venerdì 15 agosto 2008

Cortocircuiti

Nell'ultimo romanzo di De Lillo "L'uomo che cade"

co
mpare un mercante d'arte europeo piuttosto misterioso, di cui non riusciamo

a conoscere il vero nome,

probabilmente un ex terrorista.

Legate a lui,
compaiono anche opere di Giorgio Morandi.



a sinistra la copertina Einaudi

a destra

la foto che

sensatamente

ci si poteva aspettare









Oggi leggo che L'FBI non riesce ancora a individuare il legittimo proprietario di molte delle opere rinvenute nel 2006 in casa del fu William Milliken Vanderbilt Kingsland, che L'FBI stessa descrive così (qui)



"..Kingsland was well known in New York City’s art circles as an engaging and intelligent connoisseur of art, books, architecture, and genealogy. But when he died, he left no will…and no apparent heirs to claim the floor-to-ceiling stacks of paintings and art works crammed into his one-bedroom apartment.

Turns out Kingsland was a pretty secretive guy—despite having many acquaintances, very few people had ever been inside his residence. In conversations with friends, he was often evasive about his early years and his family. And (..) William Kingsland wasn’t even his given name—he was born Melvyn Kohn and spent his early years in the Bronx before legally changing his name to Kingsland. He thought it had a more literary sound to it and would help him gain acceptance among Manhattan’s upper crust"




Così, l'FBI decide di esporre sul web le foto dei pezzi senza padrone. Fra questi c'è il quadro qui sotto (si noti il taglio della foto, più in stile "corpo del reato" che MOMA)




19 commenti:

  1. Quel che vorrei sapere io è se quel bicchiere bianco è mezzo pieno o mezzo vuoto, o vuoto dalla parte dove è pieno e viceversa.

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  2. Comunque, la più bella copertina del secolo scorso è quella di "Underworld". C’era già tutto: le twin towers, l’ombra di un aereo, la cupola di una Chiesa, con in cima la croce. Data dell'edizione Einaudi: 1999. A esser paranoici non si sbaglia mai. Violenza e monnezza, la coppia diabolica del prossimo secolo:



    Primavera 1978, davanti a loro una discarica immensa, un cratere « profondo quasi duecento metri, e lungo circa un miglio », pronto ad accogliere « migliaia di tonnellate di spazzatura al giorno ».

    « — Ti dirò cosa vedo qui, Sims. Il panorama del futuro. L’unico panorama che resterà da guardare. Più i rifiuti saranno tossici, più aumenterà il livello di sforzo e di spesa che i turisti saranno disposti a tollerare per visitarre il sito. Però credo che non dovreste isolare questi siti. Isolare i rifiuti tossici va bene. Li rende più grandiosi, più minacciosi e magici. Ma la spazzatura ordinaria dovrebbe essere piazzata nelle città che la producono. Esponete la spazzatura, fatela conoscere. Lasciate che la gente la veda e la rispetti. Non nascondete le vostre strutture. Create un’architettura fatta di immondizia. Progettate fantastiche costruzioni per riciclare i rifiuti e invitate la gente a raccogliere la propria spazzatura e a portarla alle presse e ai convogliatori. Così imparerà a conoscere la propria spazzatura. Il materiale a rischio, i rifiuti chimici, le scorie nucleari, tutto questo diventerà un remoto paesaggio all’insegna della nostalgia. Gite in autobus e cartoline, posso garantirlo.

    Sims non era sicuro che questa tirata gli andasse a genio.

    — Che tipo di nostalgia ?

    — Non bisogna sottovalutare la nostra capacità di provare desideri complessi. Nostalgia per i materiali della civiltà messi al bando, per la forza bruta di vecchie industrie e vecchi conflitti. »

    Don DeLillo, Underworld, p. 303.

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  3. La foto proposta non si poteva utilizzare perché già contenuta -e variamente interpretata- nel romanzo -a mio avviso imperdibile- "Extermely Loud & Incredibly Close" di Jonathan Safran Foer.



    kk

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  4. Sembra il titolo del primo film di Terence Davies.

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  5. kk ha perfettamente ragione. D'altra parte quella foto è diventata una delle icone del secolo

    Cercando Terence Davies ho trovato questa specie di mega/metastore dal nome furbetto

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  6. Comunque, se qualcuno fosse ancora interessato a sapere come andarono VERAMENTE le cose, quel nainileven, scarichi QUESTO (vol. 1, il secondo latita da anni, come l'aggiornamento ghezziano al Castoro Kubrick), vada a pp. 20-22 e saprà finalmente TUTTO (anche se in pashtu).

