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Sintesi della puntata di ieri di Annozero: un gruppo di precarie, non più giovani, addette al call center dell’ospedale di Legnano, città simbolo dell'iconografia leghista, vengono lasciate a casa in blocco per colpa del decreto taglia-precari di Brunetta. Per loro però non ci sarà nemmeno il miraggio di un concorso pubblico per essere assunte, dato che il lavoro che hanno svolto per anni verrà dato in appalto dal loro ospedale, come da quelli di tutta la Lombardia, ad una società a capitale misto partecipata dalla Regione chiamata Lombardia-Call.

Chiaramente, con un nome del genere, ci si aspetta che la società si trovi a Milano, Bergamo, Voghera..., invece sta a Paternò in Sicilia.

In questa cittadina, che ha dato i natali a Nino La Russa, già deputato missino e padre di Ignazio, cui è intitolata anche una piazza, il call-center della Lombardia dà lavoro a quasi seicento persone, anche loro tutti precari, tutti sottopagati e nemmeno per loro ci sarà mai un’assunzione o un concorso (l’azienda essendo in parte a capitale privato, non rientra nella pubblica amministrazione), la solita guerra fra poveri insomma, ma a differenza delle ex-colleghe legnanesi, il loro è un “precariato garantito”, garantito dal sindaco del paese (di AN, ma che ve lo dico a fare), titolare dell’ufficioso ufficio del personale del Lombardia-call, e continuerà ad essere garantito fino a quando il precario voterà nel modo giusto, parteciperà con entusiasmo ad ogni comizio del politico giusto e soprattutto non romperà i coglioni.

Nel frattempo l’ospedale di Legnano da cui si è partiti, che oggi opera in una struttura adeguata e funzionale, verrà trasferito in una nuova sede costruita in mezzo al nulla, costata duecento milioni e con trecento posti letto in meno. La costruzione è stata appaltata alla Techint, società che è diretta emanazione della Compagnia delle Opere, ma questa è un’altra storia.

Gran bel pezzo di giornalismo quello di Annozero, gran bel Paese (del cazzo) quello in cui viviamo