martedì 30 giugno 2009

Promesse

Berlusconi ha promesso ai terremotati dell' Abruzzo che a settembre nessuno sarà ancora in tenda e che ognuno avrà un tetto. Un po' più di pazienza, una ventina d' anni, per avere anche le mura.

God's Goddesses



domenica 28 giugno 2009

Todo sobre las rubias del caballero

Perché se c'è qualcuno che fa un grosso sacrificio a ripresentarsi come candidato, sono io. È un enorme sacrificio, per me. È un enorme sacrificio! Perché tutto in me dal punto di vista mio, personale e privato, mi spingerebbe a dire: "Si accomodi un altro". È un enorme, enorme, ENORME sacrificio.

Mosca, 29 agosto 2005: Silvio Berlusconi alla stampa durante una visita all'amico Vladimir Putin.




I cavalieri del Lingotto rotondo

Lasciate perdere i giochi di parole.

Consigli per battutisti principianti sul sito di Daniele Luttazzi.





Lingotto, Interno Giorno.




GOD1: Qui sono tutti come i cavalieri che dicono "Ni!".

GOD2: Spiegare!

GOD1: Non te li ricordi, quei cavalieri?

GOD2: No. GOD2 rinco. GOD2 non sa. GOD2 solo piccola pedina in grande gioco del PD.

GOD1:












GOD2: Spamalot! Ok, ricordo.

GOD1: …

GOD2: Embe'?

GOD1: Embe'. Tu dici "Embe'". C'è quello che mette veline e puttane nelle liste, al Governo, ovunque. Se ne vanta pure. Dice "se è racchia no!".

GOD2: Eh. E?

GOD1: E quelli del PD non dicono né sì né no.

Sempre indecisi.

Per timore di non essere al passo coi tempi.

Allora dicono.

Serracchiani.

GOD2: …

GOD1: Lo so, è penoso.

GOD2: Madonna mia.

GOD1: …

GOD2: Vabbe', tanto è domenica.

GOD1: Proprio così.

L'ultimo gioco in città (LE SCOMMESSE SONO CHIUSE)


XXIII — SHOCK CORRIDOR





Gli dèi rendono pazzi coloro che vogliono perdere.

Euripide: didascalia finale del Corridoio della paura (Samuel Fuller, 1963).






Saldi estivi: scopri il titolo di questo film poco noto e vinci quattro camicie di forza outlet. Mercoledì e venerdì appariranno nuove immagini, ma ovviamente i capi in vendita saranno diminuiti. C'è ressa, nel manicomio Italia.

AGGIORNAMENTO (mercoledì 1° luglio): È stato aggiunto un secondo fotogramma. Una delle camicie di forza è stata lacerata dai coltelli. Ne restano tre.




corridoi.jpg








ATTENZIONE: la partita si è conclusa sull'altro tavolo giovedì 2 luglio alle 12.39. Il film "poco noto" (un folle capolavoro) è The Unknown (Tod Browning, 1927), centrato da Bianca.

Il gioco chiude per l'estate.

La prossima sfida si terrà domenica 6 settembre.




L'ULTIMO GIOCO IN CITTÀ.

GRADUATORIA



afasol: 14 camicie di forza.

arcomanno : 11 camicie di forza.

bianca: 6 camicie di forza.

YagaBaba: 3 camicie di forza.

gegio: 3 camicie di forza.

Andrea: 2
camicie di forza.

maxeramax: 2
camicie di forza.






venerdì 26 giugno 2009

Ultimo gioco in città: le armi del delitto

Cuci, vecchietta, cuci come il vento!

Ned Nederlander (Martin Short) incoraggia una vecchietta del villaggio di Santo Poco a cucire “come il vento” uniformi da amigos, in vista del combattimento finale col terribilissimo, infamosante e cattivone El Guapo, in I tre amigos (John Landis, 1986).




Ma l'indizio vero si trova in un altro post.

R.I.POP

Premier di-strutto

I sondaggi parlano chiaro : presso gli italiani il gradimento del maiale è dell' 80%, quello di Berlusconi del 61%. Il rispetto della volontà popolare impone il passaggio di consegne nella guida del Paese da Berlusconi ad una salsiccia. Le ragioni del successo della Salsiccia stanno in un forte radicamento sul territorio, come ha riconosciuto lo stesso Cacciari in un ristorante veneziano, famoso per le braciole. Il danno collaterale da Salsiccia-Premier è quello di attenuare l' attenzione degli italiani sul prospettato entusiasmante duello per la scelta del Segretario del Pd nel prossimo Congresso. Poiché lo spettacolo era però già nel palinsesto, il Congresso si terrà ugualmente perché sono rimasti disponibili dei posti per il ruolo di frattaglie.

giovedì 25 giugno 2009

La morte è un thriller

Michael Jackson è morto stroncato da arresto cardiaco


La notizia sui siti americani dopo il ricovero d'urgenza del cantante. Il malore mentre si trovava nella sua residenza di Los Angeles. I medici: "Non respirava più". Tre mesi fa l'annuncio di una serie di concerti a Londra, a luglio. Alla conferenza stampa aveva detto: "E' la mia ultima chiamata sul palco"

(Fonte: repubblica.it [al momento per tutti gli altri siti starebbe in ospedale, ma si sa che "Repubblica" è un  giornale che mette in giro solo notizie pessimistiche])



Polso assente, cuore fermo. Se le condizioni non cambiano, quest’uomo è morto.

Sagace diagnosi dell’ispettore Sidney Wang (Peter Sellers) in Invito a cena con delitto (Murder by Death, 1976) di Robert Moore.



Le creature della notte chiamano

E i morti camminano, macabra danza.

Stavolta non si sfugge alle fauci dell’alieno.

Sono spalancate.

È la fine della tua vita.



Son venuti a prenderti, demoni accorrono da ogni parte.

Ti possiederanno a meno di cambiare il tuo numero di telefono.

Ora è il momento di abbracciarci stretti.

Per tutta la notte ti salverò dal terrore sullo schermo.

Ti farò vedere.

Michael (Michael Jackson) nel videoclip Thriller (John Landis, 1983). (Ma poi perché cambiar numero di telefono dovrebbe salvarci dai demoni?)




Siccome non siamo riusciti a trovare nessun video di Michael Jackson embeddable, riproponiamo questa dignitosissima imitazione nostrana.








Dramma

La sanguinosa repressione in Iran costituisce l' evento più drammatico dell' oggi. Lo confermano i più di 70 morti nell' attentato del mercato di Baghdad. 

Dalle stalle di Arcore alle starlettes di Villa Certosa










mercoledì 24 giugno 2009

Ultimo gioco in città: indizio governativo

Vai a vedere il nuovo decreto legge.

