venerdì 18 marzo 2005

Attila, the blogger of G.O.D.

La richiesta di correzioni di Tangorosso è stata sottoposta al nostro consulente il quale, dopo aver trasformato intere generazioni di aspiranti giornalisti in aspiranti suicidi, evidentemente stanco di peregrinare per lapidi e cambiare lumini, pare aver perso - ma solo in parte, si badi - l'innata vena stroncatoria.

Il vecchio barbagianni, pur destato in piena notte e dopo aver inizialmente scambiato il filo del telefono con il catetere, ha infatti espresso un giudizio che - con molta prudenza - oseremmo quasi definire benevolo



LA RECENSIONE DI ATTILA



Caro Tangorosso, caspita! Un'articolessa con le palle. Anche se non priva di qualche lieve disturbo erettivo.



Cominciamo dal titolo.

E' vero che un giornalista che scrive il pezzo sarà difficilmente lo stesso che lo titolerà. Comunque, tenendo presente che ogni mass media ha le sue specificità e il suo stile di titolazione, il tuo lo vedremmo meglio sul manifesto di un incontro del Consiglio di quartiere che su una pagina di giornale.



Anche l'attacco è assimilabile per stile al titolo. Ce lo immaginiamo, come se fosse qui davanti a noi, il faccione del ministro Matteoli con alle spalle una bella scenografia da convegno e la frase: "Polveri: che fare?". In realtà potrebbe essere anche l'incipit di un intervento di Claudio Lotito alla Convention dei dipendenti della sua impresa di pulizie (e qualche maligno, in prevalenza romanista, potrebbe anche abbinarci un commento sguaiato sulle polveri perennemente bagnate delle punte laziali).

Sempre nell'attacco, il riferimento temporale immediato all'1 gennaio 2005 (sono passati quasi quattro mesi…) potrebbe rivelarsi un boomerang. Sarebbe opportuno partire subito con l'emergenza città e spostare il riferimento legislativo qualche riga più in basso. Tieni conto anche che il giornalismo italiano, a differenza di quello anglosassone, privilegia gli attacchi a effetto. Tipo: "Ore 12 nel centro di Milano. Un bimbo esce da un negozio e indossa una mascherina anti-smog. Una mamma tossisce. Il sole si intravede dietro una sottile coltre assassina. L'aria delle nostre città è sempre più irrespirabile. Le amministrazioni comunali, dopo l'abbassamento - per legge - del limite delle polveri killer, non sanno più che pesci pigliare…".



Ma veniamo ai contenuti.

Il tuo articolo è sicuramente ben scritto, ricco di dati e di virgolettati che esprimono pareri sensati. Due piccole obiezioni sulla lunghezza e sul ritmo. Quando si scrive un pezzo bisogna mettersi dalla parte del lettore e raccontare una storia. Una storia con un inizio, uno sviluppo e una fine. Una storia comprensibile, con un protagonista, un antagonista, uno o più deuteragonisti che, possibilmente, possa appassionare e far desiderare a chi legge di arrivare fino in fondo.

E' fondamentale, soprattutto in pezzi così lunghi, raccogliere più punti di vista, metterli a confronto e raccontare anche ciò che si vede, oltre a ciò che si sente.



Da ciò che hai scritto e da come lo hai scritto possiamo comunque dire che hai una solida base da cui partire per migliorarti. La correttezza formale e grammaticale e un certo rigore sono le tue doti. Doti senz'altro poco comuni nel mondo del giornalismo.

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