venerdì 3 aprile 2009

Costituzione sovietica

Tema: Qual è il personaggio che più rappresenta la nostra Costituzione? Togliatti, De Gasperi, Terracini, Pertini, La Malfa?



Svolgimento.

Minchiate. Il personaggio che meglio rappresenta la costituzione è sicuramente Lev Yashin. Il più grande. Ridete pure, ma lui fa tutto: blocca, respinge, esce, salta un metro più in alto degli altri. C'è il centravanti della Germania (ed è una Germania tosta, la Germania che pesta a sangue gli ungheresi, mille volte più forti, e, grazie anche ad un arbitro cannabiotico, ruba il mondiale del 1954: la Germania che abbiamo conosciuto attraverso Heinrich Böll, mica le mezzeseghe della Germania unita).

Allora, c'è il centravanti della Germania e guardate un po' cosa gli fa Yashin. E se non ne avete voglia o non lo capite ve lo spiego fra un po' io.











Yashin. Mio padre andò a vederlo, capito? Cioè: non andò a vedere la partita dove giocava anche Yashin, andò a vedere Yashin e basta, e la partita si giocava intorno a lui. A un certo punto ci fu un rigore contro la Russia, che allora si chiamava Urrrrssss. Yashin non era sborrone di carattere, ma sapeva che mio padre era lì per lui e anche tutti gli altri spettatori, quindi si mise su un palo e con uno dei suoi braccioni da ragno nero fece cenno al rigorista di tirare, ché la porta era vuota.



Voi come avreste tirato? Era Yashin, cazzo di budda, mica el Gato Dìaz. Allora se pensi che Yashin si butterà dall'altro lato, come è naturale che faccia, spari una cannonata proprio contro il palo su cui sta appoggiato mentre fa il gesto col braccione. Se però lui se lo aspetta e te lo blocca senza manco dire bao (non te lo respinge: te lo blocca) passi alla storia come un pirla, un ciula, un mona.



Il rigorista era uno del Nord: uno che tosto mi faccio parare il rigore, ma un sonà, un gabbia, un abelinà, questo mai. Segno della croce, scatarrone laterale, e vai, il rigorista spara la cannonata sul palo opposto a quello dove Yashin, si direbbe, dormicchia.







Quando ero alle elementari avevo il Diario dei calciatori di tutti i tempi. Ogni giorno un campione. Il giorno di Yashin era il tredici febbraio. Avrò letto la sua biografia mille volte, finiva così: "Jascin [si scriveva così quando si chiamava Urrrrrrssss] vanta un primato difficilmente uguagliabile: cento rigori parati."



Con gli anni e la teconologia le misure sono diventate molto più precise, e oggi Wikipedia dice che Yashin ha parato almeno centocinquanta rigori.




Qualche giorno fa la Corte Costituzionale, o Suprema, che ne so, ha detto che la legge Rutelli sulla procreazione assistita è anticostituzionale. Noi, spettatori, non avevamo le competenze per pronunciarci, ma a suo tempo avevamo ripetuto che quella legge era una merda assoluta. Vigliacca, crudele, fascista, oscurantista, pretesca, ciellarda. Imponeva interventi chirurgici che si potevano evitare. Prescriveva prove erculee per il corpo delle donne.



Noi, spettatori, il tifo lo facevamo. Ma porcazzozza, i giocatori non si capiva da che parte stessero. Rutelli puntava direttamente verso la sua porta, come terzino avevamo tal Binetti, che menava di brutto come il suo quasi omonimo Benetti, ma gli attaccanti che menava erano quelli della sua (nostra) squadra! Fassino stava avanti e diceva "passa, passa, ca ghe dò de testa", alla Luca Toni, ma nessuno se lo cacava (e lui non si andava a cercare la palla). Gli altri giocatori erano così evidenti che manco me li ricordo. Ah no, la stratega della partita: Turco, un nome da torera: ecco, quella si metteva direttamente a piangere.



E gli avversari avanzavano, avanzavano, occupavano tutti gli spazi, mentre tra i nostri i più valorosi dicevano "vabbé, questa ve la damo 8 a 0, ma la prossima ce lo fate fà un gol al novantesimo, giusto per la curva?", e quelli: mancopocazz!!! E avanti, avanti, ed ecco i nostri difensori togliersi la maglia e implorare gli avversari di dargli la loro... E lo stopper, lo stopper Napolitano, che stoppava, sì, e pure con autorità: ma i nostri! Non lo faceva apposta: è  che nel secondo tempo le squadre avevano scambiato le porte senza dirgli nulla.



Insomma, eravamo fottuti, ma di brutto, tanto che a un certo punto pure la nostra curva si spezzò, molti tifosi andarono a casa, qualcuno passò pure al nemico: "così almeno so cosa si prova a vincere", disse l'ultrà Capezzone, che è uno che sempre ultrà di qualcosa deve essere.



