lunedì 8 giugno 2009

Dal tramonto all'alba

I (20.00-22.30) — IL FIUME ROSSO E L'USCITA POSTERIORE





I Tempi moderni coltivavano il sogno di un’umanità che, divisa in varie civiltà separate, avrebbe trovato un giorno l’unità e con essa la pace eterna. Oggi, la storia del pianeta è giunta a costituire un tutto indivisibile, ma ciò che realizza e assicura quest’unità così a lungo sognata è, ambulante e perpetua, la guerra.

L’unità dell’umanità significa: non c’è possibilità di fuga, in nessun posto e per nessuno.


Milan Kundera, L’Arte del romanzo.





Gin outlet + Schweppes light, limone finito, niente fettina, due gocce di concentrato basteranno. Televisore acceso su canale di Stato francese, il cui processo di autononomia dal potere, ufficialmente avviato il 31 dicembre 1974, è stato arrestato qualche mese fa grazie a una riforma dell'audiovisivo applaudita da tutti. Ora la televisione è tornata a essere quella pre-'68: come fosse la RAI, di niente, di meno. Stasera Brice Hortefeux gongola. Penso che l'unica ragion d'essere al Governo di questo sinistro personaggio era garantire l'anello mancante tra Sarkozy e il Fronte Nazionale, nel 2012: just in (suit)case. (Ma non "full of blues", purtroppo.) Ora il Presidente non ha più bisogno di lui. Sono consolazioni.

Figlia7 intanto cerca di controllare una mandria di cavalli in fuga: devono attraversare il fiume che separa il salone dalla cucina. La guardo come fosse Monty Clift in un ultimo spettacolo: "Take 'em to Missouri, Matt". (Sì, orsopio, mo' non cominciare: lo so che nella realtà, ossia al cinema Royal, erano 8000 buoi, ma tu zitto e mosca, altrimenti mi invade la casa di playmobil.)

Ma sì, spegniamo la caja tonta. Andiamo in cucina. Uova, parmigiano, pepe da una parte. Pancetta (ma anche cipolla e vino bianco, sì sì, è la morte sua) dall'altra.

Mentre mangiamo la carbonara, decido che è giunta l'ora di mostrarle la seconda parte di quel film. Io avevo nove anni, quando lo vidi la prima volta. All'epoca, quando un film mi piaceva, tornavo a guardarlo. Quello lo vidi almeno 10 volte, in un solo mese. La prossima volta le farò vedere "Il fiume rosso".

Arrivano le 22.00. Domani c'è scuola. Dovrebbe andare a letto. Ma non si può. A quel punto del film bisogna andare avanti per forza. Yahoo. Volume a manetta, finestre aperte, nessun vicino protesta. Ci alziamo e ci mettiamo a ballare, è la prima volta che lo vede, ma i gesti sono precisi, giusti: come se lo conoscesse a memoria. Sembra Joliet Jake: stessa leggerezza, stessa grazia, mentre cheek to cheek ci buttiamo saltellanti nella fossa dei leoni, dal podio alla rampa, in quel R'n'B, in realtà un tango camuffato, che infatti inizialmente pare fosse un ballo per soli uomini. Come faccia a conoscere i passi è un mistero. Deve essere un fatto ereditario, non c'è altra spiegazione.

Fino al minuto 5'36''. A partire da lì, il filmato è per soli adulti.











Visto? Bene. Ora: lavati i denti, spazzolali bene, ovunque, almeno due minuti, attenta che se bari me ne accorgo, sai, anche quando sono in cucina a lavare i piatti collosi di carbonara io ti vedo, ho un terzo occhio dietro la testa, io, come Peter Lorre. No, niente, lascia perdere, sbrigati, chi era Peter Lorre te lo spiego un'altra volta. Su, dai pigiama, a letto, presto. Dice "Scosta un attimo la tenda". Io "No, è ora di dormire e basta, domani c'è scuola". Lei: "Ti prego, un attimo solo, unattimosolounattimosolounattimosolounattimosolounattimosolo". Io scosto, e guardandola esasperato: "E allora?". "C'è ancora luce: è proprio estate!"



Non si è neppure addormentata che squilla il telefono. Un amico che fa il matematico nel deserto di Sonora. Non riceve la tv italiana, e non ha internet. Mi chiede dei risultati. "Non li conosco, e non me ne frega assolutamente nulla. Cosa? Eh? Parla più forte, c'è il vento che fischia nella cornetta. Eh? iesuichen? No no, guarda, non possumus proprio, ma manco per niente. Piuttosto six and three is nine, nine and nine is eighteen, gli altri calcoletti elettorali fatteli da solo e poi buttati nel Rio Grande."




II (08.00) — COME SE L'AVESSI LETTA E HO UN ALTRO PROGETTO




— Vorrei fare un gran colpo, e poi ritirarmi.

— Ritirarsi? E dove?

Pike Bishop (William Holden) e Dutch Engstrom (Ernest Borgnine) ne Il mucchio selvaggio (Sam Peckinpah, 1969).





