giovedì 17 marzo 2005

Dalle polveri (fini) agli altari della cronaca

Ci scrive Tangorosso, aspirante giornalista non proprio alle prime armi, intenzionato, dopo un’onorabilissima carriera da fotoreporter, a fare il salto della quaglia e dedicarsi alla libera (?) professione. Nel pieno possesso delle sue facoltà mentali ci sottopone questo articolo che, con profondo senso del dovere e smisurato sadismo, riportiamo per intero:


Città, limiti e polveri

Scatta l’abbassamento dei limiti delle polveri killer dei polmoni: il PM10. Cosa succede nei maggiori centri della penisola?




Polveri: che fare? Dal 1 gennaio 2005, sono scattati i nuovi limiti, fissati da una direttiva europea del 1999, per la concentrazione degli inquinanti nell’aria e i problemi non sono pochi. Nelle nostre città il nemico si chiama polveri sottili, nome in codice PM10, e, con l’arrivo dei nuovi limiti, gli assessorati all’ambiente sono in fibrillazione. I valori di 40 mg/m3 l’anno e i 50 mg/m3 di media giornaliera per 35 giorni l’anno sembrano proprio impossibili da rispettare. Secondo l’Agenzia Regionale per l’Ambiente dell’Emilia Romagna solo il blocco dei veicoli Euro Zero ed Euro 1, sette giorni su sette, potrebbe far centrare l’obiettivo, riducendo il PM10 del 40%.

”Adottiamo da subito delle misure tampone – afferma Dario Ortolano, Assessore all’Ambiente di Torino – come le limitazioni al traffico e le targhe alterne. Dal 10 gennaio, per cinque giorni su sette, le auto più inquinanti non circolano in una vasta area centrale. Si tratta di un provvedimento definitivo”. Sul fronte del trasporto pubblico la capitale dell’auto completerà la conversione ecologica degli autobus entro il 2006, sostituendo gli ultimi 200 mezzi diesel con altrettanti a metano. “Uno dei problemi – continua Ortolano – è la proliferazione dei diesel. Non sono più quelli di un tempo, ma aumentano. Puntiamo sul metano per arrivare all’idrogeno. Ne favoriamo l’utilizzo nella mobilità privata, in quella collettiva e commerciale che, per il 50%, è Euro Zero”.

A Milano la situazione è intricata e ai problemi delle grandi città si sommano quelli della Pianura Padana. “In città la situazione è stabile da qualche anno. – afferma Domenico Zampagliene, Assessore all’Ambiente di Milano – E ciò si deve al fatto che, nonostante l’aumento dei diesel, il parco auto si è rinnovato”. Tuttavia a Milano, come in altre città, il 50% del PM10 è prodotto dai mezzi commerciali: i più resistenti al turn over tecnologico. “All’interno della ZTL – continua Zampaglione – possono entrare tutti i veicoli commerciali, Euro Zero compresi. Abbiamo però concordato con la regione il blocco di tutti gli Euro Zero dalle 8 alle 10 e dalle 16 alle 20 durante i giorni feriali, nel periodo invernale”. Ai problemi legati al traffico in città si sommano quelli dovuti alle tangenziali, che sono delle autostrade, e alle particolari condizioni climatiche della zona Padana. “Sarà necessario intervenire anche sul traffico veicolare. – prosegue Zampaglione – Spero che nel 2006 il Presidente della Regione metta fuori legge i veicoli Euro Zero e successivamente gli Euro 1”. Molti in Pianura Padana contestano i limiti della direttiva europea in quanto non georeferenziati. “Sono diffidente verso questi limiti che non tengono conto delle nostre specificità geografiche. – conclude Zampaglione – Non è pensabile il blocco della mobilità generale a causa di limiti troppo stretti. Significherebbe strangolare l’economia di tutto il nord Italia”.

”La direttiva non potrà essere rispettata, specialmente al nord, per due motivi. – afferma Ennio Rota, Vice Presidente di Legambiente Lombardia e dirigente della Struttura Protezione Aria della Regione - Il primo era la scarsa conoscenza scientifica del PM10 all’epoca della direttiva ed il secondo è l’approccio troppo ottimistico della stessa sul rapporto tra la diminuzione del PM10 e il progresso tecnologico dei veicoli”. Oggi si sa che le dinamiche del PM10 sono più complicate di quanto si pensasse. Parte del PM10 non è di origine primaria (emesso dai veicoli o dalle caldaie) ma si forma per aggregazione di altri inquinanti (secondario). Ciò non assolve il traffico ma complica lo scenario. “Il problema è europeo – prosegue Rota – sono 19 su 25 i paesi che hanno difficoltà come le nostre. Poi c’è la specificità della Pianura Padana che è una delle aree più chiuse del vecchio continente”.

”Il piano provinciale per la qualità dell’aria è in via di approvazione. – afferma Stefano Fattor, Assessore all’Ambiente di Bolzano - nel frattempo, le quattro città con una rete di monitoraggio (Bolzano, Bressanone, Brunico e Merano), adottano un’ordinanza preventiva. Abbiamo introdotto il divieto definitivo agli Euro Zero dal 1 dicembre al 31 di marzo”. Contemporaneamente, la provincia autonoma ha esentato dal pagamento del bollo, per tre anni, i veicoli Gpl e Metano, mentre i diesel con il FAP, il filtro anti PM10, ne sono esenti per un anno. “Pur di ridurre il PM10 – continua Fattor – incentiveremo i diesel che monteranno filtri antiparticolato anche in un secondo momento”.Che cosa comporta per le amministrazioni il superamento dei limiti? In realtà non sono previste sanzioni, ma c’è la possibilità che un cittadino, sentendosi danneggiato, denunci l’amministrazione per inadempienza, chiedendo i danni. Magari per lesioni colpose.

