"Ci sono solo due categorie d’individui: i cattivi e i molto cattivi; ma siamo giunti a un accordo e chiamiamo buoni i cattivi e cattivi i molto cattivi." (Fritz Lang)
Ma il buonista Veltroni giungerà a un accordo col diavolo interpretato da Jules Berry nei "Visiteurs du soir", che infatti diceva: "Oh, che bel fuoco! Mi piace il fuoco. E anch’io piaccio a lui. Ecco, guardate come le fiamme sono premurose con me. Mi leccano le dita proprio come un cagnolino".
potrebbe anche spingersi a conoscere quello di De Palma - parere personale: di gran lunga il peggior film di De Palma che abbia mai visto (e qui mi sa che Alt mi cazzia)
No, cazziarti no, però è vero che "Fury" di De Palma lo rividi anni fa, sorprendendomi di trovarlo in non pochi momenti ben migliore di quanto ricordassi. Kirk Douglas travestito da vecchietta, ad esempio (e se non ricordo male). È buffo, proprio ieri sera parlavo dei Douglas, Kirk e Michael. Saranno dei tromboni, ma senza Kirk non avevamo Kubrick, e senza Michael non avevamo Forman. Ed è vero che De Palma ha fatto film assai più brutti di quello. Ne cito solo tre: "Dahlia nera", "Mission to Mars", "Casualties of War". Ma ce ne sarebbero altri. E comunque qui lo dico e qui lo nego, sc-sc-sc-scientificamente.
non ribatto perché tanto non sei falsificabile (gag incomprensibile al passante). A Kirk va una delle candidature per la mia prossima reincarnazione, oltre che per Kubrick anche per merito di "Asso nella manica" e di un film stranoto che vidi molti anni fa, ma di cui non recupero il titolo. Lì a un certo punto correva in auto stretto fra due camion, in un tunnel, e poi di colpo sterzava e si buttava sotto (forse) a quello di destra
"Il compromesso" di Elia Kazan, grande, anzi grandissimo regista (prima di Malick c'era lui e il suo "Splendore nell'erba") e anche nu poco stronz'.
Molti anni fa, somewhere in time nei seventies, in una conferenza alla Cinémathèque française, un altro grande regista, femminista (gag incomprensibile al viandante), grassissimo, invecchiato prima del tempo, con un faccione da neonato, un naso minuscolo e un enorme sigaro in bocca. Gli chiedono qualcosa su Kazan, forse nominano "Fronte del porto". E lui, imperturbabile e dry come un martini, vecchia volpe rooseveltiana (gli scriveva i discorsi, mica balle, e quando Valentino Parlato dice che la crisi economica attuale non può che spingere la gente a votare a destra, sarà, ma è vero anche che a suo tempo, l'unico paese democratico che scelse di andare a sinistra alla fine vinse la guerra e dominò il mondo per mezzo secolo, comunque passons e torniamo al nostro cicciobello, che risponde, appena chiudo 'sta maledetta parentesi e mi decido ad aprire 'sti benedetti due punti): "Elia Kazan è un grande regista, ma Elia Kazan è un traditore, e io non parlo dei traditori".
Alt
P.S.: Non so se mi spiego, però che tristezza, ragazzi: Orson Welles contro Elia Kazan, quello sì che era uno scontro di titani. Oggi ci tocca sorbire Walter e Silvio: l'incontro dei nani. Those were the times, et ça avait quand même plus de gueule. Poi finì male, come sempre. Kirk Douglas si buttò sotto un camion, mentre Welles si ubriacava di spumante sgasato: other bottles, other glasses, storpiando Capote.
http://it.youtube.com/watch?v=o5LkDNu8bVU
Perché i compromessi si pagano, caro Walter (e, purtroppo, anche i non-compromessi, ma almeno si va in giro a testa alta).
ti sono debitore in eterno. Mi hai fatto venire in mente che nella foga preelettorale non ho messo sul blog niente sulla scomparsa di Dassin, un non-traditore del cui figliolo tra l'altro si ascolta Champs Elysées in Darjeeling Limited. Appena ho tempo provvedo.
