Cari GOD,
mi chiamo Bustamante e sono devoto dei Circoli del Buongoverno del Senatore Dell'Utri.
Ma non bruciamo le tappe, come disse Torquemada a Luciana Littizzetto.
Io qui vi voglio parlare di Gesù e di mio padre.
E' stato certamente il più grande portiere della storia della Metalltubi: una volta aveva visto Jascin dal vivo, e da allora volava sulla palla d'istinto, respingeva a pugni chiusi o bloccava (ma un vero portiere blocca sempre, diceva), e soprattutto usciva: quello che oggi i portieri non fanno più.
Ma non è che parava e basta, lui bucava la quarta parete del campo da calcio e le signore gridavano cornuto (e anche finocchio) a chi osava segnargli un gol, anche se si trattava del loro marito o figlio.
I campionati nella Bassa erano sempre un discorso a due, tra la Metalltubi e la Superghisa. C'erano anche la Ediltorba, di cui si parlerà in seguito, e l'Arsenale, di cui anche si parlerà in seguito, ma poco. Si parlerà di più della Ediltorba, perché quello che successe è che poi la Ediltorba fece un'offerta a mio padre: diventare ingegnere capo. L'ingegnere capo della Metalltubi, il famigerato Musumanno, non volle saperne da farsi da parte, e così la Metalltubi perse in un colpo solo l'aiuto ingegnere e il portiere: soprattutto il portiere.
Non mancò chi disse che la Metalltubi aveva i giorni contati. E non parlava dei profitti, che non interessavano a nessuno. Notoriamente le imprese assumevano e licenziavano esibendo un rigido disprezzo di ogni criterio aziendale, impegnate com'erano a potenziare la squadra. Fu così che imbecilli conclamati finirono nella logistica e nel ramo commerciale, ma il punto più alto si raggiunse con Gesù (e qualcuno insiste che lo chiamavano Gesù proprio perché fu il punto più alto).
mi chiamo Bustamante e sono devoto dei Circoli del Buongoverno del Senatore Dell'Utri.
Ma non bruciamo le tappe, come disse Torquemada a Luciana Littizzetto.
Io qui vi voglio parlare di Gesù e di mio padre.
Mio padre era l'aiuto ingegnere capo della Metalltubi. Ma quelli che si ricordano di lui, a parte quelli che lo vedono ogni giorno, si ricordano del portiere della Metalltubi.
E' stato certamente il più grande portiere della storia della Metalltubi: una volta aveva visto Jascin dal vivo, e da allora volava sulla palla d'istinto, respingeva a pugni chiusi o bloccava (ma un vero portiere blocca sempre, diceva), e soprattutto usciva: quello che oggi i portieri non fanno più.
Ma non è che parava e basta, lui bucava la quarta parete del campo da calcio e le signore gridavano cornuto (e anche finocchio) a chi osava segnargli un gol, anche se si trattava del loro marito o figlio.
I campionati nella Bassa erano sempre un discorso a due, tra la Metalltubi e la Superghisa. C'erano anche la Ediltorba, di cui si parlerà in seguito, e l'Arsenale, di cui anche si parlerà in seguito, ma poco. Si parlerà di più della Ediltorba, perché quello che successe è che poi la Ediltorba fece un'offerta a mio padre: diventare ingegnere capo. L'ingegnere capo della Metalltubi, il famigerato Musumanno, non volle saperne da farsi da parte, e così la Metalltubi perse in un colpo solo l'aiuto ingegnere e il portiere: soprattutto il portiere.
Non mancò chi disse che la Metalltubi aveva i giorni contati. E non parlava dei profitti, che non interessavano a nessuno. Notoriamente le imprese assumevano e licenziavano esibendo un rigido disprezzo di ogni criterio aziendale, impegnate com'erano a potenziare la squadra. Fu così che imbecilli conclamati finirono nella logistica e nel ramo commerciale, ma il punto più alto si raggiunse con Gesù (e qualcuno insiste che lo chiamavano Gesù proprio perché fu il punto più alto).
Prima di andare avanti con la storia conviene che qui sottolinei l'inadeguatezza dell'Arsenale e quindi il suo confinamento a squadra materasso: essendo struttura statale, per le assunzioni l'Arsenale era tenuto a seguire una trafila dinosaurica. I famosi Stazzeguti, Pastrengo, Policravicik, e altri meno famosi, intrapresero il girone dei concorsi pubblici da valenti centravanti, o anche mediani di spinta, per uscirne quarantenni panzuti, bolsi, bipolari, e in qualche caso palesemente vigliacchi.
Ma torniamo a Gesù. Gesù era un mezzo balordo di Albaredo Pastrago, ipocondriaco e narcolettico: ma se nell'area di rigore vedevi un fulmine globulare allora era lui, che spesso si trascinava dietro un difensore (o due) fin dentro la porta: e insieme a loro la palla. Era imbattibile negli spazi angusti, ma un po' dispersivo nel disegno generale (e per questo, secondo alcuni, lo chiamavano Gesù): molto Paolo Rossi, poco Platini.
