giovedì 8 gennaio 2009

Gaza, pausa pranzo con morto

scheletro_tregua

7 commenti:

  1. E un tresette ?



    Sten, sto riflettendo sui morti viventi.

    Sul fatto che i morti sul lavoro non sono le notizie più cliccate di corriere.it



    La notizia più cliccata è sempre il tradimento di Belen. Il sesso supera la morte. E' un bene, un male ?

    La gente muore quando non la vedi più o quando ti dicono che è morta ?



    Sono 40 anni che sento parlare di conflitto israeliano-palestinese.

    Che vedo foto di bambini uccisi. Cosa HANNO fatto in 40 anni ? Nulla.

    Ed allora tutto diventa una CDC...

    Che dice Altamante ?

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  2. Stai riflettendo, eh? Beato te. Io 'ndo' cogito cogito, ergo non sum.

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  3. Ecco..clicco su Notizie più lette. La prima riguarda le affermazioni di Rosario Dawson (che gnocca) sulle scene di sesso con Will Smith.

    E' morto un altro operaio. Non gliene frega una mazza a nessuno.

    La Livni: agiremo nel nostro interesse. Perchè qualche volta non lo avete fatto ?

    Visto il ministro della difesa spagnolo ?

    Una fica da paura... E ' andato tutto al contrario di quello che abbiamo imparato dalle nostre letture. Tutto.

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  4. Se vi va leggetevi l'articolo di Claudio Fava sui 25 anni dalla morte del padre.

    sta sul Blog di Piero Ricca.

    Vi riporto il finale. Questo inquietante e diffuso sentimento di CDC.

    Perchè oh.... rigà... Montanelli ce lo aveva detto chi erano gli italiani...





    Insomma, lo sapete o no che nella città che ammazzò mio padre non riuscimmo nemmeno a pubblicare il necrologio sulla sua morte perché spendere in quell’epitaffio la parola mafia non si poteva e non si doveva? Lo sapete o no che l’editore del giornale che impedì quel necrologio, Mario Ciancio, è ancora al suo posto, riveritissimno padrone del suo quotidiano e di altre cento testate? Lo sapete o no che non uno dei poliziotti, dei magistrati, dei giornalisti e dei ministri che protessero Nitto Santapaola, cioè l’assassino di mio padre, ha mai pagato il prezzo di quell’infamia? Chi benevolmente trasferito, chi accompagnato alla pensione, chi invitato a insegnare la propria sapienza all’università… Todos caballeros, nonostante per un quarto di secolo i loro nomi siano stati offerti allo sfregio della storia. Lo sapete o no che le lettere della famiglia Santapaola, padre e figli reclusi al 41 bis, vengono oggi impunemente pubblicate sul quotidiano della loro città per far capire a chi deve capire chi comanda ancora laggiù? Vi siete accorti, dopo un quarto di secolo di ritualissime parole, che a questo paese della lotta alla mafia non fotte più quasi nulla? Che il mio ex partito ha mandato in parlamento gli amici dei mafiosi che poi altrimenti passiamo tutti per giacobini?

    Queste e cento altre impronunciabili cose le sappiamo ormai a memoria. Ma quando c’è da ricordare i nostri morti, ce le teniamo in tasca. Allora, se permettete, mi tengo in tasca anch’io quello che ho dentro oggi, pensando a mio padre ammazzato dalla mafia in una sera infame di venticinque anni fa.

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  5. Piccola borrezione: Quando la Livni dice:

    "Agiremo nel nostro interesse", il commento non è "Perchè qualche volta non lo avete fatto ?", ma "Sarebbe proprio ora di cominciare a farlo".

    Non so se mi spiego.

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  6. Il punto sta tutto nel capire il significato di "nostro".

    L'interesse della "loro" lobby politica che prospera sulla guerra lo hanno sempre fatto benissimo. Quello dei cittadini di Israele solo in parte. Un poco come il clan Bush e i cittadini degli USA.

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  7. Arkulà, "te lo sei meritato", e quindi è ora che te lo dica: sono stufo di non esser mai d'accordo con te. Perché ogni volta che voglio dissentire, nel giro di 24 ore o ci penso e ti do ragione, o ti danno ragione i fatti.

    Qui sembra non ci sia più alcuna strategia militare, alcun nemico da sconfiggere, alcun obiettovo da colpire.

    Sembra che li vogliano semplicemente ammazzare tutti e basta.

    Lo so, perché se persino il tg1 comincia a interessarsi alle vittime civili di Gaza, significa che laggiù sta avvenendo un massacro indiscriminato.

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