(Quanto segue costituisce la Prima candidatura GOD al Premio Sega, indetto qui.)
Sergio uscì da casa convinto che fosse giovedì 16 ottobre. Non che l' idea della data fosse il suo pensiero dominante. Era solo una scontata certezza alla quale non pensava, era come respirare. Non pensava a respirare, ma respirava. Del resto aveva sentito le notizie del telegiornale, quelle del 16 ottobre, le previsioni del tempo del 16 ottobre. Si fermò all' edicola per comprare il solito quotidiano, ma gli bastò un' occhiata alla prima pagina per fargli dire all' edicolante : " Mi ha dato quello di ieri". " No", impossibile, tutti quelli di ieri li abbiamo restituiti...faccia vedere comunque...sì, sì, è il giornale di oggi". " Ma è il giornale del 15 ottobre!" ribattè Sergio. " E scusi, di quando dovrebbe essere?" rispose l' edicolante un po' perplesso. Sergio non replicò, ma tornò di tutta fretta a casa. Accese la televisione e si sintonizzò su un notiziario. Era proprio il 15 ottobre. Stava impazzendo, o il tempo era tornato indietro di un giorno? E se così era, sarebbe stato in grado di modificare la sua giornata del 15 ottobre, quella già vissuta? Il 15 ottobre aveva fatto una terribile litigata con Claudia, perché era arrivato con quasi un' ora di ritardo all' appuntamento. Lei lo aveva mandato a quel paese in maniera definitiva. Ora, in quel nuovo 15 ottobre aveva ancora un appuntamento? Pensò di sì, e si disse che stavolta sarebbe arrivato addirittura in anticipo.
Infatti erano appena passate le otto e mezza, e Claudia lo aspettava ieri cioè oggi alle dieci, nel monolocale subaffittato. A quell'ora il marito era in ufficio e per loro si apriva una finestra di appena due ore. Giusto il tempo di stropicciare le lenzuola: poi lei doveva (dovrà?) "ricomporsi un volto", come diceva, e andare a pranzare con il suddetto cabrón. A piedi bastava appena mezz'ora, e nell'aria frizzante si era alzato un bel sole, tale e quale come ieri: che infatti era di nuovo oggi. Tetti, case, passanti, tutto era perfettamente a fuoco, come in un dipinto iperrealista.
Sergio infilò le orecchiette dell'ipod e fece rotolare la lista fino al didascalico "Yesterday". La rivoluzione non è un pranzo di gala e la vita non è un film, ma quando ci si trova dentro un flash-back, che almeno la colonna sonora sia quella giusta, no? E si avviò verso la camera degli amanti.
L'appartamento era vuoto, naturalmente. Aveva ancora un'ora buona. Si avvicinò al fornelletto per prepararsi un caffè. Poi si ricordò che proprio ieri, durante la scena madre di Claudia, per riempire il vuoto delle strilla si era fatto l'ultima tazzina: restava appena caffè a sufficienza per la moka da uno, e domani andava ricomprato. Ma già, un domani non ci sarebbe stato: quella era l'ultima volta, aveva detto Claudia. Un domani. Oggi. Cioè ieri. Aprì il barattolo di caffè. Restava appena caffè a sufficienza per la moka da uno.
Con la tazzina calda in mano, accese la radio. Il notiziario delle nove era appena iniziato. Ovviamente, le notizie le conosceva già. Non più novità, già un'abitudine.
Ma queste sapevano di rancido. Qualcosa stonava. E quando il notiziario passò alla politica interna, la tazza gli cadde dalla mano. La vide precipitare, come al rallentatore. Tutto era perfettamente a fuoco: la tazza cadde sulla scarpa di Sergio, non rompendosi, rimbalzò pigramente e quindi ricadde dall'altezza di due centimetri circa. E stavolta si frantumò in mille pezzi.
"Domani mercoledì 15 ottobre, il Consiglio dei Ministri si riunirà in seduta straordinaria per concordare le nuove misure da adottare relativamente alla crisi finanziaria."
Domani, mercoledì 15 ottobre.
Era arrivato in anticipo, in effetti. Ma non di un'ora. Di un giorno. Claudia sarebbe venuta domani, non oggi. Oggi, era ormai (o ancora? o di nuovo?) martedì 14 ottobre.
Sei sicuramente il lizza per il Premio Sega, quello riservato ai God. Ottimo finale zombi. Ma c'è qualcosa che spiega questo andare indietro del tempo? Un altro finale potrebbe essere questo : in attesa di vedere Claudia, Sergio si accorge di avere la pila dell' orologio scarica. Va dall' orologiaio e questi gli cambia la pila, ma nel commiato fa una strana osservazione : " Non avevo mai sentito un orologio che fa tac tic". L' orologio di Sergio inverte i battiti. Lui non se ne accorge, ma il tempo effettivamente torna indietro. Ad un certo punto, in un certo modo, lui ricorda le parole dell' orologiaio e cerca di sfilarsi l' orologio. Ma non ci riesce, l' orologio è diventato una parte del suo polso.
RispondiEliminaCommento : Buzzatiano
Bella davvero l'idea dell'orologio che fa "tac tic". Credo che l'immagine delle lancette dell'orologio che vanno in senso antiorario si trovi negli incubi di Sjöstrom nel "Posto delle fragole", ma forse la funesgod mi gioca brutti scherzi, e comunque è un'immagine che deve trovarsi in un centinaio minimo di film.
RispondiEliminaA Buzzati non avevo pensato (mentre invece avevo pensato a "Ricomincio da capo" e a un libro di cui dirò dopo): non lo leggo né ci penso da anni. Ma ora che lo nomini, l'accostamento (si licet, e dato che non licet...) direi che è abbastanza chiaro, in effetti.
Quindi, se il raccontino è buzzatiano, lo sviluppo rischierebbe di dover fare i conti con un libro di Martin Amis, meno noto di altri dello stesso autore. Si chiama "La freccia del tempo" e racconta la vita di un uomo dalla morte alla nascita. Solo che lì tutto è coerente (tranne l'uso della lingua, altrimenti sarebbe illeggibile). Le conseguenze precedono sistematicamente le cause. Per dirla con un esempio (tratto dal libro stesso), l'uomo ingerisce escrementi dall'ano e poi vomita cibo dalla bocca.
A costo di apparire oscuro (ma spero anche di incuriosire), vi dirò che secondo me quel libro costituisce una delle più serie riflessioni in termini narrativi di quello strano e al contempo normale fenomeno passato alla Storia col nome di "nazismo".
Bella l'idea. Variazioni sul giorno della marmotta. Posso suggerire un altro pezzo per l'i-pod del protagonista? Our life is not a movie or maybe, degli Okkervil River
RispondiEliminahttp://www.seeqpod.com/search/?plid=71363a4e97
Bogenschué, ormai il tastoscritto è depositato e le modifiche vietate. Sarei squalificato, e il Premio Sega finirebbe sui calzoni di qualcun altro. Ci tengo, alle macchie sul mio onore.
RispondiEliminaApprofitto e rispondo a una domanda di Gaff lasciata inevasa, ossia: "c'è qualcosa che spiega questo andare indietro del tempo?". Lo sai che il fatto che venga spiegato (sia pur discretamente) per me rappresenta l'unico cedimento nella sceneggiatura di "Ricomincio da capo"?