Una promessa è una promessa

"Lo Stato non può essere connivente con la prostituzione, non può mantenere l'appetito sessuale di dieci milioni di clienti. Berlusconi è rimasto sorpreso di quanto gli ho detto. Non si è pronunciato, ha ascoltato, ma mi ha detto che dopo i 100 provvedimenti di questi primi mesi di governo, comincerà con la prostituzione"

(intervista a Don Oreste Benzi - Repubblica del 17/01/2002)

Degni di minziolini

domenica 21 giugno 2009

L'ultimo gioco in città (LE SCOMMESSE SONO CHIUSE)

XXII — PIGOLATURE




Tre multe del sindaco sceriffo a chi fa tacere questa gallina urlando il titolo del film.

AGGIORNAMENTO (mercoledì 24 giugno): Dal ministero delle Camminate Beote ci è appena pervenuto questo decreto di applicazione. Un condono riduce le multe da tre a due.

AGGIORNAMENTO (venerdì 26 giugno): Rinvenute le armi del delitto, il protagonista è quasi reo confesso. Merita le attenuanti: una sola multa.



























P.S.: Ti ricordiamo che le regole de L'ULTIMO GIOCO IN CITTÀ™ sono depositate presso il notaio Altamante Fruzzetti e possono essere consultate qui. Se non sei Maso vai da Sado.



LA PARTITA SI È CONCLUSA SENZA VINCITORI.

IL FILM DA TROVARE ERA EL (LUIS BUÑUEL, 1953).

LA PROSSIMA SFIDA SI TERRÀ DOMENICA 28 GIUGNO.

venerdì 19 giugno 2009

lunedì 15 giugno 2009

Villa Certosa - Stati Uniti

Ci fermiamo quindici minuti per uno spot de FIFA. Forza Italia, eh? (O no?)


L' Agenda

                       Studio Ovale- Berlusconi ricevuto da Obama e Hillary


Berlusconi : ...ed ora Mr Obama le leggo l' agenda che ho con me e che le illustrerà puntualmente tutto il programma del prossimo G8 che si terrà nella nostra amata e sfortunata città abruzzese, L'Aquila.


Obama : oh yes Mr. Berlusconi, I listen to you....


Berlusconi : dunque,...ecco vediamo...ore 16 arrivo di Topolanek,immediate misurazioni per non sfigurare, ore 16,30 atterraggio della carrettata di...Bonaiutiiii, ma che cazzo d' agenda m' hai dato!  

All'anima

Ho fatto il test "Che torre pendente sei?" e la risposta è "La torre di Pisa".

Dalla pagina fb dell' On. Min. A. Fruzzetti.






Bar Settimiano, esterno giorno.




GOD1: Questa m'era sfuggita.









Peccato che il filmato ce lo siamo già bruciati, perché la prima cosa che mi viene in mente è lui che manda a fare in culo i turisti tedeschi.

(E già che ci sono, ne approfitto per sputtanarmi definitivamente, confessandovi che per me il più grande attore di tutti i tempi è proprio lui.)



Niinetto er barista:
ma chi sarebbe quella che fa il saluto fassista?



GOD2:
La signora M.V. Brambilla, che già in precedenza aveva rilevato: "I nostri avversari si sono ridotti a misurare l’angolazione del mio gomito quando saluto i cittadini o a calcolare l’altezza delle mie braccia".

Si capisce™ che è solo una questione di angolazione.



Niinetto: Ah! Quella di Magic Italy!



GOD3: Quella che fa le ronde notturne. Come un faro nella notte. Più che una certezza, una sicurezza.



GOD4: La lucciola preferita dei turisti. A volte ritornano.



GOD5: I turisti?



GOD4: No, 'fanculo i turisti. Le lucciole.



Niinetto: Ostia!



GOD1:
Infatti anche quella del saluto romano può essere una questione molare.

Sospetto sia una leggenda, ma pare che all'inizio del ventennio (l'altro, non questo), mio nonno fosse stato condannato a soli 5 anni di galera, per motivi politici. Ma la Corte gliene avrebbe appioppati altri 10, all'ultimo momento, per vilipendio. L'avvocato insisteva perché lui facesse il saluto romano ai magistrati. E riuscì a vincere la ritrosia di mio nonno, il quale temeva che la Corte non apprezzasse il vero saluto romano.












(Ma ripeto: pare che le cose in realtà siano andate diversamente.)

(E poi dicono che la Turchia nun rimane in Europa.)



Niinetto: In Turchia intanto sono vietate le processioni religiose in strada mentre in italia, a Pisa, si mette la multa a chi non espone il lumino alla finestra al passaggio del "santo" loro. un San Carciofone qualsiasi di quegli idolatri là.

500 neuri la multa, eh.




GOD1: S'è magnati tutti i ceri / Taccitu e de san Ranieri.



GOD6: Questa invece era sfuggita a me. Bianchinerituttiuguali.



GOD3: Magari ce lo meritassimo ancora, Alberto Sordi.
Sarebbe da inventare un nuovo tag "indignazzione tardiva".




GOD7: Poi personalmente san Ranieri lo odio. Intendiamoci: la prima volta è uno spettacolo. Il massimo è alle 4 di notte, fare i lungarni in bici, ti tocca perché tutti dormono dopo aver trombato, tu non puoi se per esempio la partner ti spiega che lei ha problemi di sonno, si è messa i tappi per le orecchie, una specie di turbante, doppie calze, triplo pigiama: e dice che se vuoi puoi dormire nell'anticamera. Ma tu sei fiero e dici ma me ne torno nella mia stanza doppia, mi fermo un attimo alla fontana a bere e poi vado su per i lungarni, che vuoi che sia, anzi, a me piace molto di più così.


E già che ci sono mi godo Pisa di notte, che è il massimo perché non c'è nessuno, nessuno, nessuno neanche la sera della festa. Le candele bruciano ormai alla cazzo di cane, senza rispettare nessun progetto geometrico, ed è ancora più bello, perché sa di Monet, ma non Claude, un Monet diverso, un Monet alla cazzo di cane, guardarle, le candele, riflesse sull'arno, che è un fiume che fa veramente schifo a tutti tranne stanotte in cui a te, e solo a te perché non c'è nessun altro, non fa schifo. Quelli sono i momenti di cui ho nostalgia massima, personalmente.



GOD1
: Personalmente la nostalgia / Taccitu e de tu' zia.

domenica 14 giugno 2009

L'ultimo gioco in città (LE SCOMMESSE SONO CHIUSE)

XXI — COME SAREVAMO





Immagini fino alla fine del mondo, ovvero l'anello mancante tra Assalto alla terra! e Eraserhead.