Ti avverto subito: chi tocca Dassin o Melville non viene più ammesso nei commenti e le sue effigi vengono distrutte
nota per il passante ingenuo
o passante ingenuo, non attribuirmi nemmeno per un attimo una conoscenza cinematografica che non possiedo: non sono mica un critico (gag per te incomprensibile) E' che in certi casi sono preda di passioni sconsiderate e fatali. Un solo accenno di larvata critica a "Lo spione", per dire, e esco il mitra (gag comprensibile solo ai GOD)
Ah, "Night and the City", film folle, monomaniacale, con Widmark: they're all dead, now.
È buffo, ho appena finito di ricopiare questo:
Mi ricordo. Prima. Quando per noi le cose andavano maluccio, lasciavamo Parigi nella notte, sulla Oldsmobile. Andavamo a svuotare i nostri portafogli nei casinò della costa. Perdevamo sempre! E questa infelicità — irrisoria — ci consolava delle altre, quelle vere: le infelicità della città, le infelicità dell’amore, le infelicità della vita. Poi tornavamo a Parigi, totalmente al verde, ringiovaniti.
Marc (Michel Piccoli) in "Rosso sangue" ("Mauvais sang", 1986) di Léos Carax.
E ho pensato a "Bob le flambeur", che in Italia si chiama "Bob il giocatore", perché flambeur è intraducibile e per i tuoi ottimi gusti tolgo la dust dal doulos e me lo levo rispettosamente gridando yahoo (gag comprensibile solo a chi, nato prima della guerra, viveva a Montmartre credendo fosse il Missouri; io sono nato un po' più tardi, quindi non mi capisco e non so se mi spiego).
Che film straordinario.
RispondiEliminaGod: questo paese non vi merita.
quello che non riesce ancora alla politica. Per i pogrom si stanno attrezzando
RispondiEliminaMaroni:"E' il momento di intervenire con fermezza per evitare che la rabbia prevalga sulle regole della convivenza civile"
RispondiEliminaCioé: la rabbia si trasformerà in regola
"Ci sono solo due categorie d’individui: i cattivi e i molto cattivi; ma siamo giunti a un accordo e chiamiamo buoni i cattivi e cattivi i molto cattivi." (Fritz Lang)
RispondiEliminaMa il buonista Veltroni giungerà a un accordo col diavolo interpretato da Jules Berry nei "Visiteurs du soir", che infatti diceva: "Oh, che bel fuoco! Mi piace il fuoco. E anch’io piaccio a lui. Ecco, guardate come le fiamme sono premurose con me. Mi leccano le dita proprio come un cagnolino".
Dust, hai dimenticato di completare la frase:
RispondiEliminaCioé: la rabbia e l'orgoglio si trasformeranno in regola.
Alt
P.S.: La rabbia e l'orgoglio, ossia la furia.
L'unica Furia che il cinéphile Walter conosce è un cavallo del West. Ad Arcore si proporrà come stalliere.
RispondiEliminaAlt
potrebbe anche spingersi a conoscere quello di De Palma - parere personale: di gran lunga il peggior film di De Palma che abbia mai visto (e qui mi sa che Alt mi cazzia)
RispondiEliminaNo, cazziarti no, però è vero che "Fury" di De Palma lo rividi anni fa, sorprendendomi di trovarlo in non pochi momenti ben migliore di quanto ricordassi. Kirk Douglas travestito da vecchietta, ad esempio (e se non ricordo male). È buffo, proprio ieri sera parlavo dei Douglas, Kirk e Michael. Saranno dei tromboni, ma senza Kirk non avevamo Kubrick, e senza Michael non avevamo Forman. Ed è vero che De Palma ha fatto film assai più brutti di quello. Ne cito solo tre: "Dahlia nera", "Mission to Mars", "Casualties of War". Ma ce ne sarebbero altri. E comunque qui lo dico e qui lo nego, sc-sc-sc-scientificamente.