Lei intontita dal sonno mangia biscottini davanti a "Dora l'esploratrice". È un cartone animato senza ubi consistam, se non la vaga intenzione di iniziare alla lingua inglese. A tre anni, lo guardava con passione. A quattro, ha iniziato a insultare Dora e i suoi amichetti ad alta voce. A partire dai cinque anni, lo guarda con un occhio solo, muta e con una smorfia sprezzante stampata sul volto. Dora pensa forse "non mi tenere il broncio", mentre dice sempre e soltanto la stessa frase, da almeno quattro anni: "letzgo". Non l'ho mai sentita pronunciare un'altra parola di inglese. Bevo il caffè scorrendo i siti d'informazione, e mi dico che forse dovrei scrivere agli sceneggiatori, per suggerire un'innovazione, mica si può andare avanti per anni con "letzgo". E poi per andare dove, questo penso mentre guardo le foto di una ripugnante cozza che all'anagrafe denuncia diciotto anni, ma io lo so benissimo che è un lifting, che in realtà quella non è sua figlia ma sua nonna, ritoccata dalla plastica playmobil. Allora appena ho il tempo, scrivo agli sceneggiatori di "Dora l'esploratrice", cerco di farli ragionare: tenuto conto che a) non c'è più nulla da esplorare, gli antropologi lo sanno da più di mezzo secolo, che i Tropici sono tristi; b) Dora è in missione per conto di Dio, ossia insegnare ai mocciosi l'inglish, provino a infilarle in bocca un bel: "Dear World, I am leaving because I am bored. I feel I have lived long enough. I am leaving you with your worries in this sweet cesspool. Good luck". Distinti saluti.

Bastano i titoli dei giornali, e le foto pornoelettorali. Via dalla pazze folli, andiamo su youtube. Su youtube c'è il canale di
giuliodavid. Il migliore (assieme al mio, eh, che cazzo): Bene, Pietrangeli, Godard, Bergman, Fellini, Antonioni, Renoir, Sordi, Volonté, Guzzanti: di tutto, di più. Un anno fa, quando ero ancora molto maldestro, cliccai inavvertitamente su "contenuto offensivo", credo fosse in quella scena in cui lui dice: "Non sono d'accordo: andiamocene via". Gli scrissi scusandomi, lui Tranquillo, la RAI mi ha già chiuso il canale una volta, ormai sono abituato. Poi: Ma sei francese o italiano? Io: Italiano, purtroppo. Lui: Mi piace quel purtroppo.

Stamattina il mio canale mi avverte che giuliodavid ha messo su un film minore, bello solo a tratti. Ma questo, nella sua ovvia banalità, oggi direi che "ci sta".












08.25. È ora di andare a scuola. Ci incamminiamo come due zombi. Poi a un certo punto io comincio a canticchiarle all'orecchio: "Come on... baby don't you wanna go... back to that same old place... sweet home Chicago...". Lei non batte ciglio, una maschera di cera assonnata e con lo sguardo fisso sul marciapiede davanti. Ci riprovo: "Hidehidehidehi...". Le punto il dito addosso. Niente. Come onomatopare a un muro. "Hodehodehodeho." Peggio che andar di notte, l'inverno. "Hedehedehedehe." E lì, improvvisamente, spunta un mezzo sorriso. Poi si volta, e il mezzo diventa pieno, dentini compresi e forniti dalla ditta. Solitamente, quando arriviamo davanti al portone della scuola, lei scappa dentro tutta contenta, senza neppure salutarmi. Questo non lo ha preso da me. Andare all'asilo dall'età di nove mesi ti aiuta a sorridere al mondo, là fuori. Ma stavolta si ferma sulla soglia, si volta e mi dà un bel bacino.



Scusate, non abbasso perché mi piace troppo, eh? Volume a manetta, è vero che questa canzone è proprio bella bella bella.







7 commenti:

  1. e menomale che le elezioni sono andate benissimo, sennò non skk ballava manco più.

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  2. Mi sembra strano... Ma nella carbonara veramente ci va il vino bianco?



    bianca

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  3. No, non ci va. Ma io ce lo metto. E pure la cipolla. Perché mi piace troppo.

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  4. Ma lo sai, Scortichini, che pure io ho pensato la stessa cosa, oggi? Anzi, dopo aver letto i giornali on-line (purtroppo all'estero il cartaceo è difficile) ho fatto: "fiiiiiiiiiiu! Meno male che sono andate benissimo!". Dicevano infatti che "Dalle urne stop a Berlusconi" (Repubblica.it); "Papi scivola sul 35%" e "Il tracollo non c'è stato, il progetto Pd è confermato" (Unità.it).

    E dunque let's dance with the Good Old Blues Brothers Boys Band!

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  5. E va bene, relateivizziamo.

    Però la lega al 10,2 non è proprio da fiiiiiiu. Comunque non al punto da muoversi da qui, Bogensché, hic sempre e comunque, e pure manebimus, sebbene non optime, tu che dici? Dalle nostre parti ci sono davvero troppi troppi negri. Troppi troppi arabi. Troppi troppi cinesi. Troppo tardi, per tornare indietro, allo sistavamejoquandosistavapegghiu. Du côté de chez Mamadou Bossi in strada rischierebbe grosso. Come Bruce Willis all'inizio di "Die Hard 3". L'uomo-sandwich. Al massimo va a spasso pubblicizzando l'ennesimo spaccio di kebab. Gli conviene. Un grande avvenire, per lui e suo figlio analfabeta, a prendere ripetizioni dai compagni kurdi, algerini o senegalesi di mia figlia. Lo mettiamo in una classe ponte, altrimenti ce li rovina.

    O magari a gestire il bar tabacchi sotto il mio precedente appartamento. Tenuto da una famiglia di razzisti, con la figlia bona.

    Quel bar era sempre vuoto. Guarda caso.

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  6. vabbe'...



    io comunque dal sonora l'avevo detto o no?

    se il pdl sta sotto il 40 e il pdsenzaelle sopra il 25 c'e' da festeggiare...



    allora festeggiamo...

    sciampagna?

    no:

    2 fette di pane bianco tostato

    (liscio bellezza)

    4 polli fritti e una coca



    o.a.



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  7. "Il pdsenzaelle" è storica.

    Preferisco quando ci buttiamo gli scampi addosso, con le coppiette che si lamentano perché le hanno fatte sedere accanto a noi.

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