giovedì 5 maggio 2005

It Hurts Me Too

When things go wrong / go wrong with you / it hurts me too


Shymay ci chiede un parere su un brano di prosa e una poesia



- plastic passion -

sono seduto sul davanzale della mia stanza e fumo. il mio piede dondola e guardo le luci lontane. pulisco la cenere che è caduta sui pantaloni.

posso oziare quanto voglio, tanto la notte è mia. nessun rito codificato a cui sottostare. nessuna fretta di ingollare la cena, di correre sotto la doccia e di mettermi la camicia bianca, che gli amici sono di sotto ad aspettare. guardo le luci lontane e sorrido. fumo. non desidero starmene da qualche parte con un bicchiere in mano mentre ascolto il bla bla bla della gente, impegnata a parlare di niente e vedere le loro facce di plastica tese in un sorriso di circostanza mentre gli propino le quattro frasi che ho imparato a memoria per fare conversazione. non che sia stupido. è solo che non mi va di sprecare fiato con chichessia per ottenere sbadigli trattenuti a stento. che oltretutto mi irritano nel giro di cinque minuti. preferisco stare qui. zitto. in silenzio. la gente ora mi compatisce. quei poverini sono tutti tesi a sbandierare consigli, quando è evidente che non sanno nè parlare nè stare zitti.

il giocattolo è stato buttato quando si è rotto. niente di più, niente di meno. qualcuno passa fischiando giù in strada. tengo la sigaretta tra le labbra mentre mi sposto. ogni tanto passa qualche macchina. finisco la sigaretta. vado a dormire.


3 febbraio 2005


Splat


Electronic Jason Pollock


Loves Technicolor


colore virtuale


che sgocciola dal mio computer


fiamme nel buio


e' quello che mi manca


oooooooooh i love pop


sigarette fumate


in piedi


davanti ad un fuoco


con l'aria che ti fa tirare su il bavero


fat jackie se ne sta a letto


sognando di essere davanti alla tv a fare ginnastica


fotografie tagliate e reincollate


visi multietnici


ma un' unica cultura


piangi per il pop


ma non ti sei accorto che ogni giorno e' un nuovo giorno anni 60?


aaaaaaaaaaaaah


oscenita' liriche in uno spot di biscotti


il jazz a ny


ascoltato solo attraverso i film


subway song


scorre questo paesaggio metropolitano


fatto di flash


e ombre


sincopato bianco


e nero


aaaaaah


mosche in bocca


e nessun pensiero in testa


sotto il sole


i rolling stones del xxx secolo


ancora blues in cantina


a newborn patti smith


taccuino di appunti


scritto guardando per aria.


Il responso di G.O.D.


G1 era seduto da solo al tavolo delle riunioni dei G.O.D. Osservò preoccupato che la scritta in alto ("Google Mail") virava verso il giallo e friggeva anche un po'. Brutto segno. Sul tavolo, il testo della recensione.

Il malumore sembrava essersi diffuso tra i G.O.D. come per contagio. Chi giaceva schiacciato da montagne di lavoro da sbrigare, chi aveva cazziato la persona sbagliata, i.e. il capo (come, anche i G.O.D. hanno capi ? mistero della fede), chi quella giusta, chi aveva ogni sorta di casini in corso che qui non dettagliamo.

Per cui G1 non si stupì nel leggere la recensione...




Esistono due macrocategorie di scrittori. Gli scrittori che scrivono per un pubblico e gli scrittori che scrivono per se stessi. Evitiamo qui di entrare nelle sottocategorie (gli scrittori che scrivono per un pubblico che non li capisce, gli scrittori che scrivono per se stessi e neanche loro si capiscono e così via) e possiamo senz'altro affermare che Shymay appartiene indubbiamente alla seconda macrocategoria (e forse alla seconda sottocategoria). Ora, non sapendo qual è il reale obiettivo della nostra aspirante scrittrice, risulta difficile dare dei consigli sensati. Ma visto che Shymay si sottopone al nostro giudizio, e che noi siamo innanzitutto lettori e poi ghost, non possiamo esimerci dal considerare poco incisive (ed evocative, tanto per essere in tema) alcune parole e frasi: il piede che dondola, la cena non ingollata, il bla bla bla della gente, le quattro frasi propinate e così via. Un piccolo apprezzamento per il colpo di scena finale: leggendo, è facile supporre che il protagonista avrebbe dovuto buttarsi di sotto, spiaccicandosi sulle luci lontane o su un passante fischiettante. E invece, clamoroso al Cibali, se ne va a dormire!


Per quanto riguarda la poesia, concediamo il beneficio della (totale) licenza poetica (dal senso, dal ritmo, dalla costruzione, etc, etc.). Con un piccolo dubbio: perché prima "aaaaaaaaaaaaah" e poi "aaaaaah"? Colpa delle mosche forse?




"Ammazza.." pensò G1 "Però a me la poesia - con più dripping che pop, per la verità - non era dispiaciuta"

Poi la sua natura maligna tornò a prendere il sopravvento

"... Ma quel 'Jason Pollock' lo correggo o era voluto ? ..In dubio.."

Postò il tutto, poi aprì la finestra per far uscire il lieve odore di zolfo.

5 commenti:

  1. [grazie per avvermi avvertito via mail]



    che io scriva per me è indubbio. è poco che scrivo racconti: so di non scrivere in modo originale e incisivo, forse ci vorrà del tempo per farlo.



    credo di essere più brava a scrivere poesie che racconti, ma avevo voglia di esplorare stili nuovi ...



    >gli scrittori che scrivono per se >stessi e neanche loro si capiscono e >così via



    no, direi di no.

    so esattamente cosa scrivo e perchè lo scrivo.

    ci sono parecchi richiami alle poesie che ho scritto prima (http://digilander.libero.it/shymay/poesie.pdf) e alle cose che mi piacciono, ma non sono una che analizza quando butta giù la prima stesura. ho delle parole e dei temi ricorrenti, ma non so mai se e come li userò. a volte sento l' urgenza di scrivere mentre ascolto una canzone, mentre leggo un libro o dopo aver visto un film o qualcosa alla tv. a volte sto facendo qualcos' altro e devo prendere carta e penna e scrivere. poi rileggo e limo finchè le parole non si adattano alle immagini che avevo in testa quando scrivevo di getto.



    *jason pollock* nella prima stesura (scrivo di getto su un pezzo di carta) era un refuso, poi mi piaceva ed è rimasto.



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  2. bello jason pollock, crocevia di pittura e film horror - Pollock tra l'altro fu sarcasticamente soprannominato "Jack the Dripper". Dall'incrocio potrebbe nascere un dripping sanguinolento intitolato "Number 13"

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  3. epperò siete stati anche carini, via.

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  4. @dust: :)

    non sapevo del soprannome di pollock...

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  5. Miiiii... dopo aver letto questa vostra recensione ed aver chiesto il vostro giudizio su di un mio brano (sempre che me lo diate), son qui che tremo.

    'Notte,

    Marco

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