RispondiEliminaAlt
non ribatto perché tanto non sei falsificabile (gag incomprensibile al passante). A Kirk va una delle candidature per la mia prossima reincarnazione, oltre che per Kubrick anche per merito di "Asso nella manica" e di un film stranoto che vidi molti anni fa, ma di cui non recupero il titolo. Lì a un certo punto correva in auto stretto fra due camion, in un tunnel, e poi di colpo sterzava e si buttava sotto (forse) a quello di destra
RispondiElimina"Il compromesso" di Elia Kazan, grande, anzi grandissimo regista (prima di Malick c'era lui e il suo "Splendore nell'erba") e anche nu poco stronz'.
RispondiEliminaMolti anni fa, somewhere in time nei seventies, in una conferenza alla Cinémathèque française, un altro grande regista, femminista (gag incomprensibile al viandante), grassissimo, invecchiato prima del tempo, con un faccione da neonato, un naso minuscolo e un enorme sigaro in bocca. Gli chiedono qualcosa su Kazan, forse nominano "Fronte del porto". E lui, imperturbabile e dry come un martini, vecchia volpe rooseveltiana (gli scriveva i discorsi, mica balle, e quando Valentino Parlato dice che la crisi economica attuale non può che spingere la gente a votare a destra, sarà, ma è vero anche che a suo tempo, l'unico paese democratico che scelse di andare a sinistra alla fine vinse la guerra e dominò il mondo per mezzo secolo, comunque passons e torniamo al nostro cicciobello, che risponde, appena chiudo 'sta maledetta parentesi e mi decido ad aprire 'sti benedetti due punti): "Elia Kazan è un grande regista, ma Elia Kazan è un traditore, e io non parlo dei traditori".
Alt
P.S.: Non so se mi spiego, però che tristezza, ragazzi: Orson Welles contro Elia Kazan, quello sì che era uno scontro di titani. Oggi ci tocca sorbire Walter e Silvio: l'incontro dei nani. Those were the times, et ça avait quand même plus de gueule. Poi finì male, come sempre. Kirk Douglas si buttò sotto un camion, mentre Welles si ubriacava di spumante sgasato: other bottles, other glasses, storpiando Capote.
http://it.youtube.com/watch?v=o5LkDNu8bVU
Perché i compromessi si pagano, caro Walter (e, purtroppo, anche i non-compromessi, ma almeno si va in giro a testa alta).
ti sono debitore in eterno. Mi hai fatto venire in mente che nella foga preelettorale non ho messo sul blog niente sulla scomparsa di Dassin, un non-traditore del cui figliolo tra l'altro si ascolta Champs Elysées in Darjeeling Limited. Appena ho tempo provvedo.
RispondiEliminaTi avverto subito: chi tocca Dassin o Melville non viene più ammesso nei commenti e le sue effigi vengono distrutte
nota per il passante ingenuo
o passante ingenuo, non attribuirmi nemmeno per un attimo una conoscenza cinematografica che non possiedo: non sono mica un critico (gag per te incomprensibile) E' che in certi casi sono preda di passioni sconsiderate e fatali. Un solo accenno di larvata critica a "Lo spione", per dire, e esco il mitra (gag comprensibile solo ai GOD)
Ah, "Night and the City", film folle, monomaniacale, con Widmark: they're all dead, now.
RispondiEliminaÈ buffo, ho appena finito di ricopiare questo:
Mi ricordo. Prima. Quando per noi le cose andavano maluccio, lasciavamo Parigi nella notte, sulla Oldsmobile. Andavamo a svuotare i nostri portafogli nei casinò della costa. Perdevamo sempre! E questa infelicità — irrisoria — ci consolava delle altre, quelle vere: le infelicità della città, le infelicità dell’amore, le infelicità della vita. Poi tornavamo a Parigi, totalmente al verde, ringiovaniti.
Marc (Michel Piccoli) in "Rosso sangue" ("Mauvais sang", 1986) di Léos Carax.
E ho pensato a "Bob le flambeur", che in Italia si chiama "Bob il giocatore", perché flambeur è intraducibile e per i tuoi ottimi gusti tolgo la dust dal doulos e me lo levo rispettosamente gridando yahoo (gag comprensibile solo a chi, nato prima della guerra, viveva a Montmartre credendo fosse il Missouri; io sono nato un po' più tardi, quindi non mi capisco e non so se mi spiego).
Alt