Malfidati: in porta c'era lui. Lev Ivanovic Jasin. Si scrive così, ma coi caratteri speciali che non ho. Nessuno ci sperava più, erano andati tutti a casa. Partì la bordata del centravanti tedesco Heinrich Böll, quello del filmato, una cannonata ravvicinata, peggio di un rigore, inesorabile come il destino quando c'è un plotone di esecuzione da una parte e tu dall'altra. Jasin non si muove finché il tiro non scocca e poi è lì con il braccione destro. Germania fottuta, Urrrrssss campione d'Europa. E' il 1960.



C'è una sola possibilità: che Jasin avesse un orologio che non fermava il tempo, ma ne modificava il ritmo. Nella vita normale lo regolava a velocità normale o anche alta (per via del CDC), ma quando iniziava la partita lo metteva lento lento: e Heinrich Böll, che si sentiva un ghepardo, per lui era solo un bradipo con l'Alzheimer.



Poi un giorno un mio compagno di scuola, giusto per farmi del male perché era ancora più fesso che di me, mi disse sai, a Jasin gli hanno tagliato una gamba. Io di Jasin sapevo solo che ora allenava Rinat Dasaev, che era un portierone anche lui e che certamente lo avevano drogato prima della finale Urrrrrssss-Olanda degli europei dell'88 perché prese un gol da Van Basten che neanche Alessandrelli, quello di Juventus-Avellino 3 a zero, alla fine esce Zoff entra Alessandrelli per farlo giocare anche lui cinque minuti all'anno, la partita finisce 3 a 3 ed era l'ultima partita del campionato di serie A 1978-1979.



Ma Dasaev lo avevano fregato due anni prima ai mondiali del Messico 1986, quando l'arbitro Fredriksson che non bisognerebbe neanche nominare, nemmeno pensare, annullò sei gol dell'Urrrssss, otto parate di Dasaev, e decretò sedici immotivati rigori per il Belgio (una squadra piuttosto del cazzo) e li fece ripetere fino  a quando Dasaev non si scocciava di pararli. Certo, l'Urrrrsss fu eliminata, ma voi non sapete quanta gente quella sera diventò communista.



Poi un giorno la Gazzetta dello Sport scrisse "Jasin è morto" e io l'avevo già comprata, vaffanculo.



Ma ora Jasin è tornato, ed è insieme a Terracini, Pertini, e tutti quelli meglio che stavano lì in quegli anni là. Non so se si chiami Corte Costituzionale, Corte Suprema o cosa, chi la presieda o chi ci sia, ma so che sono reincarnazioni di Jasin, Terracini e Pertini. In qualità di Corte Costituzionale Jasin non fa uscite: aspetta e blocca. E' un portiere più moderno, meno spettacolare ma comunque efficace. Un portiere che non si metterà mai su un palo ad aspettare un rigore.



Ah, sì, quel giorno. Racconta mio padre che il rigorista sparò una breccola superluminale all'incrocio dei pali opposto a Jasin. Lui volò come un'aquila pronta a trasformarsi in ragno e bloccare, le sue ditone incrociarono la traiettoria del pallone.

Ma era una breccola, ripeto, e superluminale. Appena deviato, il pallone gonfiò la rete dietro le spalle di Jasin.



Questione di un attimo.











 

7 commenti:

  1. Anche Yashin, come Omero, a volte dormicchiava. Aveva le dita rosate come l'alba, quando sorge il sol del sistavameglioquandosistavameglio.

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  2. Tuo padre è stato testimone di un evento eccezionale. Un rigore che il grande Jascin non è riuscito a parare.

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  3. ...secondo me era juve ascoli quella di alessandrelli.



    io non ho racconti di padri, e peccato, nemmeno figli cui raccontare di ducadam...

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  4. ma come no, helmut ducadam, rappresentante della gloriosa minoranza tedesca in romania. para quattro rigori al real, di la' c'e zubizzareta che ne para solo due...



    poi finisce male... ma forse e' una storia bella da raccontare, per un giorno brutto brutto...



    comunque si trattaca di juve-avellino. controlla qui:



    http://it.wikipedia.org/wiki/Serie_A_1978-1979#Risultati

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  5. Su Juve-Avellino non mi ricordo, ma Zubizzarreta (che ho sempre considerato un po' 'na sega) non parava nel Barça?

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  6. Hai perfettamente ragione: la finale di coppa campioni 86 era tra Steaua Bucarest e Barcelona. La cosa bella è che si giocava a siviglia.

    Ducadam, se non ricordo male, un paio di rigori li bloccò proprio.

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  7. Comunque un errore su Alessandrelli c'è, e poi è un po' crudele e facile infierire così: dalla pagina di Wikipedia su Alessandrelli (non metto in corsivo perché nei commenti non lo so fare):



    Dopo quattro anni di panchina, nel 1978-79 ha l'opportunità di esibirsi tra i pali del Comunale anche in campionato in occasione dell’incontro Juventus-Avellino, valevole per la trentesima ed ultima giornata del torneo, durante il quale Trapattoni lo fa subentrare a Zoff nella ripresa sul 2-0 per i bianconeri e subisce in poco piu` di venti minuti tre reti che fissano il risultato sul 3-3, lasciandolo in lacrime nello spogliatoio.

    L'anno successivo venne ceduto a titolo definitivo in serie B all'Atalanta

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