”A Firenze superiamo il nuovo limite per 80 giorni l’anno. – afferma Claudio Del Lungo, Assessore all’Ambiente di Firenze – Per questo abbiamo deciso dei blocchi, con i sette comuni dell’area omogenea. Inoltre ci stiamo coordinando con i 24 comuni toscani che hanno avuto episodi acuti di inquinamento, per sincronizzare sia nei tempi, sia nei modi, i blocchi di tutti gli Euro Zero per tre giorni feriali. Dal 1 gennaio 2006 questi veicoli saranno banditi, 24 ore su 24, sette giorni su sette”. Il blocco totale riguarda 15.000 veicoli su un totale di 239.000. L’Arpat ha rilevato che con questo blocco diminuiscono la Co2 del 22%, e gli NoX del 14%.


Il problema del PM10 poi deve essere affrontato con una riflessione generale. Pochi, per esempio, pongono attenzione al PM10 derivato dalle future centrali turbogas, che aggraverà non poco la situazione della Pianura Padana mentre la stessa area è una vera e propria “miniera” di biomasse vegetali e zootecniche, che oggi sono un rifiuto, ma possono diventare fonti d’energia valide, poco inquinanti e rinnovabili.


LA RECENSIONE DI G.O.D.


Caro Tangorosso,


ma per chi ci hai preso? Quando si parla con GOD bisogna, non dico genuflettersi, ma almeno simulare una parvenza - stavo per dire un "simulacro", Madonna!- di rispetto. Il tuo parto, invece, trasuda sfottò: e in Matteo 12,31 si afferma, a nostro avviso giustamente: "la bestemmia contro lo Spirito non sara' perdonata, né in questa vita, né in quella futura". In sintesi.


Se il tuo pezzo è autentico, ossia: se Dario Ortolano, Domenico Zampagliene,  Ennio Rota, Stefano Fattor, - che in tre righe si trasforma nel più carnascialesco Zampaglione- Ennio Rota, Claudio Del Lungo e Walter Ganapini esistono davvero e davvero fanno  gli assessori, e veramente dicono quello che scrivi, tanto da suggerire l'idea che esistano davvero le centrali turbogas, le biomasse, e non su Chirone, Eraclito o Clitoride, ma nella Pianura Padana, anzi, che esista davvero la Pianura Padana testé detta, e così le polveri sottili, e persino il primo gennaio 2005, allora complimenti. Siamo d'accordo, o meglio, ognuno di noi è d'accordo relativamente alla parte che ha letto, perché la maestria con cui riesci a simulare la profondissima pallosita' giornalistica fa si' che alla lettura del tuo pezzo debbano presiedere diversi mani, piedi e soprattutto scroti.

Gino, notissimo insonne, e' crollato a più riprese, Batman con la scusa del collaudo delle ali s'è dato, Jo si è finto straniero e Dust, aguzzamente, ha detto che siccome il pezzo parlava di lui non poteva leggerlo per conflitto di interessi. Subtle dust, appunto.


Ma a ben guardare ci sono indizi che rivelano la pigliata per il culo, che, se da un lato, ti riabilita, dall'altro ti riporta al Matteo 12,31 dell'incipit.


Concentriamoci solo sui nomi. L'ironia su Claudio Del Lungo la lasciamo al lettore. Rivelatore "Ennio Rotta", banale anagramma di "E' Nino Rota", compositore di arie evocative del mistero felliniano. Il povero Dario Ortolano ricorda nel nome ben altri assilli polmonari che le polveri sottili: "alt, odoro orina!", mentre il povero Walter Ganapini lancia un sottile messaggio antigovernativo, che non ci può sfuggire: "W taglia per nani". Il tuo capolavoro assoluto è però Stefano Fattor, che, letto al contrario esala un "Rotta, fo' 'na Fest". Chiaro invito ad un'orgia alemanna (L'uomo e' altoatesino) per signora dai costumi discutibili secondo la morale comune, ma GODuriosi, e quindi incoraggiandi, per noi.


La visciola sulla torta è la tua firma che deontologia professionale ci costringe ad omettere: un deluso inacidito (Irriso sfregerà) o una gola profonda (riferirà grosse) , o, più arditamente, un omonimo di un fotoreporter noto e gradito?


La presunzione di buona fede ci spinge comunque a far prevalere la remota ipotesi che la tua sia un'autentica richiesta di parere professionale e questo ci ha costretto controvoglia a rivolgerci all'uomo che per anni ha terrorizzato le scuole di giornalismo italiane, meritandosi il sinistro appellativo di Attila il flagello di G.O.D. Lo abbiamo chiamato in piena notte sapendo che Lui non dorme mai. Tranne, ahinoi, stavolta.


La sua sentenza nel prossimo post: Attila, the blogger of G.O.D. 

1 commento:

  1. Oh my GOD, non ho capito niente.



    (dovrò studiare molto)



    ba e ci

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