mercoledì 9 luglio 2008

L'ovvio ineffabile

Srinivasa Ramanujan è stato uno dei massimi matematici di tutti i tempi. Cosa stupefacente per un matematico, non capiva cosa fosse una dimostrazione. Meglio: non vedeva cosa ci fosse da dimostrare.







Collaborava con Godfrey Harold Hardy, un gigante della teoria dei numeri. Ramanujan enunciava teoremi, scriveva formule complicatissime, saldava insieme concetti ritenuti scorrelati. Hardy stupiva, poi chiedeva: d'accordo, ma come si dimostra?

Ramanujan allargava le braccia. Come si dimostra che questo è un tavolo, che quella che ho in mano è una penna, che tu ti trovi davanti a me?



E' difficile non dico dimostrare, ma anche soltanto descrivere, ciò che è ovvio.



Pur senza essere Ramanujan, lo hanno provato tutti coloro che hanno dovuto affrontare un esame di matematica: con un po' di allenamento si risolvono equazioni e si svolgono espressioni. Ma la domanda temuta è: perché quel passaggio è corretto? Quali proprietà si usano? Da dove vengono? Perché la somma è commutativa?



Leggiamo un imbarazzo simile in molti degli interventi di ieri in Piazza Navona. Esempi, controesempi, paradossi, che tracciano slalom improbabili attorno ad alcune semplici evidenze, la cui ovvietà sembra rendere impossibili da descrivere:



E' ovvio che Berlusconi vuole fuggire dai processi.

E' ovvio che l'immunità delle alte cariche è incostituzionale.

E' ovvio che Napolitano è un presidente debole.


E' ovvio che Veltroni e il piddì...



Appunto: è così ovvio che non si riesce nemmeno a scrivere.

11 commenti:

  1. ma e' vero che il matematico Hardy era il fratello di Oliver Hardy aka Ollio?

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  2. in compenso devo dire che l'intervento della Guzzanti mi è sembrato incredibilmente triste:

    a) gli scherzi sulla Carfagna ormai sono strabolliti e si basano solo su pettegolezzi. Vanno bene per un cazzeggio sul blog - detti da una tribuna con il condimento di frasette sulle pari opportunità che dovrebbero fare "femminista" fanno in realtà solo pensare che vuoi dare una verniciatina "di sinistra" a una provocazione da bar

    b) buttare la solita merda addosso ai soliti, nella convinzione che questo abbia una qualche valenza politica e non semplicemente autoconsolatoria è un'attività che ormai lascerei ai vecchietti della bocciofila, non fosse che mi stanno simpatici

    c) anche sforzandosi, non fa proprio ridere. Il fondo direi che l'ha toccato coi diavoloni frocioni attivissimi. Anzi, è peggio: si capisce che "si deve" ridere e trovare il tutto estremamente acuto e coraggioso altrimenti ti accodi alla stampa moralista ecc. ecc.

    d) non trovo scandaloso che si attacchino pesantemente papa, Napo, cav e ministre, e figuriamoci se il linguaggio usato mi fa sobbalzare sulla sedia. Mi limito a constatare che è tutto quello che la manifestazione ci ha lasciato.



    Il mix politico/satiro/blogger semplicemente ha fatto cilecca. Ex post, mi viene il sospetto che Veltroni non avesse tutti i torti

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  3. Caro Dust, trovo la tua valutazione troppo pessimistica. In particolare mi pare che identifichi "quello che la manifestazione ci ha lasciato" con "quello che i giornali ne hanno scritto". Era chiaro che la stampa si sarebbe attaccata a qualsiasi cosa pur di denigrare l'iniziativa, e in questo caso si e' attaccata anche a cio' che non esiste: giornali come il riformista che affermano che in Piazza Navona non c'era nessuno, farebbero bene a dotarsi di calcolatrice e scoprire che c'era circa cinquanta volte il numero dei suoi lettori.



    Ho seguito la manifestazione via web e l'ho trovata riuscita, con alcuni interventi interessanti e altri meno. Non condivido le critiche a Grillo, sia perche' penso che Napolitano stia lavorando male (ammesso che stia lavorando), sia perche' resto convinto che se non si approva l'operato del presidente lo si possa dire. Inoltre Grillo non e' stato mai offensivo, se "Morfeo" non e' un'offesa.



