giovedì 2 luglio 2009

E magari è pure libanese

C'è un diffuso pregiudizio nel PD: che per guidare il partito occorra essere vivi.

In nessun regolamento se ne fa menzione. A voler essere complottardi, è la lobby dei vivi che, pur minoritaria, impone le sue priorità alla parte migliore del partito: quella delle salme.

Basta però un simulacro di onestà intellettuale per rendersi conto di quanti benefici la guida di una salma potrebbe arrecare alla causa democratica. Ed in effetti non è chi non veda che da almeno trent'anni i vari segretari e caudatarî annessi cerchino di realizzare in sé l'ideale della salma, e stimolino iscritti e simpatizzanti a seguirli. Strategia encomiabile ma votata al fallimento, per via del confronto perdente con le salme vere.

Innanzitutto esistono salme molto più presentabili degli attuali condottieri. Senza scomodare Vladimir Il'ic, di eleganza forse inarrivabile, che dire di Oetzi, Tutankhamen, i frati della Cappella dei Cappuccini a Palermo, i Pompeiani?

Inoltre: in un dibattito con Ghedini, oltre ad essere valorizzata sul piano estetico, la salma non si scompone (al limite si decompone), tiene la posizione e mostra senza tentennare tutto il suo rigore. La salma non farnetica, non sbaglia un congiuntivo, non scala le banche, e non è nemmeno simpatica.


Unico problema: la salma è corruttibile.




Grazie al nostro tritacarne medianico, siamo in grado di fornirvi in anteprima alcune immagini del congresso di ottobre:





7 commenti:

  1. Ci stava anche il tag "e noi lo avevamo detto".

    Profezia: nell'autunno freddo il PD cambierà nome in PZ. Sarà la sua Rivoluzione d'ottobre.

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  2. Nel senso che sara' una Potenza!

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  3. La salma è la virtù dei forti

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  4. "E' morto! Amedeo Nazzari è morto!"



    Mai profezia fu più profetica.

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  5. La salma è la virtù dei morti

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  6. Bellissima, gaff. La seconda, ma pure la prima.

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