Vediti in esse, e ritroverai il titolo del film. Se ci riesci, sarai visitato da tre incubi domestici, protetti dal WWF.



AGGIORNAMENTO (mercoledì 17 giugno). Il filmato era incompleto. Ora lo abbiamo ricostituito nella sua integralità. Fa meno paura: un incubo in meno.























P.S.: Ti ricordiamo che le regole de L'ULTIMO GIOCO IN CITTÀ™ sono depositate presso il notaio Altamante Fruzzetti e possono essere consultate qui. Se non ti piace la mamma di Freud, gioca con la scimmietta di Jung.



ATTENZIONE: la partita si è conclusa sull'altro tavolo da gioco mercoledì 17 giugno alle 18.50. Il film invisibile era L'astronave degli esseri perduti (Quatermass and the Pit, 1967) di Roy Ward Baker, riconosciuto da Andrea. La prossima sfida si terrà domenica 21 giugno.



L'ULTIMO GIOCO IN CITTÀ.

GRADUATORIA



afasol: 14 incubi domestici.

arcomanno : 11 incubi domestici.

bianca: 3 incubi domestici.

YagaBaba: 3 incubi domestici.

gegio: 3 incubi domestici.

Andrea: 2
incubi domestici

maxeramax: 2
incubi domestici.

sabato 13 giugno 2009

Alternate version (con perla rara)

Ah, e poi volevo dirle una cosa. Non ci spedisca più testi contenenti le seguenti parole:

Cazzo.

Fica.

Tette.

Culo.

Scopare.

[continua]

Sa, questo giornale può capitare davanti agli occhi dei bambini.

Cambio di direzione in un prestigioso quotidiano. Un redattore mi comunica telefonicamente una lista di parole proibite.




Tony, perché non ci vuoi andare in quell’albergo?


Non lo so.

Sì che lo sai. Dai, Tony, dimmelo.

Non ho voglia.

Per piacere…

No.

Dai, Tony, dimmelo.

Davanti allo specchio del bagno, il piccolo Danny Torrance (Danny Lloyd) parla con Tony, il bambino che vive nella sua bocca. Sta per andare a vivere sei mesi all’Overlook Hotel, solo con mamma e papà. Tony non vuol dire cosa non gli piace dell’Overlook Hotel, ma dato che Danny insiste, decide di farglielo vedere in Shining (Stanley Kubrick, 1980).






S.B. è malato.

V.B.




Per vari motivi, mentre penso a quel film che si chiude con uno schermo nero e la voce di una donna che dice in tedesco "Dobbiamo stare più attenti ai nostri bambini", mi ritrovo nell'hard disc la versione statunitense di Shining. Comporta una ventina di minuti in più, che il regista decise giustamente di tagliare quando il film venne distribuito nel resto del mondo (per l'America era troppo tardi). Nella versione lunga la piega sbalorditiva del film (realizzare, nel contempo e distintamente, un racconto dell’orrore e un saggio sulla paura) appare più palese, ma anche un tantino meccanica e volontaristica, e paradossalmente più intellettualistica, più "europea".

Si potrebbe scrivere un saggio sulle differenze tra i due montaggi (mi sono limitato a rilevarne un paio, qui e qui), e credo sia stato fatto, forse più di una volta. Più televisione, più cartoni animati gore tipo bip-bip e Willy il coyote, più tunnel disneyani dell'orrore. Ma soprattutto uno sguardo più impietoso su Jack e Wendy, descritti come "stronzi inaffidabili" dal cuoco Hallorann quando al telefono dell'aeroporto chiede a un amico di trovargli un gatto delle nevi.



"
Larry, just between you and me, we got a very serious problem with the people taking care of the place. They turned out to be completely unreliable assholes."



"Fareste educare i vostri figli da quest'uomo?"



Non entro nel merito "politico" della domanda, se fosse opportuna o meno, elettoralmente furba o meno. Mi limito a rispondere, dato che si tratta in effetti di una "domanda molto semplice": no.



Nella versione statunitense di Shining, quindi, la sequenza inedita più lunga si trova tra uno degli stacchi più violenti dell'opera kubrickiana. Nella stanza da bagno dell'appartamento di Denver il piccolo Danny strabuzza gli occhi di fronte alla rivelazione di un passato-futuro costituito da un immenso rosso fiume eracliteo, alla visione ineludibile di un tempo di sangue che straborda dalle feritoie di un rassicurante ascensore. Subito dopo, la didascalia su sfondo nero CLOSING DAY. E stavolta è l'intera famigliola a scalare la montagna, discutendo allegramente di cannibalismo: "
See? It's OK. He saw it on the television!".

Questa scena, quindi, si trova tra il primo "shining" di Danny e la didascalia. Senza di essa, il film è indubbiamente migliore, ma a suo diverso, alternativo modo, produce un certo effetto. Oltre a ricordare che Jack è un alcoolizzato, cosa che nell'edizione europea si scopre solo in media res, durante il primo incontro con il barman dell'Overlook Hotel, fa subito capire che anche Wendy è completamente squilibrata e quantomeno irresponsabile.

E forse suggerisce che in assoluto non faremmo educare i nostri figli da nessuno. Neppure da noi stessi, se fosse possibile.







venerdì 12 giugno 2009

Quelli con i baffi

Una legge che dica che ci sono delle notizie

che non possono essere pubblicate

è una grande anteprima

nel teatro sempre aperto

della democrazia.

E chi non è d'accordo

gli prendiamo il nome

On. Min. A. Fruzzetti.





Basta con il protagorismo dei magistrati

Sono tutti sofristi.

Tano, Napoli.




PALERMO, 19 luglio 1992, 16.55 - (Ansa) Esplosione in via D'Amelio. Sei le vittime: Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Cosina, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina e un signore con i baffi.

Quest'ultimo sarebbe amico di quell'altro signore ucciso il 23 maggio scorso nell'attentato sulla Palermo-Punta Raisi, in cui trovarono la morte anche Vito Schifani, Rocco Di Cillo, Antonio Montinaro e una signora.

Anche quel signore aveva i baffi.

giovedì 11 giugno 2009

Codice enigma


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?:;;;.....--_,,,,,..........._-tromba

Un magistrato: 'allora Apicella rimedia la fica'

Altro magistrato: 'e il gran capo la tromba'






Extreme fiction

biGODe

Hitler non era affatto un imbianchino.

È una calunnia.

Hitler era un pittore di paesaggi.

Georges Tabard (Michael Lonsdale) in Baci rubati (François Truffaut, 1968).




