Antonio Scurati, La gioventù dio feticcio per pubblicitari, “La Stampa”, 5 settembre 2006, p. 24. (Ho passato la vita davanti ai film horror e una cosa simile non mi è mai successa. Perché sempre agli altri?)
lunedì 28 settembre 2009
Glosso guaio a Zuligo
Dal punto di vista delle sue pratiche sessuali, qualsiasi tredicenne, modaiola, irriflessiva, anaffettiva, ferocemente individualista e sfacciatamente disimpegnata che, genitori consenzienti, prende appuntamenti via sms con sconosciuti nelle sale cinematografiche per fare sesso durante lo spettacolo pomeridiano di film horror, è una figlia del ’68.
Antonio Scurati, La gioventù dio feticcio per pubblicitari, “La Stampa”, 5 settembre 2006, p. 24. (Ho passato la vita davanti ai film horror e una cosa simile non mi è mai successa. Perché sempre agli altri?)
Antonio Scurati, La gioventù dio feticcio per pubblicitari, “La Stampa”, 5 settembre 2006, p. 24. (Ho passato la vita davanti ai film horror e una cosa simile non mi è mai successa. Perché sempre agli altri?)
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Non l'ho capita... :O
RispondiEliminaManco io. A parte il fatto che Antonio Scurati è il più grande ideochicolologo del XXII° secolo (o del XX°, non ho capito neppure questo). E poi 'sta storia che Roman Polanski non può essere giudicato "perché è un grande regista" non mi sembra granché, come difesa.
RispondiEliminaRoman Polanski è un grande regista, pochi cazzi.
RispondiEliminafosse almeno un grande statista...
RispondiEliminao.a.
... o un mediocre scrittore di gialli...
RispondiEliminao.l.s.
Speriamo sia un apripista, mettiamola così, perché comunque sia, e porca l'oca, non intendevamo R.P. quando abbiamo chiesto a dio e a tutti i santi di poter far arrestare un ultrasettantenne che andava con le minorenni, ecco.
RispondiEliminaPrendono sempre l'ultrasettantenne sbagliato.
RispondiEliminaPovca misevia, povca tvoia.