Una volta entrò nell'area che nemmeno si vedeva il pallone. Gli roteava intorno ma così veloce che formava un alone luminoso, o aureola (e non pochi spiegarono con questo fatto l'occorrenza del suo nome, Gesù). Quella volta nessuno lo fermò e lui depositò l'aureola nella porta avversaria, la quale aureola, manco a dirlo, una volta depositata ritrovò la sua essenza di palla.
Solo il commendator Carnevalutti Cacciacarne Hopkins, parente del noto grammatico, era dotato della spericolatezza aziendale, secondo alcuni del catafottismo radicale, necessaria per assumere Gesù in qualità di aiuto ingegnere capo della Ediltorba, ossia, l'aiuto di mio padre. E se sei giorni su sette mio padre giungeva a rimpiangere Musumanno, e a casa le cene e i dopocena si riempiavano di considerazioni che, estrapolate dal contesto, sarebbero suonate come bestemmie da fare inginocchiare un quattordicenne che gioca al gabbio nel porto di Livorno con un suo cugino di Cadoneghe venuto giù già incazzato, la domenica la stella di Gesù brillava come sulla capanna natìa (e vai con quelli che dicevano che era per questo che si chiamava Gesù) e a casa sembrava di essere in un film di Rutelli.
Inutile dire che la Ediltorba dominò il campionato e che le sue vendite crollarono nell'indifferenza generale, anche del commendatore Carnelutti Cacciacarne Hopkins e del cugino grammatico, e persino di Musumanno, tranne le volte in cui fu inseguito dai parenti dei dipendenti della Metalltubi e raggiunto da alcuni pezzi di ricambio preventivamente lastricati di sterco, materiale di cui la bassa abbonda, o almeno abbondava.
La storia di Gesù termina tragicamente (e per questo in famiglia si ritiene si chiami Gesù) e l'ombra del complotto aleggia su quella fine di cui nessuno parla (al contrario di quanto accadde per l'altro Gesù, mandanti ed esecutori della fine del quale sono noti e sputtanati). Secondo alcuni fu Musumanno, secondo altri la catafottaggine del commendatore, ma è certo che complotto fu e non ne furono estranee le allora FS. E so cosa dico.
Gesù quella mattina prese il treno ad Albaredo Pastrago, e i testimoni ricordano l'umido della sua fiatella che gli formava intorno come un'aureola (v. sopra). Altri raccontano che salito sul treno dormì, e fin qui niente di strano, era narcolettico o no? Mio padre racconta che come tutti i giorni lo aspettava alla stazione per accompagnarlo in fabbrica, altrimenti chissà quello dove sarebbe andato. Ma a un certo punto sul pannello della stazione in corrispondenza del treno di Gesù comparve una scritta mai vista prima, forse inventata e aggiunta su apposito cartellino rotante tipico delle stazioni quella notte stessa: soppresso.
"Soppresso un paio di cazzi", puntualizza ancora oggi l'ex ingegnere capo della Ediltorba, che io chiamo babbo. "Quando sopprimi un treno, cosa succede ai passeggeri?" La domanda è ancora attuale oggi che nella bassa si sopprimono treni come fossero iracheni. E qui c'è il primo colpo di scena. Ma lasciamo la parola al babbo: "Il bello è che non c'erano passeggeri. Quelli che avevano visto Gesù alla stazione, chi passava di lì per caso, chi per necessità, ma nessuno doveva prendere quel treno". "E quello che vide Gesù dormire?" "Lui scese a Verdurago Pallerano".
E qui arriva il secondo colpo di scena: "Fermata mai esistita, a consultare gli orari ufficiali, tranne quel giorno". "Peggio: paese mai identificato. Si trova in una zona dove la nebbia è tale che nessuno può essere certo che ci sia veramente un paese". "E Gesù?" "Non si seppe mai più nulla di lui, e neppure del treno. In ditta ogni tanto giungevano voci che si fosse perso in qualche scambio montato male, che fosse entrato in un mondo di sotto, dove tutto era rovesciato". "Un Universo parallelo?" "No, anche questa è la cosa strana: si parlava di un mondo visto allo specchio, ma non uno specchio normale, uno specchio che scambia anche sopra e sotto, dentro e fuori..."
E qui arriva il secondo colpo di scena: "Fermata mai esistita, a consultare gli orari ufficiali, tranne quel giorno". "Peggio: paese mai identificato. Si trova in una zona dove la nebbia è tale che nessuno può essere certo che ci sia veramente un paese". "E Gesù?" "Non si seppe mai più nulla di lui, e neppure del treno. In ditta ogni tanto giungevano voci che si fosse perso in qualche scambio montato male, che fosse entrato in un mondo di sotto, dove tutto era rovesciato". "Un Universo parallelo?" "No, anche questa è la cosa strana: si parlava di un mondo visto allo specchio, ma non uno specchio normale, uno specchio che scambia anche sopra e sotto, dentro e fuori..."
