lunedì 16 giugno 2008

Incidenti sul non-lavoro

Come avrete notato, da qualche tempo l'incidente sul lavoro è molto trendy. La stampa, sempre attenta a cogliere per tempo i fenomeni emergenti, ha iniziato a dare ampio spazio a questo originale fenomeno che sta letteralmente spopolando un po' ovunque in Italia.

Inizialmente appannaggio dei lavoratori manuali, veri virtuosi del genere, e sviluppatosi su solide strumentazioni metal-concrete, inizia ora a farsi largo anche tra i colletti bianchi grazie all'opera di audaci contaminatori dai nomi fantasiosi.

Abbiamo ad esempio FiliniRag., che lavora principalmente con il cibo. Teatro delle sue impressionanti performance è la sala mensa, in cui ha esordito timidamente strozzandosi con risotti e ossa di pollo, per sperimentare in seguito nuovi materiali come caffè bollente e brioches avariate e raggiungere la piena maturità espressiva in "Coma glicemico da quintupla porzione di panna cotta Bindi"

Gli strumenti del lavoro quotidiano sono invece il mezzo espressivo prescelto da Moneypenny. Dopo l'ancora acerba "Graffettatura di due dita" ci ha proposto la dinamica quasi aeropittorica di "Sedia che perde le rotelle in prossimità delle scale" e la cupa visione di "Colpita in testa dai classificatori con bordo in metallo volati dallo scaffale più alto"

Non esitiamo a definire geniale "200 myselves", ultimo lavoro di 7r4v37, dedicato a Frank Zappa. L'artista si acceca fotocopiandosi 200 volte il viso premuto sulla lastra, gli occhi tenuti spalancati da appositi stecchini.

Il provocatorio 1/2manika si chiude i genitali tra gli anelli metallici di un classificatore, li rifila con la taglierina e quindi li rilega a caldo, mentre 1bertoD, nella sua performance estrema (ispirata a Kitano), si infila due biro nelle narici e le fa arrivare al cervello con un unico e secco colpo della mano.

Terminiamo questa - forzatamente - incompleta panoramica ricordando Clerksteria, con i suoi "uffici preparati" in cui la moquette, imbevuta di benzina, è interamente ricoperta di centinaia di folder sbagliati dalla tipografia fatti maniacalmente a pezzetti. L'artista si siede alla scrivania e "attiva" l'ambiente lanciandovi uno Zippo acceso.



Un po' tutti dichiarano di ispirarsi alla celebre e seminale performance collettiva dei colleghi newyorchesi, in cui - forse ricorderete - furono utilizzati addirittura due aerei. "Altri budget..", sospira qualcuno, mentre c'è chi parla polemicamente del "solito provincialismo italiano".



Superfluo aggiungere "don't try this at home": sarebbero considerati banali incidenti domestici

1 commento:

  1. Scusate, ma anche noi, modestamente, siamo in grado di realizzare blockbuster, altro che provincialismo, perché sempre sminuirci?



    In Paura nella città dei morti viventi di Lucio Fulci si vede una donna vomitare sangue, poi le viscere, infine la totalità dell’intestino. Per questa scena è stato necessario un trucco. Da un lato c’è un’attrice che sputa sangue e pezzi di carne. Dall’altro c’è una bocca artificiale, ripresa in dettaglio, nel momento in cui vengono espulsi i metri di trippa. Lo diciamo per rassicurarvi e per spiegarvi alcuni “trucchi del mestiere” (come si dice nel gergo pittoresco degli artisti) davanti ai quali, senza di noi, rimarreste a bocca aperta, e perplessi.

    Jean-Patrick Manchette, Les Yeux de la momie.



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