    Le masse interessate alla MIA opinione in materia dovranno invece attendere frementi e tremebondi il fatidico anniversario.

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  7. L'errore di stompa non può più esser borretto: sarà quindi da considerarsi come un omaggio all'occulto ispiratore del suddetto pashtu.

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  8. ti nomino mio addetto stampa.

    In realtà (approfitto astutamente dell'assenza di chiunque per dirlo) l'opera che riassume il meglio (vabbe') del Dust "primo periodo" è Parassita

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  9. Mi consola delle quaranta pizzosissime pagine di Bobbio su Capitini che mi tocca correggere (e pensare che finora non era mica male, il Bobbio).

    Accetto la proposta di lavoro, ma a una condizione: voglio contratto, stipendio, pensione e contributi. Io me la sogno la notte, la vita dei precari. Me la sogno!

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  10. "Volante 1 a volante 2 : individui sospetti su web " " Volante 2 a volante 1 : chi sono, che fanno?" "Volante 1 a volante 2 : uno è uno zombie, forse francese, l' altro è impolverato. Dicono cose strane, forse parlano in codice. Lo zombie ha detto pure Bobbio, poi nomi stranieri" "Volante 2 a volante 1 : seguiamoli" " Volante 1 a volante 2 : non ho benzina, La Russa l' ha fregata a Maroni per metterla nei carri armati" " Volante 2 a volante 1 : seguiamoli sul web, ma da lontano, senza farsi notare. Mettiti gli occhiali scuri" " Volante 1 a volante 2 : ricevuto, mi metto gli occhiali scuri" " Volante 2 a volante 1 : fammi sapere che li inchiodo"

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  11. Alors, là... chapeau, Dust!



    "Comlade Fong..."... sto ancora ridendo!



    E i miei complimenti per una poesia che non hai messo dentro il best, ma Confino a Portofino è davvero grandissima: anche solo per quella dovresti pubblicare il volume 2.

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  12. Assolutamente geniale (e vaffanculo alle parole vietate nei blog, tanto è fragosto moje mia te lo metto in quel posto — Refrain: Ndove? Ndove?).

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  13. no, sono più serio e saggio, adesso. Pensavo di lavorare a qualcosa tipo "500 riflessioni di un blogger sull'esistenza, l'universo e il divino" o "La meravigliosa vita dei bruchi"

    Per tornare al presente: avete letto la lista dei divieti comunali che c'è su Repubblica ? Non fossi pigro ci caverei fuori un post.

    Potremmo pensare a una lista di divieti da imporre (una volta eletti sindaco di Hollywood o di Cinecittà) ai film e al mondo del cinema. Tra l'altro "non si gira a torso nudo o in bikini" è già adatto ad essere applicato sul set

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  14. Inauguro la lista.

    Mai più battute tese a dar spessore psicologico tipo la moglie del poliziotto che dice a lui: Sapresti dire quand'è stata l'ultima volta che abbiamo fatto l'amore?

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  15. Il secondo progetto di Dust era già condiviso:



    Mi è stato chiesto di scrivere un testo sulle libellule. E un giorno, forse, tornerò alla letteratura con un romanzo d’amore, i cui personaggi sarebbero insetti.

    Jules (Oskar Werner) in Jules e Jim (François Truffaut, 1962).

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  16. ah, dimenticavo un precedente fondamentale: il dogma italico che Spocchia scrisse nel 2004, poi modificato nel corso del tempo:

    v. qui, mentre qui c'è una traccia per un film antidogmatico

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  17. Le bombe hanno sempre un sistema di conto alla rovescia. I guidatori non guardano mai la strada. Nel mondo quasi tutti parlano inglese. Il cattivo parla sempre troppo, dando al buono la possibilità di cavarsela. I tiratori scelti hanno una mira davvero pessima. I numeri di telefono iniziano sempre con 555. I cattivi attaccano sempre l’eroe uno alla volta. Le donne in pericolo indossano sempre i tacchi a spillo.

    Sondaggio proposto dal sito www.imdb.com: “In questa lista di cliché cinematografici, qual è quello che vi dà più fastidio?”.

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