lunedì 26 gennaio 2009

Il ferroviere

Anche un paesaggio tranquillo; anche una prateria con voli di corvo, messi e fuochi d’erba; anche una strada su cui passano automobili, contadini, coppie; anche un villaggio di vacanze con una fiera e un campanile possono portare a un campo di concentramento.

Voce narrante (Michel Bouquet) all’inizio di Notte e nebbia (Alain Resnais, 1955).







14 commenti:

  1. "Ed infine, si sa che sono qui di passaggio, e fra qualche settimana non ne rimarrà che un pugno di cenere in qualche campo non lontano, e su un registro un numero di matricola spuntato. Benché inglobati e trascinati senza reliquie dalla folla innumerevole dei loro consimili essi soffrono e si trascinano in una opaca e intima solitudine, e in solitudine muoiono e scompaiono, senza lasciar traccia nella memoria di nessuno".



    Primo Levi, "Se questo è un uomo", Einaudi, 1976



    (bianca)

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  2. guarda, sono giusto di ritorno da una conferenza + dibattito sul libro di Didi-Huberman "Immagini malgrado tutto". Molto interessante, ma il relatore (uno storico ebreo) era un sostenitore (anche se non banale) della "non rappresentabilità" della Shoah, quindi agli antipodi di D-H. Il concetto "non si può rappresentare" adesso mi è molto più chiaro: va letto "tu non rappresenterai la Shoah". Specie se sei un gentile.

    Questa idea che si tratti di qualcosa di cui può parlare sensatamente solo il popolo ebraico (e senza immagini, anzi arrivando a teorizzarne la distruzione, come fa un cineasta francese) la trovo incomprensibile. E sempre più quanto più passa il tempo e cresce la distanza dai fatti.

    Detto questo, penso - in casuale accordo col relatore - che la giornata della memoria sia, nei fatti, uno stracco rituale. Lui si è rifiutato di partecipare a una commemorazione insieme a un politico di AN, e qui siamo in totale accordo.

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  3. Sono assolutamente d'accordo con te. Mi piacerebbe conoscere il nome del cineasta francese cui accenni. Potrebbe essere lo stesso che ha girato le immagini di questo post, e il film più importante sulla questione. Fosse lui, avrebbe detto una grossa fesseria: e non sarebbe la sua prima.

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  4. no, è Claude Lanzmann, di cui non ho visto nulla. Mi piacerebbe tornare sugli argomenti (molti e complessi) che il relatore ha messo sul tavolo, ma non credo che ne avrò il tempo. Però ci sono - non so come dire - certe "inversioni" che, pur rispettando il dramma del popolo ebraico, non riesco ad assimilare. Ad esempio, il relatore ha esaltato come estrema e più pura forma di resistenza per un ebreo il suicidio di molti prigionieri dei lager (Treblinka, in particolare).

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  5. Anch'io sono abbastanza d'accordo con Dust. Con una riserva. Per il monito non basta un giorno, è chiaro, ma questo della Memoria teniamocelo stretto, oggi più che mai: è pur sempre scagliato contro il nulla e l'oblio, e dove invece si lavora diventa una giornata di sintesi. Penso a molte e diverse scuole, a quanto può incidere sulle coscienze anche la visione collettiva di un film, l’opportunità di vedere una mostra, di seguire un’attività informativa.

    Il mio senso del pudore mi impedisce invece di scrivere papale papale che mi sembra di comprendere il suicidio “resistenziale” a cui accenna Dust. Preferisco riproporre un pugno di parole di Primo Levi:

    «Quest'anno è passato presto. L'anno scorso a quest'ora io ero un uomo LIBERO: fuori legge ma LIBERO, avevo un nome e una famiglia, possedevo una mente avida e inquieta e un corpo agile e sano. Pensavo a molte lontanissime cose: al mio lavoro, alla fine della guerra, al bene e al male, alla natura delle cose e le leggi che la governavano, e inoltre alle montagne, a cantare, all'amore, alla musica, alla poesia. Avevo una enorme, radicata, sciocca fiducia nella benevolenza del destino, e uccidere e morire mi parevano cose estranee e letterarie. I miei giorni erano lieti e tristi, ma tutti li rimpiangevo, tutti erano densi e positivi; l'avvenire mi stava davanti come una grande ricchezza. Della mia vita di allora non mi resta oggi che quanto basta per soffrire la fame e il freddo; non sono più abbastanza vivo per sapermi sopprimere».

    (Primo Levi, Se questo è un uomo, Giulio Einaudi Editore, 1976 [dall'appendice all'edizione scolastica]).



    Bianca

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  6. Dust ma allora sei andato?

    Mannaggia, io ci volevo andà!

    ma ieri sera ho avuto un attacco di la fobia sociale!



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  7. Però a questo punto vorrei vedere la cosa anche da un altro punto di vista. Sapete come la penso, per me le guerre e in particolare la Shoah sono "non rappresentabili" a causa dei limiti del mezzo, la fotografia per esempio.

    però ho riflettuto anche sulle possibilità del mezzo fotografico.

    E' vero che la fotografia ha i suoi limiti, ma credo anche che sia come una sorta di scienza, un po' come accade in chimica , se fotografi un momento drammatico e sei molto fortunato, un po' come nelle grandi scoperte scentifiche , e scatti una foto con tutti gli "ingredienti" giusti, è possibile che ti sia fatalmete avvicinato al dramma in atto rispettando la dignità dell'uomo che vive la tragedia di tale evento, ma credo sia molto molto difficile.

    Però se penso che ognuno di noi percepisce la stessa immagine in modi totalmente diversi , in quanto tutto quello che percepiamo è sempre filtrato dalla nostra coscienza, che si è formata subendo l'influenza di un infinità di fattori... ritorno alla mia ipotesi iniziale.

    Insomma, il discorso è davvero complesso.

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  8. il punto è un altro. L'espressione "Non rappresentabile" - nel caso in questione - non rimanda al rapporto tra orrore e mezzo di rappresentazione, ma direttamente a Mosé e al vitello d'oro, al divieto di rappresentare la divinità e lo stesso uomo, che a immagine di Dio è stato creato. Il relatore ha dichiarato apertamente che la sua posizione era basata su questo "interdetto" biblico e la polemica di cui Didi-Huberman parla nel libro è in parte centrata su questo. DH (ebreo) è stato quasi accusato (da altri ebrei) di essere un convertito come San Paolo.

    La stessa grandezza del gesto suicida come espressione di "resistenza" è stata motivata in riferimento alla religione (in un accenno che non ho ben capito)

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  9. A me 'sto relatore iconocazzo mi sarebbe proprio cacato, se mi è permesso di buttarla sulla metafica e l'epischellettologia. E se avessi stato presente, morto e minerale, glielo sarei detto cupo e quadrato.

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  10. vedo che anche voi avete giudizi discordanti sul personaggio.

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  11. bellissimo link, wrestler, complimenti. La somma dei due giudizi collima con l'impressione contraddittoria che ho avuto io. Tra l'altro, nel dibattito, ho fatto una domanda che non gli è piaciuta (parlando in pubblico mi esprimo in modo anche più confuso che scrivendo, va detto) e l'ha presa per un attacco personale, incazzandosi pure

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  12. Bè l'università è piena di gente infantile, uno si aspetta che dietro tanta cultura si nasconda chissà quanta umanità... purtroppo non essendo mai usciti dal contesto universitario si son bloccati alla fase adolescenziale.

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  13. ah si'? non mi dire, non mi.

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  14. ovviamente ci sono le eccezioni.

    ^-^'

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