Ecco, cari GOD. Siamo arrivati al punto. Io, figlio dell'ingegnere capo della Metalltubi, devoto dei gruppi giovanili del senatore Dell'Utri, ho preso quel treno, come se niente fosse, la notte scorsa. Gesù non dormiva affatto, perché oltre lo scambio sbagliato tutto era scambiato. Ci siamo riconosciuti subito, abbracciati, quanto sei cresciuto, tu sempre uguale, con quella fiatella. Dobbiamo festeggiare, in tutti questi anni sul treno mi sono messo a fare della musica, senti qua. Ed ecco Gesù, che estrae una chitarra costruita con i lacerti dei sedili, delle tendine, la cassa armonica con la tazza del cesso, e canta.
All'inizio non riconosco la canzone. E' roba forte, swing che stende, roba appunto da festa. Ma a un certo punto arriva quel verso: "ai parenti coi regali". Ebbene sì, cari GOD, da quel treno soppresso dove tutto è scambiato, Gesù vi guarda e vi segue. Vi ama? Non credo. Ma, meglio, molto meglio, lui sa, conosce, anzi suona l'uomo sessuale.
Ora c'è un'aporia in questo racconto che volge alla sua fine naturale. L'emozione ha fatto sì che dalla mia mente si cancellasse il verso successivo a quel "ai parenti coi regali", o meglio, si defocalizzasse in una fioritura di possibilità, come all'ingresso di un universo parallelo, come in una biforcazione cosmica.
Le possibilità invero sono:
a. Guardo crescere le ali.
b. Dò dei ladri e dei maiali.
c. Gli scorreggio sui guanciali.
d. Tappo gli orifizi anali.
e. Mostro doti naturali.
Sono certo che una di esse sia corretta, ma solo una. Ma quale? Aiutatemi e io vi racconterò ancora di Gesù.
Vostrerrimo,
Bustamante
Non si capisce niente. Cosa vuol dire?
RispondiEliminaxod
Caro xod, si vede che non hai mai mangiato le mastacciuole e non conosci il paese che produce questo tipico dolce che è tra i più duri del mondo e anche l'unico - a mia conoscenza - che può prendere mille forme che vanno dalla Madonna con Bambino all'Asso di Bastoni.
RispondiEliminaIo ho mangiato spesso quei dolci (nelle forme più canoniche e conformi al rito Cattolico Romano) e dunque so di cosa sto parlando: è certamente la b.
Caro Bustamante, peccato che tu appartenga a questi circoli: è l'unica cosa che mi trattiene dall'aggiungerti su fb.
Mmmmm... che buoni, e che belli! Non ci ho capito niente lo stesso, però. Vabbièn, chissène.
RispondiEliminaXod, forse hai bisogno di ripassarti il catechismo.
RispondiEliminaArkulari, da noi si chiamano i "mustazzola" sono duri come sassi (solo io riesco a magnarli che c'ho i denti da cannibale). Un giorno in Sicilia andammo da signora Rusina che ci offrì i mustazzola, ma il mio ragazzo non riuscì a magnarli così mentre la signora rusina era distratta ne mise uno tutto morsicato in tasca.
RispondiEliminaPer questo son sicura che la risposta definitiva è la d.
...ogni volta che sto per decidere che il tempo stanziato per g.o.d. è tempo perso spunta un post così. c'avete un algoritmo segreto come brin&page?
RispondiEliminaSecondo me significa che non sempre le cose appaiono come sono.
RispondiEliminaPer il verso voto a.
muv
Forse potete chiedere lucidazioni sul mistero al nuovo capotreno:
RispondiEliminahttp://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/cronaca/2009/24-marzo-2009/firenze-bologna-mezz-ora-premier-fa-capotreno--1501115392208.shtml
Grazie per averci regalato un frammento di quegli anni meravigliosi, quando anche il Senatore Dell'Utri svolgeva un egregio lavoro di organizzatore sportivo alla Bacigalupo Calcio, a diretto contatto con personaggi che poi avrebbero fatto la storia e con un eroe.
RispondiEliminaguj
In un mondo dell'avere la risposta è senza dubbio (c). Ma anche (TM) o (R).
RispondiEliminaDicono le sacre scritture: «Se avesse una punta di tette, farebbe pure l'annunciatrice».
RispondiEliminaIl Vangelo secondo Indro. O Indromassaggio. Qualche GOD e' come il cotone, Indrofilo.
RispondiEliminaScroto
O Enzofilo? (Gnu-rant!)
RispondiEliminatrattandosi di gesu'
RispondiEliminala risposta e' necessariamente la e)
tano
RispondiEliminaÈ interessante notare che questo blog è eccellente, molto buono. Amo le biciclette e motocicli, perché non posso sentire l'aria rosando mia pelle. Mi sembra di volare dove bicibleta o guidare una moto. Mi piace la sensazione.
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