È l'ora che god getti la maschera. Sono figlio di João Texeira Schlegelmann-Levi. Avete capito bene, il grande Texeira Eastman, che dall'esilio dell'isola Holbox scrisse il manifesto, appunto, di Holbox, in cui vagheggiava (vaneggiava?) l'unità di tutti i latinoamericani.

Texeira considerava Lula un coniglio e, sorprendentemente, giunse a trattare persino con Pinochet. Al punto che io mi incazzai e gli chiesi: Padre, ma come? Lui non rispose.

La risposta me la diede anni dopo mia nonna, sua madre, Esmeralda
Texeira Schlegelmann-Levi.

Mi raccontò una storia della sua giovinezza a Berlino, una storia della sua famiglia ebrea (madre ashkenazita, padre sefardita, quindi disprezzato nonché sosia di Chaplin, mia nonna assomigliava a Chaplin, ma senza i baffetti, che infatti Chaplin non aveva, come Groucho) e degli amici ebrei nella prima metà degli anni '30. A tavola, arrivava sempre il momento in cui qualcuno domandava a tutti gli astanti: "Ma voi che fareste, se vi trovaste faccia a faccia con Hitler, liberi di dirgli e fargli quel che vi pare?". E immancabilmente la risposta era sempre quella: "Cercherei di spiegargli perché sta sbagliando".



A dimostrazione che si può ereditare una cultura plurimillenaria e restare sciemi.







Un'altra poltica è possibile?

Debora Serracchiani e Luigi De Magistris



 


lunedì 8 giugno 2009

Tecniche di autodifesa

Il mio gradimento è all'80%, no, all'800, no, all'8000.

Il mio partito al 40%, no, al 45%.


Iddu



Il suo gradimento è al 90%, no al 900, no, al 9000.

Vado alle elezioni perché obbligato, ma andrebbe tanto volentieri al mare.





L'altro



Ci sono porte che si difendono da sole

Altamante Fruzzetti.





Volevamo essere Altan

Dal tramonto all'alba

I (20.00-22.30) — IL FIUME ROSSO E L'USCITA POSTERIORE





I Tempi moderni coltivavano il sogno di un’umanità che, divisa in varie civiltà separate, avrebbe trovato un giorno l’unità e con essa la pace eterna. Oggi, la storia del pianeta è giunta a costituire un tutto indivisibile, ma ciò che realizza e assicura quest’unità così a lungo sognata è, ambulante e perpetua, la guerra.

L’unità dell’umanità significa: non c’è possibilità di fuga, in nessun posto e per nessuno.


Milan Kundera, L’Arte del romanzo.





Gin outlet + Schweppes light, limone finito, niente fettina, due gocce di concentrato basteranno. Televisore acceso su canale di Stato francese, il cui processo di autononomia dal potere, ufficialmente avviato il 31 dicembre 1974, è stato arrestato qualche mese fa grazie a una riforma dell'audiovisivo applaudita da tutti. Ora la televisione è tornata a essere quella pre-'68: come fosse la RAI, di niente, di meno. Stasera Brice Hortefeux gongola. Penso che l'unica ragion d'essere al Governo di questo sinistro personaggio era garantire l'anello mancante tra Sarkozy e il Fronte Nazionale, nel 2012: just in (suit)case. (Ma non "full of blues", purtroppo.) Ora il Presidente non ha più bisogno di lui. Sono consolazioni.

Figlia7 intanto cerca di controllare una mandria di cavalli in fuga: devono attraversare il fiume che separa il salone dalla cucina. La guardo come fosse Monty Clift in un ultimo spettacolo: "Take 'em to Missouri, Matt". (Sì, orsopio, mo' non cominciare: lo so che nella realtà, ossia al cinema Royal, erano 8000 buoi, ma tu zitto e mosca, altrimenti mi invade la casa di playmobil.)

Ma sì, spegniamo la caja tonta. Andiamo in cucina. Uova, parmigiano, pepe da una parte. Pancetta (ma anche cipolla e vino bianco, sì sì, è la morte sua) dall'altra.

Mentre mangiamo la carbonara, decido che è giunta l'ora di mostrarle la seconda parte di quel film. Io avevo nove anni, quando lo vidi la prima volta. All'epoca, quando un film mi piaceva, tornavo a guardarlo. Quello lo vidi almeno 10 volte, in un solo mese. La prossima volta le farò vedere "Il fiume rosso".

Arrivano le 22.00. Domani c'è scuola. Dovrebbe andare a letto. Ma non si può. A quel punto del film bisogna andare avanti per forza. Yahoo. Volume a manetta, finestre aperte, nessun vicino protesta. Ci alziamo e ci mettiamo a ballare, è la prima volta che lo vede, ma i gesti sono precisi, giusti: come se lo conoscesse a memoria. Sembra Joliet Jake: stessa leggerezza, stessa grazia, mentre cheek to cheek ci buttiamo saltellanti nella fossa dei leoni, dal podio alla rampa, in quel R'n'B, in realtà un tango camuffato, che infatti inizialmente pare fosse un ballo per soli uomini. Come faccia a conoscere i passi è un mistero. Deve essere un fatto ereditario, non c'è altra spiegazione.

Fino al minuto 5'36''. A partire da lì, il filmato è per soli adulti.











Visto? Bene. Ora: lavati i denti, spazzolali bene, ovunque, almeno due minuti, attenta che se bari me ne accorgo, sai, anche quando sono in cucina a lavare i piatti collosi di carbonara io ti vedo, ho un terzo occhio dietro la testa, io, come Peter Lorre. No, niente, lascia perdere, sbrigati, chi era Peter Lorre te lo spiego un'altra volta. Su, dai pigiama, a letto, presto. Dice "Scosta un attimo la tenda". Io "No, è ora di dormire e basta, domani c'è scuola". Lei: "Ti prego, un attimo solo, unattimosolounattimosolounattimosolounattimosolounattimosolo". Io scosto, e guardandola esasperato: "E allora?". "C'è ancora luce: è proprio estate!"



Non si è neppure addormentata che squilla il telefono. Un amico che fa il matematico nel deserto di Sonora. Non riceve la tv italiana, e non ha internet. Mi chiede dei risultati. "Non li conosco, e non me ne frega assolutamente nulla. Cosa? Eh? Parla più forte, c'è il vento che fischia nella cornetta. Eh? iesuichen? No no, guarda, non possumus proprio, ma manco per niente. Piuttosto six and three is nine, nine and nine is eighteen, gli altri calcoletti elettorali fatteli da solo e poi buttati nel Rio Grande."




II (08.00) — COME SE L'AVESSI LETTA E HO UN ALTRO PROGETTO




— Vorrei fare un gran colpo, e poi ritirarmi.

