venerdì 17 aprile 2009

Chiste

Insieme a te non cisto più.

On. Min. A. Fruzzetti

in "Questo soffritto viola

no non esiste più"


Ed. Revisionismo canoro.




Berlusconi. Ma come è possibile?

Ho perso il conto delle lingue in cui negli ultimi quindici anni mi è stata rivolta questa domanda: una domanda a cui non ho mai saputo rispondere. Ecco, doveva succedere anche in Ammerica, ora che non te la puoi più cavare con la foto di Bush che guarda concentrato in un binocolo tappato. Perché Bush non esiste più.



Berlusconi. Ma come è possibile?

Non lo so, spesso non c'ero, e se c'ero, comunque, non lo sapevo. La butto sugli anni 70, su capitali da investire nell'edilizia, su un allevamento equino in cui c'erano tanti cavalli quanti stallieri, su un politico che decideva a percentuale fissa, su signori incappucciati ma non del kkk, sulla proprietà dell'informazione da scalare, su sentenze scritte sul braccio destro, su sentenze scritte sul braccio sinistro. L'argomento è interessante per il mio interlocutore, ma penso che non sia traducibile in italiano, perché soffre di una mancanza irredimibile: è un argomento razionale. E se tutto ciò che è reale è razionale, tutto ciò che è razionale è démodé. E l'Italia, sia detto in anteprima, è il paese della moda.



Allora rifletto, e quando rifletto mi tocco un orecchio. Lo faccio esattamente da ventitré anni, ma la spiegazione del perché richiede che si cambi pagina e che intimi ai deboli di stomaco di fermarsi qui.







Ventitré anni fa mi si formò una cisti sebacea nel lobo di un orecchio. Brufoli, punti neri e cisti occupano un terzo della vita di una persona, lo dicono le statistiche, e considerato che l'altro terzo è dedicato al sonno, resta solo un terzo per la burocrazia. Tutti (non fate finta di niente)  sanno perfettamente che il destino di una cisti si decide in pochi giorni, una settimana al massimo: la cisti si riassorbe o si installa per sempre.



Esistono nondimeno eccezioni: cisti che, stabili da anni, all'improvviso esplodono. È un evento spettacolare ed emozionante, in cui l'individuo si fa universo e la cisti supernova. C'è chi per tutta la vita ricorderà quell'istante, cercando invano di riprodurlo nella memoria. Gli innumerevoli (provare per credere) gruppi di discussione in rete in cui gli utenti si scambiano le loro esperienze al riguardo, corredate di fotografie e filmati, dove pullulano mestatori impostori e millantatori, dove i più timorati cercano ricetto in ridicoli camouflages ("la cisti era di mia moglie, io gliela ho esplosa"), testimoniano di questa realtà.



Le cisti deflagrate possono sempre riformarsi e diventare inestirpabili. Invano chi ne è affetto (o graziato) le tortura  con spilli, coltelli arroventati, microscopiche ghigliottine costruite all'uopo e facilmente reperibili ovviamente su internet, morse, tenaglie, fiamma ossidrica e tutti gli altri strumenti del fabbro. Gli unici risultati sono infiammazione e ingrossamento, nient'altro che stimoli ulteriori a proseguire la battaglia.



All'improvviso capisco che quel piccolo oggetto dentro il lobo racchiude, nel sebo (maleodorante, a dar retta ai siti menzogneri) che contiene, la risposta alla domanda iniziale, in forma di allegoria, simbolo, anagogia, figura, schema.



Liberarsi di una cisti però è facile, basta un medico qualsiasi. Ma dal medico non ci si va, perché non ci si vuole davvero separare dalla supernova personale che potrebbe sempre, anche ora, decidere di esplodere. E al medico non avremmo il coraggio di chiederla indietro, perché anche se fingessimo una cugina che studia biologia o un criceto ipoglicemico, lui, il medico, ci sgamerebbe subito: anche lui ha le sue supernove nascoste.



La Garzantina garantisce che in ogni caso la cisti non può estendersi più di tanto e non degenera mai.

8 commenti:

  1. Maciste, udi, mi hai fatto un baffo.

    Bianca

    RispondiElimina
  2. Scostando una tendina pietosa sulla cucina di God, hai detto in modo perfettamente sintetico quello che stavo scrivendo in privato agli altri: queste lezzioni ammericane mi fanno proprio un baffo.



    Secondo me questo testo lo ha scritto Elvis Presley.



    Stavo sognando. Sognavo che avevo l’uccello fuori e che stavo controllando se fosse infettato sulla cappella e fosse di nuovo pieno di pus. Se fosse stato così, avrei chiamato quel bubbone Priscilla, come la mia ex, e l’avrei fatto scoppiare facendomi una sega. O mi piacerebbe credere che potrei farlo. I sogni ti permettono di pensare a certe cose. La verità è che non mi veniva duro da anni.

    Sebastian Haff (Bruce Campbell), un pazzo convinto di essere Elvis Presley. O forse no, forse è davvero Elvis in Bubba Ho-Tep (Don Coscarelli, 2002).

    RispondiElimina
  3. Abbiamo trasmesso: "La cappella cistina"

    AHAHAHAH che bufo !

    RispondiElimina
  4. il criceto ipoglicemico? http://www.youtube.com/watch?v=4OEHsdFpchA

    RispondiElimina
  5. Thuya,

    baryta carbonica!

    Conium maculatum.



    Bianca



    RispondiElimina
  6. Per l'appunto, io ho appuntamento giovedì prossimo per togliermene due di cisti sebacee: sulla nuca però.

    RispondiElimina
  7. Brava/o anonima/o, e' da gesti come il tuo che partira' la riscossa civile. L'assuefazione a Berlusconi e' l'assuefazione alle cisti, e la riscossa puo' partire da queste ultime.



    Piuttosto, e' interessante l'idea della cisti che resta inerte fino a quando esplode. Tratterebbesi quindi di un sistema senza memoria, come gli atomi radiattivi. Lo stato di una cisti potrebbe quindi descriversi con un processo di Poisson.

    Dal mio punto di vista esistono universi (pochi) in cui una cisti scoppia e altri (la maggioranza) in cui non scoppia. Il meccanismo di scelta degli universi che sto protoelaborando dovrebbe permetterci di decidere il destino delle cisti, almeno in un universo opportuno.

    RispondiElimina
  8. Qualcosa non mi torna. Voglio dire, una cisti e' comunque meno grave di un Sarkoma...

    RispondiElimina