostre spese (che oltretutto fa una tristezza).

Eh, ma di fronte a questo 'Hic Rhodus, hic salta' traccheggiate, ciurlate nel manico, abbozzate e divagate - tutti indizi lampanti di Opera-addiction. Perché già vi figurate (ve lo figurate, vero ?) il trafiletto che inizia "Una voce nuova nel panorama letterario italiano.." o - se contenutisti all'ultimo stadio - "Una storia struggente" (fra l'altro: mai sentito uno dire "ho letto la storia e mi ha strutto una cifra").

Non succederà: ve ne resterete soli col vostro manoscritto, fritto e rifritto, letto e inflitto a tutti, un testo modesto e molesto. In "Ricordati di me" (film di Muccino che con il titolo cerca di imporsi alla giustamente riottosa memoria) il padre legge i propri testi alla Bellucci. Se è la prima attività che mettereste in cantiere avendo sottomano la Bellucci siete avviati dritto verso lo strizzacervelli. Ehi, c'è il mondo, là fuori. Forse non la Bellucci, ma almeno gli uccellini, i prati e i serial killer sì. Capacitatevene (parola utilissima a Scarabeo): il mondo non sta attendendo la vostra Opera. Potete scuotervi dalle spalle questa (falsa) responsabilità e assumerne di più umili e utili. Come uno Spiderman che ha gettato la tutina vi sentirete Normali Esseri Umani, liberi da missioni letterarie e senza debiti editoriali nei confronti dei vostri simili. Ma con un vantaggio: voi sapete di essere un grande scrittore, gli altri lo ignorano. Mantenete ben salda questa superiorità non rivelandolo, e potrete guardare tutti dall'alto in basso senza spiegazioni.

Non saprei che altro aggiungere, se non che per un Faletti che ha successo istantantaneo c'è un Jim Thompson che viene scoperto un quindici anni dopo la morte. Vorrà pur dire qualcosa.

5 commenti:

  1. ti sono infinitamente grato. ho appena finito di bruciare due scaffali di manoscritti, trenta scatole di floppy e dieci CD-RW (alcune erano copie di copie, ovviamente), e sai una cosa? adesso ho uno spazio tutto mio dove riporre le provette con i virus per gli esperimenti sulle armi chimiche di nuova generazione. se penso a quanto tempo ho sprecato a scrivere storie d'amore...

    spero un giorno di poter ricambiare.

    a presto

    mauro

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  2. non ci devi nulla, simpatica purea di mais, fare il bene è premio a se stesso. va' e non più peccare (perché tu, non negarlo, già peccasti almeno una volta..)

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  3. ieri non mi spiegavo perché un collega riuscisse a camminare almeno 20 metri sopra noi comuni mortali. Una collega mi ha spiegato, sussurrando, che una nota casa discografica a settembre gli inciderà un singolo. Lui cammina sempre più alto. Io continuo a prendere l'ascensore. Faccio prima e se casca l'ascensore, l'assicurazione mi risarcisce!

    :p

    Gabriella

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  4. bravi! bravi!

    che sia la vita la nostra più bella opera d'arte.

    abbiamo bisogno di scrittori e di poeti di vita non di volumi!



    folletto_poeta_già_morto_che_mai_pubblicò_né_probabilmente_pubblicherà_mai (se non appunto da dopo morto. forse. ma più probabilmente no.)

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  5. folletto, con te non parlo più a meno che non dedichi pure a GOD una poesia (I'm just a jealous GOD)

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