sabato 17 gennaio 2009

Riflettere e riflettersi

L'impressione che mi ha lasciato l'ultima puntata di Annozero è che sia impossibile "vedere per la prima volta". Tutto è raddoppiato, ci si è già passati - ora non solo si guarda, ma si riflette sul fatto stesso di guardare. Vediamo scene che diciamo intollerabili, ma non è vero: sono tollerabili, perché le abbiamo già viste molte volte. Non ci diranno nulla di nuovo. Estetizzanti / anestetizzati.

In più - come avessimo occhi di mosca - vediamo lo spettacolo dello spettacolo: assistendo allo scazzo fra i due giornalisti attiviamo tutta la nostra coscienza del pregresso e del contorno, già ci figuriamo le possibili interpretazioni corrette o maligne, immaginiamo come l'episodio verrà commentato e sfruttato da politici e commentatori. In questo caso poi l'uscita della A. è addirittura il doppio di quella in cui si esibì Berlusconi durante la sua intervista, è una scena annunziata.

Questo sguardo  moltiplicato, strabico, introspettivo, è ormai del tutto incapace di arrivare non solo al cuore di quanto stiamo guardando, ma al nostro stesso cuore, per non dire del cervello, dove l'opinione già radicata, l'occhio "provato" sembrano lavorare indifferenti a rendere tutto "già visto". La frase giusta sarebbe forse "We're rotten to the eye".

Ma l'alternativa è lo schermo vuoto o lo spettacolino acquiescente e soporifero, il teatrino di esperti e politici, l'apparente libera razionalità di dibattiti marci in partenza come ricette realizzate con ingredienti scadenti. Come si forma l'opinione ? In questo magma di notizie piatte, immagini atroci, pareri autorevoli, forse mantengono una propria e autentica forza solo l'ideologia e il luogo comune.

12 commenti:

  1. Che ti stupisci a fare? In Italia, l'opinione è di gran lunga più importante dei fatti.

    RispondiElimina
  2. non mi stupisco - non c'è più possibilità di stupirsi se non per procura, amnesia o con l'aiuto di apposite sostanze estetiche (o estatiche). E gli effetti non sono garantiti né duraturi.

    RispondiElimina
  3. Forse sarebbe il caso di aggiungere, in esergo al post, la celebre battuta dello zombi Yorick in Per fortuna che c'è Riccardo: "Un'opinione, un'opinione, il mio regno per un'opinione!".

    RispondiElimina
  4. Mi chiedo tutti i giorni :

    esiste la possibilità di una esatta presa di coscienza? Come nelle "giuste distanze", quelle che ti permettono di mantenerti lucida e quindi di poter agire senza farsi prendere dall'angoscia. Quel sentimento forte di ansia e apprensione che ti blocca.

    RispondiElimina
  5. mi son dimenticata la firma... che sto con l'altro pc...

    Yaga Baba

    RispondiElimina
  6. Io invece, ogni mattina, quando mi sveglio chiedo: "Datemi i miei ray-ban!". Manco fossi Pessoa.

    RispondiElimina
  7. e poi dici:



    La morte è la curva della strada,

    MORIRE E' SOLO NON ESSERE VISTO.

    Se ascolto, sento i tuoi passi

    esistere come io esisto.



    La terra è fatta di cielo.

    Non ha nido la menzogna.

    Mai nessuno s’è smarrito.

    Tutto è verità e passaggio

    (Pessoa).



    Y.Baba.

    RispondiElimina
  8. Mica ce lo sapevo che Pessoa faceva l'autostoppista. Comunque a casa mia passaggio si dice strappo. Poi c'è anche il passaggio delle consegne, ma lì si rischia lo strappo istituzionale.

    RispondiElimina
  9. Come è noto, Pessoa aveva molti eteronimi.

    RispondiElimina
  10. Già, si "replicava". Nella blogosfera avrebbe fatto furore.

    RispondiElimina
  11. Tornando in topic: Mi sembra che qualcuno di cui vorrei dimenticare il nome abbia letto che "In questo caso poi l'uscita della A. è addirittura il doppio di quella in cui si esibì Berlusconi durante la sua intervista, è una scena annunziata."

    Mentre sempre oggi i titolisti di "Repubblica" ci hanno soffiato questa battuta questa battuta di Scroto (clicca sul post relativo, terzo commento).

    Forse nella colonna di sinistra dovremmo aggiungere la seguente avvertenza:

    "Questo blog non rappresenta

    una testata giornalistica. Non può pertanto considerarsi

    un prodotto editoriale

    ai sensi della legge n°62 del 7.03.2001. Ma se le testate giornalistiche volessero aspirarsi le nostre seghe, sono pregate di versare nel nostro contocorrente la somma equivalente a un pompelmo e panino, seguendo l'andamento dei prezzi in corso presso la Salaria."

    RispondiElimina
  12. Tanto per buttarla in vacca, io mi appellerei all'Articolo 12.

    RispondiElimina