Paziente: "Allora, dottore ?"
Dottore: "Usando una formula entrata nell'uso comune: 'Spiace dirlo , ma non le si può dare più di tre mesi di vita' "
P: "Cioé sto per morire ?"
D: "Non sia così fazioso. Sarà mica l'unico a morire"
P: "E' vero, non ho ricordato tutti quelli che sono morti da Adamo in poi. Quando, quando finirà questo scempio ?"
D: "E' terribile. Naturalmente lo sarebbe anche se morisse una sola persona, tipo lei"
P: "Quindi, tornando a noi, lei ha sbagliato ogni possibile diagnosi, prognosi e cura ?"
D: "Sì. Ma non lo prenda come un'ammissione di colpa"
P: "Lei è un infame incompetente disgraziato"
D: "La visita sta prendendo una piega troppo di parte. Guardi che mi alzo e me ne vado"
P: "Mi lasci finire la frase: 'ma altri la definiscono un eccellente professionista' "
D: "Questa si chiama informazione corretta. E ora passiamo alle questioni economiche. Ci sarebbe una fattura"
P: "La pago volentieri, perché so che il ricavato verrà diviso tra tutti i medici che nel mondo fanno del bene al prossimo"
D: "E' evidente"
P: "Per parte mia lascerò una donazione a tutti quelli che muoiono. Lei invece quanto potrà campare ancora ? Così, a occhio"
D: "Direi che ho una speranza di vita di almeno altri quarant'anni"
P: "Provo un senso di ingiustizia, subito cancellato dal pensiero che la sua utilità per il genere umano è incomparabilmente superiore alla mia"
D: "E' un dato di fatto. Be', si è fatta un'ora e la devo lasciare. Senza rancore, eh ?"
P: "Vaffanculo, ma - nel caso assai probabile in cui non dovessimo più vederci - anche buongiorno, buon pomeriggio e buona sera per tutta la sua vita"
Sento rullar di tamburi a Calanda.
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