martedì 21 aprile 2009

La parola magica

Il rito documentato in questo sconvolgente spezzone di "Domenica In" - lo diciamo subito - non deve destare ilarità o sarcasmo, come è accaduto agli autori del video qui sotto. Guardiamolo insieme.

I protagonisti sono un ex-noto mago, ormai prossimo alla scomparsa perfino dall'immaginario collettivo, e una presentatrice che non conosco, nemmeno, ahimè, in senso biblico. Non lo immaginereste mai, ma tra i due sta per accadere qualcosa di sconvolgente, qualcosa di molto diverso dal solito spettacolino a base di sparizioni.



Fermate la visione del filmato nel momento in cui Silvan pronuncia l'unica parola realmente magica di questo show - e non sarò certo così stolto dal riprodurla qui per iscritto: tanto varrebbe evocare il Necronomicon dell'arabo pazzo Abdul Alhazred.

Quello che alle orecchie di ognuno appare un innocente, fiacco tentativo di battuta, così lieve nella sua bolsaggine da non poter strappare né risate né riprovazione, imprimerà al rito una svolta inattesa.



Proseguite nella visione e osservate con attenzione la donna, l'orribile mutamento nel suo volto, quel fremere della mano in un gesto che sembra voler richiamare l'attenzione di una presenza fuori campo, oscura. Ma non è così: l'Altro è dentro di lei. E si contorce, preso dagli incantamenti del mago.



Ora appare chiaramente la portata della sfida che si sta svolgendo sotto i nostri occhi.



Silvan non si ferma, è implacabile. Con una veloce mossa fa sparire dalla mano della donna, ormai inchiodata nella trappola che le ha abilmente costruita intorno, l'anello, chiaro simbolo di arcano legame. E a questo punto avviene la spaventosa trasformazione che vedete testimoniata nell'ultima parte della ripresa: la presenza oscura esce dalla bocca della donna profferendo frasi orribili e insensate, in mezzo al battimani isterico e folle dei presenti, che immaginiamo contorcersi nudi e schiumanti bava dalla bocca.



Non sappiamo se Silvan il Bianco sia uscito dallo studio televisivo. Vorremmo saperlo ancora lì, travestito o invisibile ma sempre maieutico, pronto a trascinare nella piena luce del monitor - e quindi sotto l'occhio della nostra coscienza - le potenze maligne nascoste dietro la telecamera, nello specchio oscuro della televisione.







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