Numerose ricerche, condotte ritrovando tracce di coca sulle banconote circolanti e tracce di droga nella saliva dei deputati della Repubblica, hanno dato risultati sorprendenti: sono altissime le percentuali in Italia delle persone che assumono stupefacenti per superare lo stress da lavoro, per rendere meglio o solamente per sballo.
Io sto valutando seriamente l’ipotesi di doparmi per far fronte agli impegni familiari e domestici. Nulla di erotico, intendiamoci. E’ che sempre più spesso, dopo dieci ore passate in ufficio e un paio trascorse nella cura dei figli e della casa, capita di venire accusati di scarsa reattività umorale e intellettuale.
“Ma come, dice Lei (per Lei si intende lei) di fronte a un lui semisfatto sul divano, intorno a mezzanotte, sei stanco? E cos’hai? Perché sei di cattivo umore?”.
“No cara, non ho nulla. Sono solo un po’ stanco”, ribatte lui sperando vanamente in una parola di comprensione.
Invece Lei volta le spalle e con fare incazzato ti accusa della solita incapacità di comunicare, di fare conversazione o, il massimo del massimo, di non farla ridere e di rendere l’ambiente domestico simile a un cimitero nel giorno dei morti.
In realtà, io c’ho solo un po’ di casini di lavoro, eppoi mi alzo presto, porto i figli a scuola, torno a casa tardi e non è che voglia trovare una donna che ti massaggia i piedi e ti prepara la cenetta (non contemporaneamente, ovvio). Ma, semplicemente, almeno, una che non ti rompa costantemente i coglioni.
L’apice poi si raggiunge il fine settimana. Oltre a occuparsi dei compiti dei figli, bisogna essere pronti a far fronte a tutte le esigenze di animazione del week end. Lei, infatti, è convinta di aver sposato Fiorello. Ma non il Fiorello privato, che magari c’ha anche lui i cazzi suoi, ma quello che non ti annoia mai attraverso la radio e la tivvù.
Ebbene, casa mia è meglio del villaggio Valtur: ogni fine settimana occorre organizzare qualcosa. Perché se capita di stare a casa è una tragedia familiare. E proprio questo fine settimana ho maturato l’idea del doping.
Dopo due giorni trascorsi nel caos di Venezia, senza un attimo di tregua, all’ora di pranzo del due giugno mi sono permesso di proporre estenuato: “Direi che è meglio tornare a casa adesso”.
Non l’avessi mai detto… “Ma come, ha ribattuto inviperita Lei, così ci roviniamo l’ultimo giorno di vacanza!”.
“Ma cara, ho provato timidamente a ribattere, poi ci sono le code del rientro, la bolgia della Milano-Venezia, e domani si lavora…”.
Niente da fare. Muso e incazzatura per tutte le quattro/cinque ore del viaggio di ritorno.
E’ lì che ho pensato di doparmi. Per la pax quotidiana questo e altro. Sì, sono disposto anche a rischiare l’overdose.
mercoledì 4 giugno 2008
Doping domestico
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" Ho conosciuto dei veri scalatori. Non ho mai capito come fossero disposti a passare le notti in parete a 30° sottozero e sospesi nel vuoto. Comunque erano tutti sposati"
RispondiEliminaio prima di entrare in casa mi scrivo le battute e mi preparo sui fatti del giorno. sono i vantaggi di non guidare l'auto e passare 45' in bus a viaggio.
RispondiEliminaSto anche pensando di testare sui passeggeri qualche frizzante dialogo
Una volta un mio vecchio capo, di fronte mio rifiuto reiterato di partecipare alle numerose cene che organizzava, causa problemi di gestione familiare, mi chiese: "Uè, ma non è che c'hai l'amante?".
RispondiEliminaLa risposta lo fulminò: "No, guarda, di rompicoglioni me ne basta una: mia moglie".
Consiglio all'autore di sostituire Venezia con un più squallido Venice, di aggiungere un paio di androidi e una manciata di precog, e di spolverare sul tutto un po' di esoterismo mistico. Così, invece di una pagina strappata dal diario della Franzoni, il post sembrerà un inedito di Philip K. Dick.
RispondiEliminaAlt
P.S.: And yet, and yet… A ben pensarci, tra tipi alla Jean-Claude Romand e quello che sognava pecore elettriche passa appena una cartina di sigarette, di marca Carrère…
Gachet consiglierebbe una grande attenzione ai colori e ai suoni dell'ambiente domestico. Occorre che tu ridipinga tutto in tinte pastello, tenui. Quando dico tutto intendo anche eventuali animali domestici e in generale qualsiasi cosa tu non possa agevolmente rivestire. Tu e la progenie vestirete naturalmente in tinta. Ispirati ai film di Woody Allen.
RispondiEliminaHai affisse ai muri opere a tinte violente, non so, un Karel Appel ? Sostituiscile con acquerelli di marine, pastorellerie, cherubinaggini.
Quanto alla musica, il primo gesto che farai entrando in casa sarà di mettere su il minimalista più soporifero, o il jazz più smooth, o il cantautore più torpido - potrai rifarti quando sei solo in macchina con i Sepultura e il metal più estremo
Ma - hélas - non sempre si può evitare il ricorso ai farmaci, così, nelle situazioni davvero difficili, potrà essere di aiuto l'efficace medicamento noto come "Mickey Finn"
Oppure, tra le mura di casa, renditi invisibile, o almeno "out of focus", come Robin Williams (sempre in Woody Allen).
RispondiEliminaAlt
men are often masters of their fates. the fault, dear brutus, is not in your stars but in yourselves, that you are underlings
RispondiEliminama non diciamo cassiate
RispondiEliminaTo be or not to be... dear adlimina.
RispondiEliminaMa come direbbe Totti, laif is nau!