— Ritirarsi? E dove?

Pike Bishop (William Holden) e Dutch Engstrom (Ernest Borgnine) ne Il mucchio selvaggio (Sam Peckinpah, 1969).





Lei intontita dal sonno mangia biscottini davanti a "Dora l'esploratrice". È un cartone animato senza ubi consistam, se non la vaga intenzione di iniziare alla lingua inglese. A tre anni, lo guardava con passione. A quattro, ha iniziato a insultare Dora e i suoi amichetti ad alta voce. A partire dai cinque anni, lo guarda con un occhio solo, muta e con una smorfia sprezzante stampata sul volto. Dora pensa forse "non mi tenere il broncio", mentre dice sempre e soltanto la stessa frase, da almeno quattro anni: "letzgo". Non l'ho mai sentita pronunciare un'altra parola di inglese. Bevo il caffè scorrendo i siti d'informazione, e mi dico che forse dovrei scrivere agli sceneggiatori, per suggerire un'innovazione, mica si può andare avanti per anni con "letzgo". E poi per andare dove, questo penso mentre guardo le foto di una ripugnante cozza che all'anagrafe denuncia diciotto anni, ma io lo so benissimo che è un lifting, che in realtà quella non è sua figlia ma sua nonna, ritoccata dalla plastica playmobil. Allora appena ho il tempo, scrivo agli sceneggiatori di "Dora l'esploratrice", cerco di farli ragionare: tenuto conto che a) non c'è più nulla da esplorare, gli antropologi lo sanno da più di mezzo secolo, che i Tropici sono tristi; b) Dora è in missione per conto di Dio, ossia insegnare ai mocciosi l'inglish, provino a infilarle in bocca un bel: "Dear World, I am leaving because I am bored. I feel I have lived long enough. I am leaving you with your worries in this sweet cesspool. Good luck". Distinti saluti.

Bastano i titoli dei giornali, e le foto pornoelettorali. Via dalla pazze folli, andiamo su youtube. Su youtube c'è il canale di
giuliodavid. Il migliore (assieme al mio, eh, che cazzo): Bene, Pietrangeli, Godard, Bergman, Fellini, Antonioni, Renoir, Sordi, Volonté, Guzzanti: di tutto, di più. Un anno fa, quando ero ancora molto maldestro, cliccai inavvertitamente su "contenuto offensivo", credo fosse in quella scena in cui lui dice: "Non sono d'accordo: andiamocene via". Gli scrissi scusandomi, lui Tranquillo, la RAI mi ha già chiuso il canale una volta, ormai sono abituato. Poi: Ma sei francese o italiano? Io: Italiano, purtroppo. Lui: Mi piace quel purtroppo.

Stamattina il mio canale mi avverte che giuliodavid ha messo su un film minore, bello solo a tratti. Ma questo, nella sua ovvia banalità, oggi direi che "ci sta".












08.25. È ora di andare a scuola. Ci incamminiamo come due zombi. Poi a un certo punto io comincio a canticchiarle all'orecchio: "Come on... baby don't you wanna go... back to that same old place... sweet home Chicago...". Lei non batte ciglio, una maschera di cera assonnata e con lo sguardo fisso sul marciapiede davanti. Ci riprovo: "Hidehidehidehi...". Le punto il dito addosso. Niente. Come onomatopare a un muro. "Hodehodehodeho." Peggio che andar di notte, l'inverno. "Hedehedehedehe." E lì, improvvisamente, spunta un mezzo sorriso. Poi si volta, e il mezzo diventa pieno, dentini compresi e forniti dalla ditta. Solitamente, quando arriviamo davanti al portone della scuola, lei scappa dentro tutta contenta, senza neppure salutarmi. Questo non lo ha preso da me. Andare all'asilo dall'età di nove mesi ti aiuta a sorridere al mondo, là fuori. Ma stavolta si ferma sulla soglia, si volta e mi dà un bel bacino.



Scusate, non abbasso perché mi piace troppo, eh? Volume a manetta, è vero che questa canzone è proprio bella bella bella.







domenica 7 giugno 2009

Adesso questa me la spieghi

(aka "non si capisce" ©)

da Repubbllica.it



(al seggio) Berlusconi è stato accolto da applausi e dal coro "Silvio, Silvio". Ma anche [attenti ora !! ]

da un insulto




(..) una signora che si stava recando al voto ha gridato



"Vergognati"




[ climax ! la notizia sembra esaurita, quando inopinatamente.. ]




ed è stata insultata dai sostenitori del premier.




ah, be', sì, be'

RASSEGNATA STAMPA

Fonte " La Repubblica " : Il Sindaco di Barga (Lucca) ha diffuso un volantino con l' intestazione " Comune informa" e il simbolo del "Comitato per la difesa della giovane". Nel volantino è scritto : " Avviso per le minorenni : se telefona uno e dice di chiamarsi "Papi" avvertite i carabinieri"


Fonte "GOD-Tempi moderni" : Ritrovata la lampada di Aladino. Dentro, invece del genio, c' era il cretino.

L'ultimo gioco in città (LE SCOMMESSE SONO CHIUSE)


XX — AMORES PERROS




Con il passare degli anni, si finisce per amare profondamente il capriolo.

Un bonario zoofilo (Claude Chabrol) in Avida (Gustave de Kervern e Benoît Delépine, 2006).





Tre polpettine con vetro tritato a chi riconosce il film da cui è tratta questa scena di raffinato erotismo.









P.S.: Ti ricordiamo che le regole de L'ULTIMO GIOCO IN CITTÀ™ sono depositate presso il notaio Altamante Fruzzetti e possono essere consultate qui. Se non ti piace fare cai cai, vai a fare uaf uaf.

LA PARTITA SI È CONCLUSA SENZA VINCITORI.

IL FILM DA TROVARE ERA IL LUNGO ADDIO (ROBERT ALTMAN, 1973).

LA
PROSSIMA SFIDA SI TERRÀ DOMENICA 14 GIUGNO.

sabato 6 giugno 2009

Where have all the CDs gone ? They are all in Amazon

Sapevo che era successo, ma solo oggi, davanti alle vetrine vuote e alle serrande calate ho realizzato che ha chiuso Nannucci.

Se avessi un euro per tutte le volte che ho nominato quel negozio di dischi acquattato vicino a via Rizzoli potrei recuperare almeno una parte dei soldi che ci ho speso, prima in LP e poi in CD. Be', non tutti gli LP li ho pagati molto: mi ricordo di aver acquistato "Strange days" dei Doors per 990 lire. E all'inizio dei '70 i controlli interni al negozio lasciavano parecchio a desiderare, non so se mi spiego.



