
Non è vero che le macchine siano brutte in se stesse. Esse saranno belle, bellissime se l'architetto che ne immaginerà la linea s'ispirerà agli stessi criteri di armonia cui ubbidisce un architetto di genio nel disegnare il progetto di una chiesa. Così, a forza di pretendere rigore e armonia funzionali dai suoi disegnatori, egli è riuscito a costruire una macchina per scrivere, la Lexicon 80, che ora è esposta nel Museo d'Arte Moderna di New York, come uno dei prodotti significativi della civiltà industriale di oggi.
Sandro De Feo, L'uomo che cerca l'anima della macchina, "L'Europeo", VIII, 24 (346), 7 giugno 1952, p. 20.
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