domenica 30 novembre 2008

Racconti da un Natale di crisi

La tredicesima ora

Quella sera papà rientrò tardi. Sembrava nervoso. Mi salutò appena, poi prese mamma per un braccio e la trascinò in camera da letto, chiudendosi dietro la porta. La cosa mi parve strana, così mi misi a origliare. Le voci erano basse ma concitate:

"Tu sei pazzo, Gino. Lo sai che cosa rischiamo se ci scoprono?"

"Ma non verranno mai a saperlo, Margherita ! Guarda, la nascondo qui (rumori) Figurati se quei pirla ci arrivano.."

Nei giorni successivi i miei erano nervosi, ma poco a poco sembrarono tranquillizzarsi. Poi, una sera, ormai sotto Natale, si sentì bussare alla porta. Mamma fece accomodare in salotto due poliziotti in borghese, uno basso e massiccio, con l'aria sorniona, l'altro alto, secco, con il viso duro e impassibile.



"Ci hanno informato che qui c'è gente che non spende quanto dovrebbe" fece il primo, cominciando a gironzolare per il salotto e spostando qua e là qualche oggetto "Gente che non fa girare i soldi. Gente che magari si intasca la tredicesima e pensa di risparmiare sulle compere di Natale.."

Papà sorrise, ma mi accorsi che sudava. Tirando fuori un euro da dietro il mio orecchio - l'unico giochetto che conoscesse - esclamò "Ma brigadiere, mica intendeva questi ?"

Nessuno rise. Il presunto brigadiere lo guardò come si guarda un minus habens: "Avanti, mago, portami in camera da letto". Papà non riuscì a trattenersi: "Eh, ma che proposte mi fa, qui davanti a mia moglie...". Il brigadiere si volse verso mamma allargando le braccia. Sembrava compatirla per l'infelice scelta fatta all'altare. Lei scattò in piedi e si avviò per il corridoio

"Ma certo, non faccia caso a quel simpaticone di mio marito, venga pure, ecco, di qua"

Quello alto la scostò, entrò nella stanza, alzò il materasso e sogghignò "Complimenti per la fantasia..."

"Eeeeh, non c'è niente da fare" sospirò quello basso "la forza delle tradizioni. Cominci a vestirsi" disse a papà "Si va a far compere"

"Ma era solo per oggi, stavamo giusto per andare al centro commerciale a spenderla tutta..." balbettò la mamma rivolta a quello alto

"Seeh, dicono tutti così. Niente da fare: questo è un articolo 99 bello e buono. Sapete che significa?"

La mamma si portò la mano alla bocca.

"Ah. Lo sapete"

Papà impallidì e le cinse le spalle con un braccio: "Non temere, vedrai che si aggiusterà tutto"

Mentre se lo portavano via, mamma si aggrappò al braccio di quello basso, implorandolo che lo lasciassero andare.

"Non peggiori le cose, signora. Le telefoneremo noi quando potrà venire a riprenderselo."

"E cosa gli farete ?"

"Niente, purché riempia il sacco" disse gelido quello alto

L'altro scoppiò a ridere "Ahahah, mi farai morire con queste battute.. 'riempia il sacco'.. Ma dove le vai a trovare ?"

"Me le scrivono"

"Ma non ha fatto niente di grave. Vi garantisco che domani spenderemo tutta la tredicesima, fino all'ultimo euro. Non punitelo, l'ha fatto per noi" continuò mamma in lacrime

"L'articolo 99 ha una funzione rieducativa. Così la prossima volta non farete più i furbi" quello alto ci tenne a sottolineare

Quando furono usciti cercai di farmi spiegare da mamma che cosa sarebbe successo a papà. Tra i singhiozzi, mi disse solo che avrebbe dovuto spendere tutta la tredicesima, ma non volle spiegarmi in che cosa consistesse la punizione. Lo avrei capito in seguito.



Quando arrivò la telefonata, la sera dopo, mamma schizzò via con l'auto.

Ricordo ancora papà entrare in casa carico di sporte, pallido, spaurito. Sembrava invecchiato di dieci anni. Gli corsi incontro per abbracciarlo. Accarezzandomi il capo mi sussurrò: "Tutto a posto, stai tranquillo. Scendi ad aiutare mamma"

Scesi per le scale e mi si presentò uno spettacolo allucinante: l'atrio era completamente ingombro di sporte di plastica piene zeppe, così pareva, di oggetti di piccole dimensioni.



Non riuscivo a capire. Mentre cominciavo a portare su in casa questa incredibile spesa, una sporta mi scivolò di mano. Sollevandola, lessi sul fianco la scritta "Tutto a 99 cent !"

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