Ormai il centro di Bologna ha pochi negozi di dischi: Ricordi, che quanto ad assortimento di jazz è piuttosto scadente, il Disco d'oro e qualcuno molto specializzato come Bongiovanni (classica, lirica. Una volta vendeva anche ottimo jazz).

Poi ci sono le sezioni musicali tristi e anonime dei centri commerciali. A volte, scavando fra le offerte, trovi qualcosa di buono allo stesso prezzo della pura merda che lo circonda e lo acchiappi contento come se avessi portato via a un rigattiere un Picasso a dieci euro. Oppure ti fermi a una stazione di servizio e scopri, in una polverosa colonnina girevole, "Black Light" dei Calexico. Come cazzo ci è finito ? Mette tristezza, vederlo che si patina di fumi di benzina e si torce al sole. Provi subdolamente a consigliarlo a chi ti accompagna, ma niente. Vien voglia di ricomprarlo solo per portarlo via di lì.

giovedì 4 giugno 2009

Prima del big bang

Prima del big bang non c'era nulla

e quello che è successo dopo lo sappiamo.

Ma ignoriamo completamente

quello che è successo

tra il big e il bang

On. Min. A. Fruzzetti







Il bambino di cinque anni dice pof pof, lo dice in fretta, poi si volta e si allontana seguendo la battigia. Il raschiare dei ciottoli sotto i suoi piedi è indistinguibile dalla risacca. I suoi compagni, quasi tutti più grandi (uno di loro oscenamente più grande) lo guardano allontanarsi come si guarda un'equazione irrazionale.

Poi si allontanano anche loro, anche loro seguendo la battigia, ma in direzione opposta. Dopo venti, cinquanta metri uno di loro salta in aria, come se tra i ciottoli fosse nascosta una mina, ricade per terra e si contorce. Gli altri non hanno il tempo di comprendere perché immediatamente dopo uno di loro salta su un'altra mina. Come in una sequenza irregolare, come in un proiettore inceppato o in un video che si carica a scatti, tutti saltano, cadono e si contorcono.

Tutti tranne uno: l'osceno. Quello che fanno è ridere. E quello che non ride è Altamente.



Rincorro il bambino di cinque anni, cerco i suoi occhi che sfuggono ai miei senza mai perdere un'espressione di magnifica concentrazione. Come ti chiami? Quando parli a un bambino devi sempre chiedergli come si chiama, e lui dice che si chiama Canovacci. Ma Canovacci non è mica un nome, sai, certo che lo so, è un cognome, il mio cognome.

A questo punto mi guarda. E assomiglia davvero a un'equazione irrazionale fratta che se non stai attento ti sommerge di soluzioni nessuna delle quali, però, a analizzarla correttamente, la risolve davvero. Cerco di analizzarlo correttamente.



- E il tuo nome?

- Dopo. Forse.

Pausa.

- E io mi chiamo Fruzzetti.

Non mi chiede il nome, sa che verrà dopo, forse, io so che verrà dopo, forse, ma comunque prima del suo. Restiamo a guardare il mare, tiro qualche ciottolo nell'acqua per imbarazzo o per spezzare il ritmo dei diocàn che giungono dai ragazzi dietro: giocano a biliardino detto anche calcio-balilla, o a un gioco strano, in cui una pallina rotola senza strisciare su un piano inclinato sul quale è tracciata una strada stigmatizzata da fori dove la pallina (di metallo) può essere inghiottita, e il ragazzo deve (müßen, più che sollen: giuro) evitare che la pallina sia inghiottita, e ogni volta che accade l'ingoio dice diocàn, ogni volta che per miracolo la pallina resta in pista dice diocàn, ma in modo completamente diverso, fino a quando finalmente traspare che diocàn è una lingua perfetta e assoluta che può esprimere tutti i sentimenti umani ma anche concetti astratti e sicuramente buona parte della scienza (e della storia) del ventesimo secolo o di qualsiasi altro secolo si scelga di considerare. C'è chi dice che i ragazzi siano semplici come derivate, dritti come simboli di Leibniz, ma chi ha sentito la loro lingua sa che possono fondersi come segni di integrale e decomporsi, d'incanto, come polinomi nel campo complesso.



Canovacci, cinque anni, segno zodiacale ignoto come il nome proprio, disprezza il lancio di pietre nell'acqua.

- Ti ho sentito prima.

- ....

- Ho sentito cosa hai detto.

- Quando?

- Quando lo hai detto.

- Cosa?

- Pof pof.

- ....

- Vorrei che mi raccontassi la storia.

- ....

- Quello che hai detto prima.

- ....

- Il mondo prima del pof pof.



Sorride a metà, sfumato, come in una vecchia canzone di Billy Joel. Restiamo ad ascoltare i ragazzi, circonferenze che si toccano a formare l'infinito.

All'improvviso:

- C'è un goloso, un ladro e...

...e una forza soprannaturale mi solleva dalla battigia, come un siluro che arriva dagli antipodi, passando per il centro della terra. Ricado e ho convulsioni insostenibili: rido, rido, rido. Quando mi riprendo, Canovacci-cinque-anni mi guarda come una soluzione ben definita che esiste ed è unica. E dice.

- Te devi essere l'uomo più intelligente di tutti i tempi.

- ...

- ...

- Sì, è precisamente come hai detto. Devo. Ich soll.

- ...

- Ma ti giuro che se potessi scegliere



It's just your body

DAVID CARRADINE, 08/12/1936 - 03/06/2009



Bondi recita "L'infinito"


….AMI ME O NOEMI, MA AMI ME O NOEMI, MA AMI ME O NOEMI, MA AMI ME O NOEMI, MA AMI ME O NOEMI, MA AMI ME O NOEMI, MA AMI ME O NOEMI, MA….





Note: questo è il palindromo più lungo della storia del mondo. Si esaurisce solo insieme a colui che lo legge, e richiede una margherita con infiniti petali.


Amabo Obama

Que lindo que lindo que lindo

parlo latino


Gazebo (fut. di Gazere)



Qui lo dico: è qui lo negro!


On. Min. A. Fruzzetti.




- Personalmente, Obama è mezzo negro.

- Sì, ma non è questo il punto.

- ...

- ...

- Obama, a memoria d'uomo, è il primo presidente degli Stati Uniti che non è espressione di una lobby.

- D'accordo, ma ancora siamo fuori strada.

- (Palle, ahò).

- ...

- Obama, a memoria d'uomo, è il primo presidente degli Stati Uniti che non ha la faccia da imbecille.

- Su questo non ci sono dubbi, ma bisogna mettere a fuoco...