    Ho trovato stonata la dissociazione finale di Furio Colombo: ha fornito un'arma formidabile al berluscame e ha mostrato di non aver capito che il tempo trascorso dal Palavobis e Piazza San Giovanni e' tanto, e ha portato molta esasperazione.



    Veltroni? Dice che in autunno ci fa vedere lui. Non vediamo l'ora.



    kk

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  4. se inviti Grillo e la Guzzanti le due cose sono a priori indistinguibili. Tutto è diventato scontro fra persone: i comici populisti di qua, i vari personaggi tirati in ballo di là. La stampa, come noto, ci sguazza. Stamattina lo stesso Pardi (un senatore, n.b.) ha notato che è passato sotto silenzio il suo discorso su Berlusconi che non può essere Presidente della Repubblica, assai più pesante di due parolacce

    Ripeto: non sono le volgarità a preoccuparmi, ma il fatto che sembra impossibile dire e far ascoltare una critica forte, argomentata razionalmente e focalizzata sui temi reali di scontro, che ovviamente non c'entrano un cazzo con la Carfagna e neanche con le vicende personali del cav.

    Grillo e la Guzzanti, ma anche Travaglio, riacquisterebbero dimensioni "normali" solo in presenza di un discorso politico

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  5. Dispiace anche a me che il discorso di Pardi non sia stato ripreso. Anche perche' il buon Pancho si era preparato per bene, faticava a tenere tutti i pezzi assieme ma e' riuscito comunque arrivare alla fine. Memorabile quando ha detto "e qui ci vuole un po' di attenzione". Probabilmente parlava con se stesso.



    Su due cose resto in disaccordo:

    1. L'identificazione di evento e informazione sull'evento. Alemno dal 2002 la stampa bistratta chi manifesta fuori dall'alveo di un partito. Lo hanno fatto con gli ur-girotondi (es.: Salon du livre di Parigi) e hanno continuato fino a Piazza San Giovanni. Anche se ieri gli oratori avessero recitato il rosario, Polito avrebbe scritto che erano pochi e mentre recitava il rosario uno in quarta fila faceva gesti apotropaici. In altre parole: i giornali non sono il riscontro.

    2. L'attribuzione di "anormalita'" all'intervento di Travaglio. A me e' sembrato un aggiornamento dell'urlo morettiano, sinistramente profetico, "con questi leader non vinceremo mai". Dopo sei anni e mezzo possiamo guardare in faccia la realta' e ammettere apertamente che i leader di oggi, che sono gli stessi di allora, sono platealmente incapaci: e non solo di vincere, ma persino di articolare un qualunque discorso.



    Resta inevasa la questione su Hardy e Hardy. Cosniglio di chiedere a Kontsievich.



    kk

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  6. Il punto di vista di Travaglio, con un interessante link argentino:



    http://voglioscendere.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=1966218

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  7. comprensibile l'amarezza di Moretti, anche se penso che non interpreti correttamente il fenomeno Grillo

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  8. siete intelligenti ehhh ? Bravi. Spaccate il capello in quattro. sapete comunicare. Siete i migliori. E, giustamente, come ogni bravo democratico, siete convinti di avere ragione. Ognuno di voi. Perchè è il più bravo. Il più intelligente. ll più colto. Il più autonomo e originale. Il più...under, addirittura. Ma gli altri hanno i soldi, la fica, il potere e sanno dire di si al Capo. Quindi, vincono.

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  9. (under? nel senso di ground ? di dog ? boh]



    comunque: visto che the others hanno tutta 'sta roba e vincono pure, mi dici che cazzo stai a perder tempo qui ? mica per mandarti via, eh, ma non mi è chiara questa equidistanza. Ci saremmo noi, gli altri... e tu dove sei ?

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  10. vada per i soldi e il potere, ma sulla fica stiamo meglio noi.



    kk

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  11. A nonimo, guarda che è sempre stato così: Puro Gesù era er mejo, sa, ma alle lezioni ha vinto Barabba.



    Ha gabido?

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