domenica 8 novembre 2009

Ostequi

— What in fact has been created? An international community. A perfect blueprint for world order. When the sides facing each other suddenly realize that they're looking into a mirror, they'll see that this is the pattern for the future.

— The whole world as the Village?

— That is my hope. What's yours?

— To be the first man on the moon.

Il n° 2 (Leo McKern) spiega al n° 6 (Patrick McGoohan) che dal Villaggio non si evade nella serie televisiva creata da Patrick McGoohan The Prisoner (1967, 2° episodio: “The Chimes of Big Ben”).




"Signore! Aiutami a sopravvivere in mezzo a questo amore mortale." Dmitrij Vrubel', 1989 (rest. 2009).




Letto l'editoriale della Spinelli, bellissimo.


Solo due domande:

1. Quale crollo del muro? Non sarebbe meglio parlare di momentanea flessione?


2. In che senso Stalin dismetteva?





Insomma, io non mi ricordo tanto bene.


 

Dio non esiste, Marx è morto, e io non mi ricordo tanto bene.



Meno Adorno e più contorno!

Meno Marcuse e più Mabuse!

...

...

Meno Horkheimer, più Alzheimer!



Herbert George Wells, The First Men in the Moon, copertina dell'edizione cecoslovacca, 1964. Illustrazioni di Adolf Hoffmeister. Altre immagini qui.

1 commento:

  1. Per Balzac un corpo è composto da una serie di spettri a strati infinitamente sovrapposti, fogliacei. Siccome l’uomo non può mai creare — ossia da un’apparizione, dall’impalpabile costituire una cosa solida, o dal nulla fare una cosa — l’operazione fotografica sorprende, stacca e trattiene, applicandoselo, uno strato del corpo. Onde, per il corpo suddetto, perdita evidente di uno dei suoi spettri, vale a dire di una parte della sua essenza costitutiva.

    Félix Nadar.

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