- Obama, a memoria d'uomo, è il primo presidente degli Stati Uniti che forse è intelligente.

- Mmmm...

- .... (ma che vuole questa?)

- ....

- Obama è l'unico politico di un paese occidentale/democratico/avanzato che se vai in giro c'è gente che sulla macchina ci appiccica l'adesivo Obama-Binden. Te l'immagini uno che mette sulla macchina l'adesivo Berlusconi-Bonaiuti, Berlusconi-Previti, Franceschini-Nulla, Dell'Utri-.

- ...

- Obama quando c'era l'undici settembre il dodici un giornalista suo amico a pranzo gli ha detto che era un peccato che la sua carriera politica dovesse finire così perché era in gamba.

- Non si capisce.

- Pensaci.

- ....

- ....

- Ho capito. Ho capito perfettamente tutto.

- ....

- ....

- Ma ora te la dico tutta.

- (Il lettore interessato a leggerla tutta cliccasse su "Continua a leggere")







- Obama è l'unico che c'è dei bianchi ricchi, nei quartieri bianchi ricchi, che passano il fine settimana a fare queste cose qui:




Berkeley 145

mercoledì 3 giugno 2009

Le carte altamantine

Voglio le carte là.

On. Min. A. Fruzzetti.





L'ecomostro non è solo la riflessione perfetta delle onde sonore, né uno scrittore prolisso. Ma che vi dobbiamo spiegare, voi cielo sapete benissimo, cielo sapete da God. Il dunque è che nei pilastri dell'ecomostro è stato rinvenuto Altamante Fruzzetti (che quindi non era morto, era solo svenuto) e soprattutto le sue fantomatiche carte: da gioco, geografiche, e di credito. In esse è tracciata la sua parabola, anche se in modo ellittico, con ripetuto uso di iperboli e argomenti circolari. Ma anche questo cielo sapete. Non resta che pubblicare le carte medesime, augurandovi buona lettura, nel senso che è meglio spegnere e leggere un bel libro.



Se il primo fu Altamente, o fui io, è materia inestricabilmente avvolta nella grafia di un ostetrico analfabetizzato, perché già di ritorno. La a è facilmente sovrapponibile alla e che è facilmente sovrapponibile a qualsivoglia ideogramma ippocratico. Non si sa, anche se è un'informazione chiavica: potendo arrecare in sé medesima (se si desidera l'accento), o in se stessa (se lo si rifugge) la decrittazione delle differenze tra due gemelli mutuamente ortogonali benché non solo omozigoti, ma anche coetanei e conterranei, e secondo certi filosofi d'oltralpe (se vivete di là), contestuali.



Detta in big coins, Altamente capiva tutto laddove io nulla. Il mio epitelio frontale si squamava e accartocciava, le mie ghiandole salivavano, i miei occhi si ramazzottizzavano nella misura in cui la fronte di Altamente sembrava passata con lo stira e con l'ammira (e a tratti financo inamidata), le sue ghiandole crepitavano ubertose e i suoi occhi sembravano quelli di un'aquila taxidermizzata.



Fu verso la maggiore età (maggiore delle precedenti ma minore delle successive) che risolsi di domandargli perché io non capissi nulla: lui, certamente, lo aveva capito. Altamente non distolse le pupille dall'orizzonte (che io intuivo come vertice, a causa dell'ortogonalità) e disse con-testualmente: A Artamà, nun se capisce.  A cosa, comme cazzo se chiama, ah sì, a vida, nun è fatta pe esse capida. Te piace la forisma?



Quella fu la cosa, la prima cosa che capì: mio fratello gemello Altamente era il più grande imbecille di tutti i tempi.

La seconda: io capivo di non capire. E se l'uomo più saggio è quello che sa di non sapere, quello che capisce di non capire è il più capiente: il più intelligente di tutti i tempi.

La terza: il destino aveva concentrato il massimo della fortuna e della sfortuna in due gemelli: e quello che aveva avuto la peggio ero io.

La quinta: avrei trascorso il resto della mia esistenza a dimostrare con il massimo rigore quanto detto.

La sesta: incidentalmente avrei reso un servizio all'umanità: stabilendo esattamente l'ordinamento del genere umano in base all'intelligenza. Visto il livello dell'umanità, nel migliore dei casi sarei stato ignorato, nel peggiore ucciso da un sicario a calci nel culo: o viceversa.



Decisi quindi di progettare l'intelligenziometro (che un quotidiano locale ha definito fantomatico. Mi preme sottolineare che ho dedicato anni preziosi affinché l'intelligenziometro non fosse assolutamente fantomatico, proprio per nulla, ma per un cazzo! Scusate se mi scaldo ma mi preme sempre di più e un bel giorno scoppio). La macchina era facile, la parte più complicata fu trovarne il principio fondazionale. Alla fine il principio mi balenò, anzi mi squalò, mi orcassassinò quando sentì un bambino di cinque anni raccontare la barzelletta del pof pof.



Qui termina la prima carta di Altamante Fruzzetti. Nella seconda si spiega (insomma) in cosa consista la barzelletta del pof pof. Ma noi chiediamo ai nostri appassionati lettori di ricostruirla dal solo indizio che la barzelletta include, in qualche forma, il pof pof, e che serba in sé medesima o se stessa il principio della misura dell'intelligenza.

Nella prossima carta altamantina  si spiegherà perché tale principio, benché non fallimentare, non soddisfi il criterio di completezza richiesto da Altamante, e si sia reso necessario ricorrere all'invenzione complementare, il noto imbecillometro, il cui principio, come i nostri lettori più affezionati sanno, risiede nelle proprietà dei raggi cattolici.

Il puntino G

— Scusa, hai mica visto il mio punto?

— Un punto nero? Quale punto?

— Verdana xx-small. Punto verdana xx-small, nero, l'ultima volta è uscito da una parentesi verso mezzogiorno del 3 giugno. Ha detto che andava a comprare le virgolette e non è più tornato.

— Eppure la vostra passione era già agli apici.

— Temo sia scappato per fare un ménage à trois. Con due caporali. Uno è Reyes. Non Alfonso, però. Quello di Zorro. L'altro è un uomo sessuale.

— Ma sono uomi sessuali o caporali?


— Non so. Comunque devianti rispetto alle norme redazionali.

Volare è potere

Credo che un volo così te lo sogni anche tu

Meglio che fare le corna o alla Merkel "cucù !"

