Guardate attentamente questa immagine, tratta dal sito italia.it, ambasciatore dell'Italia sul web. Siete di fronte a un'operazione concettuale arditissima - forse l'idea di marketing del secolo.
Avete indovinato: è proprio il Promontorio di Montepulciano, un'entità di cui si può ben dire "the stuff that dreams are made of".
Forse vi aspettavate la stantia combinazione pizze-mandolini-belle donne poppute, ma qui non siamo nella ben nota aula sorda e grigia: qui l'ala di un Genio Creativo (GC) ci trasporta in un gioco mentale completamente nuovo.
GC - è evidente - non ha concettualizzato il proprio compito come "raffigurare l'Italia in modo tale che i barbari abbocchino". ma lo affrontato con coraggio e libertà intellettuale. Si è posto alcuni interrogativi basici, che a noi sembrerebbe persino puerile enunciare. Al contrario, GC - armato di quella serietà con cui il bambino affronta il gioco - non li ha evitati.
Perché - si è chiesto - restituire al pubblico le stesse immagini che ha già in mente prima di partire e che si aspetta di ritrovare poi nell'album ricordo ? Quanti milioni di foto solo appena diverse tra loro circoleranno della torre di Pisa, del Colosseo, di Piazza della Signoria (*) ?
Perché mai dovremmo far arrivare la gente esattamente là dove crede di andare ?
Per quale assurda convenzione fotografia e testo, se accostati, devono per forza riferirsi ad un'identica entità, nel nostro caso ad uno stesso luogo ?
Solo vecchi, insoddisfacenti stereotipi gli hanno risposto.
No - si è detto GC - questo è l'eterno turismo dell'identico. Dobbiamo creare nuove esperienze, senza dar fondo a cemento, parchi a tema, funivie. Dobbiamo colpire l'immaginario del turista con il materiale che già abbiamo. Allargare l'area della sua coscienza, uccidere il chiaro di luna, cose così.
La foto del Promontorio di Montepulciano (foto che - alla faccia della riproducibilità tecnica - è unica) invera esattamente questo sogno.
Immaginate il turista straniero che si imbatte in questa presunta icona dell'italianità. Affascinato, cerca bulimico sul web foto e diari di viaggio al promontorio, per ingozzarsi come sempre di quella cultura che definisco "precartolinesca", in quanto precede "la cosa reale" (quella "cartolinesca" consistendo invece nell'acquisto / creazione di materiali multimediali in loco).
Non trova - ça va sans dire - nulla.
E' questa assenza di tracce che innesca il "magic": eccolo già sognare - lì nella sua dacia o nel suo ranch - un "posto incontaminato", sconosciuto, una primizia, una chicca, un diamante grezzo, l'occasione di un personal geographic.
Il marketing arriva fino ad un certo punto: viene il momento in cui sei costretto a mostrare il prodotto nella sua concretezza. Qui le istituzioni devono fare la propria parte, fornendo al turista un "pacchetto" - come si usa dire - di informazioni e servizi che non falsifichino la fantasia di cui è preda. Ma vi prego, non facciamo la solita figura da pataccari. Lasceremo ad esempio intendere che be', sì, appunto per preservare la "bellezza selvaggia e incontaminata" delle spiagge di Montepulciano, non ci sono strutture alberghiere vicinissime alla costa e quindi bisognerà cercare posto un po' nell'interno - e così via.
Con una sapiente contaminazione di informazioni (abilissima anche la mossa di scambiare tra loro le regioni che segnala Jason) non solo riacquisteremo un controllo finissimo sui flussi turistici, ma regaleremo a questi ospiti esperienze indimenticabili e irripetibili.
Ciò che più conta, eserciteremo finalmente quel pieno diritto all'immagine e - direi all'immaginario stesso - che secoli di pregiudizi, di raffigurazioni monotòne e pigramente ripetitive hanno sottratto al nostro bel paese.
Viva l'Italia immaginaria ! Uccidiamo il Vesuvio !
(*) in molte di queste ultime è presente un mio amico che lavora lì vicino e che sostiene di essere il volto italiano più noto in Giappone
si so' dimenticati dell' isola di monticchiello sullo sfondo! eh eh!
RispondiEliminaVi invito tutti sulle spiagge sataniche di Lignano Sabbadoro in "Friuli Venezia Giuli".
RispondiEliminaSe la memoria non m'inganna i costi di questa carnevalata viareggina s'aggirava sui 10^6 milioni di euro già quando era soltanto una perversa fantasia. Adesso più o meno lo stanziamento sarà circa pari al prodotto interno lordo del Botswana.
Un mio amico sedicenne per "cinquecento sacchi" avrebbe messo in piedi un portale da far impallidire il tour virtuale dell'Hermitage. In un paio di settimane, ovvio.
A proposito di carnevalata, dopo essere passati da Putignano non dimenticate di visitare San Pius of Pietrelcina.
si capisce chiaramente che si sono trattenuti a stento dal tradurre "Saint Mary of the Thanks"
RispondiEliminaEd ESSI ridono...
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