venerdì 23 gennaio 2009

Flatland




Paziente: "Allora, dottore ?"

Dottore: "Usando una formula entrata nell'uso comune: 'Spiace dirlo , ma non le si può dare più di tre mesi di vita' "

P: "Cioé sto per morire ?"

D: "Non sia così fazioso. Sarà mica l'unico a morire"



P: "E' vero, non ho ricordato tutti quelli che sono morti da Adamo in poi. Quando, quando finirà questo scempio ?"

D: "E' terribile. Naturalmente lo sarebbe anche se morisse una sola persona, tipo lei"

P: "Quindi, tornando a noi, lei ha sbagliato ogni possibile diagnosi, prognosi e cura ?"

D: "Sì. Ma non lo prenda come un'ammissione di colpa"

P: "Lei è un infame incompetente disgraziato"

D: "La visita sta prendendo una piega troppo di parte. Guardi che mi alzo e me ne vado"

P: "Mi lasci finire la frase: 'ma altri la definiscono un eccellente professionista' "

D: "Questa si chiama informazione corretta. E ora passiamo alle questioni economiche. Ci sarebbe una fattura"

P: "La pago volentieri, perché so che il ricavato verrà diviso tra tutti i medici che nel mondo fanno del bene al prossimo"

D: "E' evidente"

P: "Per parte mia lascerò una donazione a tutti quelli che muoiono. Lei invece quanto potrà campare ancora ? Così, a occhio"

D: "Direi che ho una speranza di vita di almeno altri quarant'anni"

P: "Provo un senso di ingiustizia, subito cancellato dal pensiero che la sua utilità per il genere umano è incomparabilmente superiore alla mia"

D: "E' un dato di fatto. Be', si è fatta un'ora e la devo lasciare. Senza rancore, eh ?"

P: "Vaffanculo, ma - nel caso assai probabile in cui non dovessimo più vederci - anche buongiorno, buon pomeriggio e buona sera per tutta la sua vita"

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