Sopra un aereo di stato io sono salito

e ho incominciato a volare nel cielo, impunito



Volare oh oh

Pagare no no no

Nel blu dài vieni anche tu

Ché tanto, chi paga è laggiù



E volavo volavo felice

più in alto del Colle ed ancora più su

E bruciavo le tasse di quelli che stavano giù

Apicella cantava e suonava soltanto per me



Volare oh oh

Veline, gnocca a gogo

Io volo, chi sogna sei tu,

sfigato, col naso all'insù



Tu votavi votavi felice

e tutti i sondaggi mandavi più su

E ridevi e pagavi la crisi ignorando il menu

Quando il conto arrivava svenivi sul tiramisu



Volare oh oh

le ossa ti getterò

Io volo e mi pappo il ragu

Per te il filetto è tabu

456 occhi

Due fotografi del giornale passarono una settimana nella casa di Don Orione a fotografare, uno per uno, i mutilatini e venne lanciata la prima sottoscrizione. Il giornale usciva con strani titoli, che dicevano, per esempio, così: “Occorre mezzo milione — per comprare 456 occhi” oppure: “In tre — una mano sola” e nella fotografia, sotto, tre bambini in circolo, un’unica mano, che pareva grandissima, afferrava l’occhio del lettore, se lo inchiodava addosso. Arrivarono alcuni milioni; a forza di cinquecento, mille, duemila, cinquemila lire, le offerte del pubblico anonimo, della gente della strada. I nomi di alcuni mutilatini diventarono popolari: Bruno Pellegrina, per esempio, piccolo contadino di Campoformido, fotografato nell’atto di portarsi una mela alla bocca, coi due moncherini inguainati in una fodera di cuoio: aveva bisogno delle pinze che gli sostituissero le mani, alla maniera di Harold Russel, il macellaio di Boston, protagonista de I più begli anni della nostra vita, il film che in quei giorni riempiva le platee dei cinema; Vittorio Moré, pastorello di Valmasino, ridotto con una sola mano, una sola gamba e un unico occhio, che tuttavia s’arrangiava a rilegare libri; e la fotografia lo aveva fissato così, col volto intento, chino sulla costola d’un volume, a sorvegliare, con l’unico occhio, il lavoro dell’unica mano.



Roberto De Monticelli, Cercava milioni per comperare mani, “Epoca”, VII, 284, 11 marzo 1956.







martedì 2 giugno 2009

Paperorrida ovvero Duck, you sucker

L'ira del premier: "Vicino a scoppiare".

Fonte: "la Stampa".













— Di qualsiasi altra signora non m’importa un fico secco. Ma con te divento dinamite!

— Sfregami e sarò il tuo fiammifero.

Buck Gonzales (Fred Kohler) e Cleo Borden (Mae West) in Goin’ to Town (Alexander Hall, 1935).



— Dunque… Un modo per aprire una cassaforte è quello della dinamite, sistema che usava il famoso Fu Cimin.

— Fu Cimin?! Chi è, un cinese?

— Macché cinese, veneziano era. “Fu” sarebbe che morì, Cimin è il cognome, no? Poveraccio… saltò in aria con tutta la cassaforte: quindi è un sistema che io escludo a priori!

Dante Cruciani (Totò) e Tiberio (Marcello Mastroianni) nei Soliti ignoti (Mario Monicelli, 1958).



Quando ho cominciato a usare la dinamite, allora credevo anch’io in tante cose. In tutte. E ho finito per credere solo nella dinamite.

John H. Mallory (James Coburn) in Giù la testa (Sergio Leone, 1971).



— Ma sei sicuro che funzionerà?

— Certo che funziona: basta infila' il filo elettrico dentro al serbatoio della stufa al carosene. Er filo dev’esse’ collegato al ferro da stiro. Così quando lui infila la spina…

— E che succede quando infila la spina?!

— Niente! E che succede! Schioppa e salta tutto per aria.

Gli amanti diabolici Marino Balestrini (Nino Manfredi) e Marisa Di Giovanni (Pamela Tiffin) vogliono attentare alla vita del di lei marito Umberto Ciceri (Ugo Tognazzi) in Straziami ma di baci saziami (Dino Risi, 1968).




Ho sempre sognato di guidare un autobus in fiamme attraverso un muro di televisori con la testa avvolta in candelotti di dinamite.

Pinky, appendice parlante di Rocko, nella serie televisiva d’animazione creata da Joe Murray Rocko’s Modern Life (stagione II, episodio 2: “Pipe Dreams / Tickled Pinky”, 1994).








Certe persone non dovrebbero fare i dirigenti. Io, ad esempio

Ti hanno dato un obiettivo di riduzione del personale. E tu hai cominciato dal sig. X, che è il più debole del branco. Come fanno i predatori.

X non è che sia un fancazzista. Fa il suo bravo lavoro da anni nella tua azienda. Ma non è brillante come i più giovani. E tu non vuoi che i giovani brillanti, spaventati da questo fischiare di falci sopra la testa, pensino bene di trovarsi altre sistemazioni. Li vuoi rassicurare: la campana non suona per voi.



Così, appunto, scegli un buon esempio, chiaro per tutti: il sig. X.



Ora, nessuno ti chiede di essere un rivoluzionario (sei un ciellino, lo sappiamo). Nessuno ti chiede nemmeno di fare l'eroe. "Siamo in azienda", si è soliti dire per indicare che tante regole di convivenza, di umanità e - non di rado - di puro buon senso sono sospese, in virtù e in difesa di una
superiore e indiscutibile razionalità. Quando in un ente pubblico arriva uno "che viene dall'azienda" tutti si aspettano che questo babau o castigamatti metta "a piombo" l'intera struttura, dandole scatto, aggressività e, appunto, dotandola di quella razionalità stringente e self-explaining che le manca per l'attributo stesso di "pubblico".



Però ti si chiede almeno



a) di informarti bene sul sig. X. Per età è nettamente fuori dalle fasce forti della forza lavoro, pur non essendo nemmeno vicinissimo alla pensione (quindi non puoi prepensionarlo, è ovvio). La moglie è un'invalida civile. Ci sono altri problemi di salute in famiglia (noti al resto della struttura) in questo momento, quindi i soldi corrono. Tutto questo suona un po' "film neorealista" ? Fa troppo "Ken Loach" ? Eppure, incredibile a dirsi, son cose che succedono perfino nella vita reale.

E tu (questioni pensionistiche a parte) non ti sei informato



b) di valutare se magari è proprio il caso di licenziarlo o che so, di proporgli un metà tempo, di cercare qualche formula contrattuale più soft. Lo vedi che non ti chiedo eroismi



c) se proprio lo vuoi licenziare, ecco, ti si chiede almeno di non frignare quando un gruppetto di lavoratori incazzati ti sequestra in ufficio e ti appiccica al muro, il muro sul quale a tua volta hai ironicamente appiccicato il figlio di un falegname qualunque